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Elisa Manacorda per “la Repubblica”
QUESTO E IL MIO SANGUE - ELISE THIEBAUT
Sarà una rivoluzione sanguinosa, ma non violenta. Perché sarà fatta nel nome delle mestruazioni - il ciclo, le regole, le cose - per elencare solo alcuni dei termini che indicano, con malcelato imbarazzo, la perdita di sangue mensile nelle donne in età fertile.
Imbarazzo e vergogna che configurano un tabù, scrive la giornalista francese Elise Thiébaut nel suo ultimo libro Questo è il mio sangue che invece sarebbe bene rompere. Con una rivoluzione, appunto. Che parta, per esempio, dall' invenzione di un rituale per celebrare - al pari del bar mitzvah ebraico per il passaggio all' adolescenza - l'ingresso della ragazza nell'età fertile.
«Nonostante la sua banalità, il ciclo resta un fenomeno misterioso, circondato da leggende, superstizioni, reticenze e stereotipi la cui persistenza non può che stupire » , scrive Thiébaut. Parliamo di tamponi con aria cospiratoria, osserviamo con stupore il liquido di colore blu (il rosso sarebbe un richiamo troppo esplicito) che nelle pubblicità televisive colora gli assorbenti, usiamo una terminologia che nasconde anziché svelare. Servirebbe invece un momento collettivo laico tra donne per parlare del corpo, di quello che succederà ogni mese circa, fino alla menopausa.
E poi, continua la giornalista, «un rituale misto in cui la ragazza che ha le mestruazioni venga festeggiata affinché possa affrontare questa nuova tappa con fiducia e orgoglio, anziché con la vergogna e il disagio che ancora oggi, per almeno la metà delle donne, circonda questo momento».
Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, le donne soffrono in silenzio da millenni. Alcune più di altre: «Ho imparato di avere sofferto per quasi quarant'anni di endometriosi, sindrome premestruale e squilibri ormonali che nessuno ha davvero saputo diagnosticare correttamente, e men che meno curare», racconta l'autrice.
Disturbi non mortali, certamente, ma che nessuno si è preso la briga di curare; invece, sul tabù delle mestruazioni - assorbire, nascondere, rendere invisibile il sangue - l'umanità moderna ha costruito un impero economico. Per tutta la durata dell' età fertile, spiega Thiébaut, le donne di tutto il mondo spendono circa trenta miliardi di dollari ogni anno, cioè l'equivalente del Pil del Bahrein.
Rupi Kaur e la foto con le sue mestruazioni
«In Francia è stata condotta una lunga battaglia per abbassare l' Iva sugli assorbenti dal 20 al 5,5%. Ma si potrebbe anche obbligare i produttori a finanziare un fondo destinato alla ricerca sulla salute delle donne: con un euro a persona per ciclo ( solo in Francia ogni mese 16 milioni di donne hanno le mestruazioni) si potrebbero risolvere un sacco di problemi, a cominciare dalla ricerca sull' endometriosi, sui tumori femminili o per la prevenzione del femminicidio».
Eppure nessuno sa cosa ci sia dentro i prodotti usati per controllare il flusso di sangue: i tamponi non hanno l' obbligo di adeguarsi alle norme dell' industria cosmetica e in Francia non sono sottoposti ad alcun controllo sanitario. Peccato, perché stanno a contatto con le mucose, le cui capacità di assorbimento sono ampiamente superiori a quelle della pelle. « Due studi condotti nel 2015 e nel 2016 da laboratori indipendenti su diversi campioni di assorbenti hanno rivelato la presenza da venti a trenta componenti chimici diversi di cui non si fa alcuna menzione sulle confezioni - continua la giornalista - con tracce di sottoprodotti industriali, diossine e pesticidi organoclorurati, sebbene presenti a livelli inferiori ai limiti di legge » .
Così milioni di donne nel mondo acquistano quei prodotti senza avere la minima idea della loro composizione. E allora la rivoluzione in cosa consisterebbe? Nel proporre, conclude Thiébaut, una rappresentazione diversa, positiva delle mestruazioni e della biologia in generale. «È importante far comprendere alle ragazze che anche grazie alle mestruazioni l' umanità ha fatto i primi calcoli di matematica, si è interessata all' astronomia, alla fisiologia della riproduzione. E il sangue mestruale, lungi dall' essere uno scarto o un veleno, è anche pieno di preziose cellule staminali».
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