DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Andrea Galli per "Corriere.it"
Si sono subito fatti riconoscere: alito di vodka, naso spappolato, le nocche d'una mano destra peste e insanguinate, la camicia bianca sudata penzoloni sopra i jeans, i mocassini sporchi di terriccio, il cellulare scarico volato per terra. Non fossero poi bastati questi segni identificativi ci sono state le testimonianze della security della Capannina a ricostruire la scena, pur nell'ombra e nella confusione, alle quattro e mezza della notte tra venerdì e ieri, a chiamare la polizia, e a indicare sei ragazzi milanesi di diciassette anni, figli di professionisti con prima casa in città (centro e semicentro, per esempio nelle vie Londonio, Sarpi, Canonica, Sardegna) e seconda casa e/o base in hotel di vecchia data in Versilia.
LANCIO DI BICICLETTE - Dunque per cause ancora da accertare eppure con larga probabilità alimentate dai fantasmi della sbronza, i sei, divisi in due fazioni, hanno cominciato a lanciarsi bestemmie, spintoni, sputi, pugni e perfino le biciclette parcheggiate.
I ragazzini si trovavano all'esterno del famoso locale, proprio nello spazio vicino al distributore di benzina della Esso e adesso occupato da uno store temporaneo di moto e macchine della Bmw, utilizzato per la sosta dai clienti della Capannina, il cui patron, il commendator Gherardo Guidi, gentilissimo e sereno, in un nanosecondo ha archiviato la faccenda: «Non è successo nulla e comunque è accaduto fuori da noi».
LE INDAGINI - Sulla geografia in effetti non sembrano esserci dubbi, sulla gravità invece conviene affidarsi alle indagini della polizia. I sei non sarebbero entrati a ballare, ma avrebbero impostato il programma sul seguente canovaccio, che nello stesso breve spazio sul lungomare - tra la Capannina e il distributore ci sono 140 passi di pista ciclabile e pedonale - risulta inflazionato, complice anche l'idea poco rivoluzionaria: acquisto di superalcolici in qualche Iper e sosta fino all'alba a scolarsi le bottiglie. Perché qui fuori? Perché il locale resta un'icona, magari ci scappa qualche volto famoso di passaggio e in generale la gioventù del Forte ha scelto il luogo per le adunate.
I titolari padre e figlio dell'edicola che espone in un angolo un cartello piccolo, ma rigoroso («2 euro per gonfiare materassini e canotti»), dicono d'aver aperto ieri alle cinque e mezzo e di non aver trovato né feriti né polizia. I sei ragazzini erano stati già trasferiti in commissariato, dove se sono ormai statistica le risse estive tra adolescenti di città diverse, è cosa nuova il pestaggio «metropolitano», tutto milanese. In commissariato, rinfrancati da un bicchierino di caffè della macchinetta, ripreso un attimo di colore in volto, scantonata la fifa, i ragazzini hanno chiamato i genitori, con voce biascicata e cervello annebbiato, nel senso che uno dava continuamente del «lei» alla mamma.
I GENITORI - Ed eccoci ai genitori. Non hanno inveito contro i soliti «sbirri» che non hanno di meglio da fare che inseguire gli adolescenti; non hanno accampato scuse farlocche. Hanno anzi chiesto loro scusa riempiendo i figli di sgridate e di annunci di punizioni in arrivo. Strano sarebbe stato il contrario, certamente, ma qualche navigato investigatore non nega che s'aspettava il peggio. Invece, zitti e muti.
Qualcuno anzi è ritornato di corsa a Milano con gli inquieti pargoli. Come due mamme una delle quali ha minacciato poderose azioni legali soltanto a nominare la strada di residenza, la lunga via Melchiorre Gioia; mentre l'altra signora ha ripetuto che il ragazzo «ha fatto una bella cazzata», ma che la vicenda «forse è stata sovradimensionata». Profonda assoluta convinzione quest'ultima del sindaco, Umberto Buratti, che in sincerità non vede affatto sembianze di fatto da cronaca nera essendosi trattato di «un litigio presto chiarito».
LA CARTA D'IDENTITA' FALSA - Eppure un mistero c'è, anche se forse minore, e riguarda i traffici di uno del gruppo. Aveva in tasca due carte d'identità , una vera e una taroccata. Agli agenti che gli hanno chiesto un documento, quale ha mostrato? La carta d'identità contraffatta. Si era aggiunto tre anni d'età per poter entrare, ha spiegato, nelle fumerie e nei postriboli di Amsterdam.
Forte dei Marmi piace ai genitori, ma i giovanotti hanno in mente altri viaggi, a cominciare da quelli del peccato in Olanda. Il titolare della falsa carta d'identità è stato denunciato. Nessun provvedimento per gli altri cinque. Avranno pure litigato, se le saranno date, però nel momento decisivo, in fase di querela, nessuno ha accusato nessuno, tutti hanno protetto tutti, e vai a capire se considereranno questa straordinaria prova d'omertà come un sigillo di eterna amicizia. Quel naso rotto, chi è stato? Boh. Le mani insanguinate? Non ho idea. Stavate facendo a botte? Figurarsi, siamo in vacanza.
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