COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, non è certo la prima volta che il presente si mette a fare a cazzotti contro le tracce del passato, com’è successo adesso in Inghilterra dove la statua che ricorda un grande imprenditore inglese del Settecento che si era arricchito con il mercato degli schiavi è stata lanciata nelle acque di un fiume, e dove una statua in onore di Winston Churchill è stata imbrattata da un qualche cretino del terzo millennio che ha dato a Churchill del razzista.
Per passare dalla farsa alle cose serie, in Ungheria hanno rimosso da non molto una statua che onorava il maresciallo sovietico Ivan Konev che era stato alla testa delle truppe russe che nel 1945 avevano spodestato i tedeschi da Praga, solo che era lo stesso maresciallo sovietico alla testa dei carri armati che nel 1956 erano entrati a Budapest senza che nessun ungherese li avesse invitati.
un ragazzo ripulisce il memoriale di churchill
Non solo: in un’altra zona di Praga le autorità cittadine hanno deciso di erigere una statua in memoria del controverso generale russo Vlasov, una delle figure più tragiche della Seconda guerra mondiale. Uno dei più valorosi e intelligenti comandanti dell’Armata Rossa, venne preso prigioniero dai tedeschi nella primavera del 1942.
Convinto com’era che i tedeschi avrebbero vinto la guerra e altrettanto convinto che Stalin fosse un criminale politico, Vlasov valutò che gli fosse possibile costituire uno spezzone di esercito russo democratico che combattesse a fianco dei tedeschi e che a guerra finita fosse protagonista della ricostruzione dell’Urss.
Ambizione, ingenuità, una scelta disperata la sua? Un po’ di tutto questo e anche se alcuni scrittori e studiosi, Alexander Solgenitsin su tutti scrivono con rispetto di Vlasov, che alla fine della guerra tentò di darsi prigioniero agli americani. Quelli lo rifiutarono e lui cadde nelle mani dei russi, che lo impiccarono nell’agosto 1946s. E’ un fatto che nel maggio 1945 gli uomini di Vlasov furono in prima linea nel sostenere l’insurrezione dei praghesi contro i tedeschi. 300 di loro caddero in combattimento. I praghesi di oggi hanno voluto ricordare l’impegno di Vlasov e dei loro uomini con una statua che ne esalta la memoria.
Ci sono statue e statue. Alessandro Robecchi sul “Fatto” di oggi ha perfettamente ragione che il mausoleo eretto ad Affile nel 2012 in onore del maresciallo Graziani è una vergogna e basta, data la truce fisionomia del personaggio. Laddove avevano fatto benissimo l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli e Gianni Borgna a tentare di intestare una via una ventina e passa di anni fa a Giuseppe Bottai, un fascista di cui l’Italia non si deve vergognare, uno che dopo aver votata o contro Mussolini nella seduta del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943, andò a combattere i tedeschi nella Legione straniera. Fortemente contrastati, Rutelli e Borgna decisero di no. Peccato, sarebbe stato un atto di lealtà verso la complessità di ogni comparto della storia umana.
E a proposito di tracce del passato, qualche semianalfabeta che pur rivestiva cariche pubbliche ha di recente pronunziato parole minacciose contro le tracce del regime fascista nell’architettura degli anni Trenta e Quaranta, laddove la buona parte di quell’architettura figura tra le cose più belle dell’intera architettura novecentesca. A cominciare dal meraviglioso quartiere dell’Eur o dalla Sala delle Armi di Luigi Moretti di cui ancora aspettiamo il restauro completo.
Alla fine della guerra Moretti venne arrestato e restò in carcere per un mese, e per fortuna che i suoi capolavori siano ancora intatti nello splendore razionalista di cui costituiscono una campionatura eccezionale. Per la recente puntata di una trasmissione Rai in cui la mia amica disabile Fiamma Satta viene condotta ogni volta in carrozzella in un posto che ne vale la pena, io e lei abbiamo circumnavigato assieme una scuola pubblica che Moretti progettò alla fine degli anni Trenta in ogni suo stupefacente dettaglio. Mirabilie che fanno da patrimonio dell’umanità. Altro che “tracce di un passato da dimenticare”.
GIAMPIERO MUGHINI
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