“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA…
Jay Akbar per http://www.dailymail.co.uk
un uomo crocefisso per la strada
Uomini crocifissi per le strade, decapitazioni pubbliche e gay scaraventati giù dai tetti dei palazzi. Pile di immondizia e pneumatici bruciati accatastati dove una volta vivevano delle famiglie, niente elettricità né acqua corrente. È questo l’inferno nel quale si ritrovano ogni mattina gli abitanti di Raqqa da quando la città è diventata la capitale de facto del sedicente Stato Islamico.
una gabbia per umiliare pubblicamente i dissidenti
Mohammed, un professore di 37 anni, racconta che la prima cosa che vede appena esce di casa alla mattina sono gli agenti della polizia religiosa dell’Isis che pattugliano le strade in cerca di persone da punire: “Da quando c’è l’Isis le cose vanno di male in peggio, il prezzo del cibo è alle stelle, non c’è più combustibile o legna da ardere, l’acqua scorre ancora ma deve essere bollita. L’energia elettrica scarseggia e ora sono costretto a comprarla dalle persone che abitano in altri quartieri della città”.
Mohammed dice però che la cosa che lo preoccupa di più sono le idee che i jihadisti stanno inculcando nelle menti delle nuove generazioni: “Una volta potevo insegnare ai bambini quello in cui credevo, oggi sono costretto dalle leggi draconiane dell’Isis a insegnare quello che loro vogliono”.
donne in coda per ricevere acqua
Migliaia di civili come Mohammed sono costretti dai miliziani a vivere a Raqqa da un muro di cemento che è stato costruito lungo il perimetro della città, all’interno del quale le donne non possono passeggiare se non accompagnate da un uomo, fumare è assolutamente proibito e criticare la legge della sharia è punibile con la morte.
Costretti a non lavorare, i cittadini di Raqqa non possono più permettersi nemmeno una barretta di cioccolato e per le strade si incontrano centinaia di persone affamate in fila per un pezzo di pane. Oltre alla tirannia del califfo e alla violenza, i civili rimasti intrappolati a Raqqa pur non avendo alcun legame con l’Isis devono temere anche le bombe che piovono dal cielo. I primi ad attaccare furono gli americani, poi i russi e ora è il turno dei jet francesi e inglesi, inviati a vendicare le vittime degli attentati di Parigi.
Non è sempre stato così, un tempo Raqqa era una città più liberali della Siria dove le ragazze erano libere di ridere con i loro coetanei e i bambini passano le estati a giocare in piscina con gli amici. È stato dopo la guerra civile che le cose sono iniziate a peggiorare. Oggi un militante anti-Isis di Raqqa, conosciuto come Abu, dice che i miliziani hanno iniziato a vivere insieme ai civile per usarli come scudi umani in caso di attacco aereo.
donne a raqqabambini in coda per il cibobombardamento a raqqa
bambino guarda un manichino con mimetica e maschera anti gasisis entra a raqqa nel gennaio 2014i foreign fighters sono trattati come re
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