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TRIBUNALI SENZA GIUSTIZIA - MASSIMO FINI: “IL PLATEALE GESTO DI PRALJAK HA UN ALTO VALORE POLITICO: È IL RIFIUTO SPETTACOLARE DELLA GIUSTIZIA DEI VINCITORI - PER I CRIMINI COMMESSI NELLA GUERRA DI BOSNIA DOVREBBERO ESSERE TRASCINATI SUL BANCO DEGLI IMPUTATI I PRINCIPALI ESPONENTI DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE” - ECCO PERCHE’…

Estratto dell’articolo di Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”

 

MASSIMO FINI

Non capisco, o lo capisco troppo bene, perché svilire a "spettacolare pacchianata", a "ridicolo", a "parodia del passato" il gesto del generale croato-bosniaco Slobodan Praljak, [...] che ha ingerito una fiala di veleno, suicidandosi, proprio mentre il Tribunale penale internazionale dell' Aia per "i crimini di guerra nella ex Jugoslavia" lo condannava a vent' anni. Quando un uomo paga con la vita la coerenza a se stesso, ai suoi princìpi, alle sue azioni, quali che siano state, merita rispetto.

praljak

 

[…] Perché il plateale gesto di Praljak ha un alto valore, oltre che etico, politico: è il rifiuto spettacolare della giustizia dei vincitori. […] Tutto ha inizio con i processi di Norimberga e di Tokyo quando, per la prima volta nella Storia, i vincitori non si accontentarono di essere più forti dei vinti ma si sentirono anche moralmente migliori così da avere il diritto di giudicarli. [...]

 

I processi di Norimberga e di Tokyo suscitarono forti perplessità proprio negli ambienti liberali internazionali. […] E Benedetto Croce, in un discorso tenuto all' Assemblea Costituente il 24 luglio 1947, affermava: "Segno inquietante di turbamento spirituale sono ai giorni nostri (bisogna pure avere il coraggio di confessarlo) i tribunali senza alcun fondamento di legge, che il vincitore ha istituito per giudicare, condannare e impiccare, sotto nome di criminali di guerra, uomini politici e generali dei popoli vinti […]".

Praljak

 

[…]io non ho mai avuto fiducia nel Tribunale Internazionale dell'Aia alla cui giurisdizione, tra l' altro, sono sottratti, chissà in nome di che, i politici e i militari americani […] Per i crimini commessi nella guerra di Bosnia ben altri dovrebbero essere coloro da trascinare sul banco degli imputati. Sono i principali esponenti di quella imprecisata entità che si chiama Comunità internazionale.

 

[...] Slovenia e Croazia ottennero facilmente il riconoscimento di Stati dalla Comunità internazionale, sotto la spinta, in particolare per la Croazia cattolica, della Germania e del Vaticano. Allora anche i serbi di Bosnia chiesero un'altrettale riconoscimento o la possibilità di unirsi alla madrepatria serba.

 

RATKO MLADIC

[…] Ma quello che era stato facilmente concesso dalla Comunità internazionale a croati e sloveni venne negato ai serbi di Bosnia. E questi scesero in guerra. E la stavano vincendo, sia perché, come i croati, potevano contare sulla confinante madrepatria, mentre i musulmani bosniaci non avevano un retroterra e ricevevano solo uno sporadico sostegno dall' Iran, sia perché sono ritenuti, sul terreno, almeno fino all' avvento dei guerriglieri dell' Isis, i migliori combattenti del mondo […]

 

Ma la Comunità internazionale, europei in testa seguiti dagli americani, decise che quella guerra i serbi non la dovevano vincere e i vincitori furono trasformati in vinti. È stato così creato uno Stato, la Bosnia, che non era mai esistito e che viene tenuto in piedi con lo sputo ed è pronto a esplodere in ogni momento.

 

RATKO MLADIC

[…] Sarebbe bastato che la cosiddetta Comunità internazionale avesse riconosciuto ai serbi quello che loro spettava e la guerra di Bosnia, con i suoi crimini e i suoi misfatti, non ci sarebbe mai stata. E nemmeno le sentenze, di assai dubbia legittimità, del Tribunale dei vincitori.