DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Karen Leonardi per “Il Messaggero - cronaca di Roma”
Venivano pagati sottobanco per firmare certificati falsi di invalidità. E i finti pazienti, affetti da patologie altrettanto fasulle, pagavano oltre 200 euro per avere pezzi di carta intestate a strutture pubbliche da inviare all'INPS. Ben 25 le pratiche individuate dai NAS di Roma nell'ambito di una maxi truffa ai danni dell'Istituto Nazionale di Previdenzia Sociale.
Quattro medici, specialisti in diverse branche, ma tutti in servizio presso centri ospedalieri pubblici della Capitale e dei Castelli Romani, nonché il titolare di un centro di servizi di Albano Laziale, sono finiti agli arresti domiciliari. [...]
Per tutti l'ipotesi è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falsità ideologica in atto pubblico. A finire sotto indagine, sono due medici romani - uno psichiatra e un otorino - due dei Castelli Romani (un otorino di Velletri e un cardiologo di Albano) appartenenti alla Asl Rm 1, Rm4, Rm6 e Rm2. Le misure restrittive nei confronti dei cinque sanitari sono arrivate al culmine di un'articolata indagine condotta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità della Capitale, che ha consentito di colpire il modus operandi del gruppofinalizzato a truffa ai danni dell'INPS.
Non si esclude il coinvolgimento di altri medici. Per l'indagine "Invalidus", che rappresenta quanto già scoperto l'anno scorso quando vennero arrestate due persone, i medici infedeli e l'imprenditore della multiservizi - sita al centro della cittadina alle porte di Roma - operavano in favore degli utenti, che si rivolgevano al "pool" per la gestione di domande per il riconoscimento di invalidità, l'ottenimento dell'indennità di accompagno e l'assegno ordinario, entrambi riconosciuti ed erogati dall'ente previdenziale.
Il gioco era semplice e il giro di affari alto: i medici infedeli agivano in assenza di visite mediche e, soprattutto, di patologie serie tali da giustificare il riconoscimento dello status di invalido. L'importante era avere i soldi e in contanti. A quanto pare i medici si conoscevano e probabilmente lavoravano in "team" per garantire le pratiche gestite ad Albano.
Per i Nas il centro servizi rappresentava "il punto di incontro tra domanda e offerta: il titolare faceva di tutto per garantire il raggiungimento del massimo traguardo economico in termini di invalidità e di emolumenti economici a favore dei 4 camici bianchi. Questi ultimi, mediante certificazioni redatte abusivamente su carta riportante i dati delle strutture pubbliche attribuivano valore legale alle stesse. L'indagine, che ha consentito di smantellare il giro illegale di affari, ha acquisito prove attraverso il monitoraggio del centro servizi, dei medici e degli stessi "finti pazienti gravemente ammalati". [...]
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
FLASH – IERI A FORTE BRASCHI, SEDE DELL’AISE, LA TRADIZIONALE BICCHIERATA PRE-NATALIZIA È SERVITA…
DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…