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META, CI SEI O CI...FAKE? – IL VOLTO DI MARTIN WOLF, ECONOMISTA E COMMENTATORE PRINCIPE DEL “FINANCIAL TIMES”, È STATO USATO DA ALCUNI TRUFFATORI PER UN FALSO ANNUNCIO PUBBLICITARIO CHE CIRCOLA SU FACEBOOK, INSTAGRAM E WHATSAPP – IL GIORNALISTA SE LA PRENDE CON L’AZIENDA DI MARK ZUCKERBERG, CHE VIENE PAGATA PER DIFFONDERE LA PUBBLICITÀ (ANCHE FARLOCCHE): “COM’È POSSIBILE CHE META NON RIESCA A IDENTIFICARE E STRONCARE QUESTE FRODI, SOPRATTUTTO QUANDO NE VIENE INFORMATA?”

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Estratto dell’articolo di Paolo Ottolina, Roberto Cosentino per il "Corriere della Sera"

 

deepfake martin wolf

Come non essere per lo meno incuriositi se a proporvi un investimento fosse il più autorevole tra i giornalisti economici del mondo anglofono? Peccato che dietro all’invito di Martin Wolf ci fosse una truffa pura e semplice, realizzata tramite un deepfake . Wolf è un fuoriclasse del suo settore e una delle penne più note del Financial Times.

 

[…] I truffatori hanno infatti utilizzato dei deepfake — video e foto dall’apparenza credibile ma che sono generate con l’AI — per mettere in piedi un inganno che sfruttava i social per diffondersi. […] Wolf, per il ruolo e la credibilità, è un caso emblematico della spregiudicata creatività dei truffatori.

 

martin wolf

Ma lo è anche perché il giornalista punta il dito contro un colpevole meno scontato. Ovvero Meta, il colosso di Mark Zuckerberg che non solo gestisce le piattaforme (Facebook, Instagram, WhatsApp) coinvolte dal caso, ma che per di più monetizza la truffa. Il volto contraffatto di Wolf viene infatti diffuso attraverso annunci pubblicitari, regolarmente pagati al colosso californiano.

 

Da quando il giornalista è venuto a conoscenza del raggiro, lo scorso marzo, il flusso di annunci ingannatori non si è ancora del tutto interrotto. Il tutto prosegue, in barba alla tecnologia di riconoscimento facciale impiegata da Meta per la rimozione di inserzioni fraudolente.

 

martin wolf

«Ci sembrava di essere in grado di affrontare il problema — spiega Martin Wolf sul Financial Times , raccontando la sua lotta infruttuosa — .Ci sbagliavamo. Dopo aver esaminato i dati, un collega esperto mi ha mostrato che di recente c’erano ancora almeno tre diversi video deepfake e più immagini alterate che giravano su 1.700 annunci, con leggere variazioni su Facebook e Instagram. I dati mostrano che le inserzioni hanno raggiunto oltre 970.000 utenti solo nell’Unione europea».

 

[…] «Com’è possibile che un’azienda come Meta, con le sue enormi risorse, inclusi strumenti di intelligenza artificiale, non riesca a identificare e stroncare automaticamente queste frodi, soprattutto quando ne viene informata?».

 

martin wolf

Il raggiro mirava ad attrarre persone over 45 in una truffa via WhatsApp, gestita tramite un numero britannico. Le vittime entravano in un gruppo chiamato «Global Stock Elite Club», ricevendo presunte analisi finanziarie con promesse di rendimenti fino al 150%. Il reale obiettivo era uno schema «pump and dump»: manipolare titoli come Hims & Hers Health, spingendone artificialmente il prezzo al rialzo per poi rivendere e lasciare i piccoli investitori con azioni svalutate.

 

I membri dello staff di Meta, nonostante le risorse, non riescono ad arginare questo tipo di truffe. «Ma è davvero così difficile o non ci provano nemmeno?» si chiede Wolf, sconsolato.

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