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NON BASTA TAGLIARE QUALCHE TESTA: LA MONARCHIA BRITANNICA È LA PIÙ COSTOSA AL MONDO. OGNI ANNO COSTA AI CONTRIBUENTI DEL REGNO UNITO 150 MILIONI DI STERLINE -  NON BASTA: ALLA CIFRA UFFICIALE SI DEVONO AGGIUNGERE I COSTI PER LA SICUREZZA E QUELLI INDIRETTI LEGATI ALLA GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE, AI VIAGGI E AGLI STAFF - LA MANOVRA DI “SNELLIMENTO” DI CARLO, CHE HA RIDOTTO IL NUMERO DEI "WORKING ROYALS" A SOLI UNDICI MEMBRI ATTIVI, È SERVITA A POCO: A PESARE SUI COSTI SONO SOPRATTUTTO GLI…

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Estratto dell'articolo di Stefania Conrieri per www.vanityfair.it

 

re carlo e la regina camilla 1

Cari royals, ma quanto costate! La monarchia britannica è un vero e proprio motore economico, capace di generare un importante indotto per i cittadini: ogni anno fa girare cifre ingenti. Non c’è dubbio. Tuttavia, mantenere in piedi l’istituzione comporta costi altrettanto elevati, cresciuti vertiginosamente nel tempo. La monarchia britannica è la più costosa del mondo in assoluto, con i suoi 150 milioni di sterline di spese richieste, seguita da quella olandese e da quella norvegese.

 

norman baker 9

Sorge allora la grande domanda: perché detiene questo record? Un recente articolo del Times, a dire il vero piuttosto critico verso i costi della monarchia di re Carlo, riprende i punti più interessanti del libro dell’ex ministro Norman Baker, Royal Mint, National Debt, che fa i conti in tasca alla Corona.

[…]

 

per Baker e per i repubblicani britannici, il problema è un altro: i 150 milioni ufficiali sarebbero solo la punta dell’iceberg. Se si aggiungono la sicurezza, voce che da sola rappresenta un capitolo imponente, soprattutto per i membri più esposti della famiglia - e una lunga serie di costi indiretti legati alla gestione del patrimonio immobiliare, ai viaggi e agli staff, il conto reale salirebbe a una cifra ben più alta.

 

re carlo e il principe william

La manovra di “snellimento” voluta da re Carlo, che ha ridotto il numero dei working royals a soli undici membri attivi e che gli è valsa non poche critiche, non è servita a ridurre significativamente le spese. Perché a gravare sui conti non sono tanto le persone, quanto gli eventi ufficiali cui un’istituzione secolare come la monarchia deve far fronte. Le incoronazioni, per dirne uno, non sono di certo economiche, e quella di Carlo III non ha fatto eccezione. Il re, pur essendo «estremamente consapevole della crisi del costo della vita», rifiutò un’«incoronazione a basso costo» e qualsiasi contributo personale alle spese dell’evento.

 

Secondo quanto riferito, i funzionari di Palazzo avevano concordato con i ministri di non apportare cambiamenti significativi alla cerimonia della regina Elisabetta, che si svolse a giugno del 1953, nonostante le voci su un possibile low profile. In effetti, l’evento fu leggermente più breve, ma certamente non meno costoso. Il governo dichiarò che l’incoronazione di Carlo III costò almeno 72 milioni di sterline, mentre Republic, gruppo antimonarchico, stimò il totale a 250 milioni, includendo costi di dipartimenti e consigli governativi non contabilizzati ufficialmente.

 

re carlo e la regina camilla 2

Il Times cita un sondaggio del 2022, sempre un po’ di parte forse, con l’86% degli intervistati che avrebbe desiderato una cerimonia meno costosa. Mentre un’indagine YouGov condotta prima dell’evento svelò che quasi due terzi della popolazione (64%) si dichiarava “poco interessata” o “per niente interessata” all’evento, mentre solo il 9% mostrava un forte interesse. La maggioranza ritenne che i fondi pubblici non dovessero essere utilizzati per l’evento: il 51% degli intervistati si mostrò contrario, contro il 32% favorevole, il resto indeciso. Dopo la cerimonia, il 50% ritenne che fossero stati spesi troppi soldi pubblici, rispetto al 33% prima dell’evento. Va detto però che secondo altri sondaggi recenti, sempre di YouGov, la monarchia sembrava godere di ottima salute.

 

il funerale di elisabetta ii

Alla cifra relativa ai costi dell'incoronazione si sono poi aggiunti i 162 milioni di sterline spesi per il funerale della regina Elisabetta II. Inoltre, negli ultimi dieci anni, ci sono stati anche altri eventi reali che hanno comportato ingenti spese pubbliche: il funerale del principe Filippo (2021), le nozze della principessa Eugenie (2018) e di Harry con Meghan (2018), e il Giubileo di Platino della regina, stimato intorno ai 28 milioni di sterline.

 

Arriviamo ora alla ricchezza del re (Mida), stimata in oltre 2 miliardi di euro, come svelato anche da un documentario di Channel 5 nel settembre 2025. Per comprendere a fondo le ragioni di come si è accumulato questo tesoretto bisogna andare indietro nel tempo, al 1760 precisamente, quando fu stabilito il meccanismo di finanziamento della monarchia che ha garantito alla dinastia una ricchezza privata eccezionale e un flusso di denaro in costante aumento.

 

re carlo 2

Quando re Giorgio III salì al trono, la Corona era praticamente in bancarotta. Per secoli, i sovrani avevano dovuto coprire le spese pubbliche, dall’esercito all’amministrazione statale, svuotando via via le casse reali. Poi Giorgio III decise che le entrate del Crown Estate (l'organismo indipendente che amministra i beni della Corona inglese) fossero trasferite al Parlamento, cioè al popolo, e lo Stato iniziò a garantire al monarca un sostegno economico tramite la Civil List (l'appannaggio), fissata a 800.000 sterline l’anno, una cifra ingente per quei tempi.

 

In pratica: lo Stato incassa i profitti del patrimonio reale e restituisce al sovrano una quota annuale fissa. Nel 2023-24, la Crown Estate possedeva beni per un valore di 15 miliardi di sterline, con proprietà per miliardi di sterline a Londra, tra cui Regent Street, nonché quasi metà dei terreni lungo la costa di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.

 

lo scandalo del principe andrea

Quel sistema rimase quasi invariato fino al 2011, quando la Civil List fu sostituita dal Sovereign Grant, il fondo ricavato dai profitti della Crown Estate che oggi copre tutte le spese ufficiali della famiglia reale (compresa la manutenzione delle residenze ufficiali) e che nel 2025 è salito a ben 132 milioni di sterline.

 

Nel 2008, secondo i dati del Palazzo, bastavano tra 32 e 55 milioni di sterline per coprire i lavori di tutti i palazzi reali. Nel 2013, pur essendo aumentata, quella cifra era stata ritenuta sufficiente dal tesoriere della regina, Sir Alan Reid. Tuttavia, nel 2016 la stima delle spese arrivò a 369 milioni di sterline. La Sovereign Grant Review del novembre 2016 confermò quindi l’aumento al 25%, necessario per completare un piano decennale di manutenzione degli immobili. In totale, per la ristrutturazione decennale di Buckingham Palace, sono stati spesi concretamente 359 milioni di sterline. Cifre sicuramente da capogiro che, però, rapportate alle dimensioni e all’importanza della residenza, diventano assolutamente plausibili.

il principe william 1

 

Nel 2024-25, i membri della famiglia reale hanno svolto 1.900 impegni nel Regno Unito e all'estero. Oltre 93.000 ospiti hanno partecipato a 828 eventi nei palazzi reali ufficiali, tra cui ricevimenti, investiture e garden parties.

In base al Sovereign Grant Act del 2011, se i profitti della Crown Estate diminuiscono, il monarca riceve comunque lo stesso importo dell'anno precedente, mentre il governo compensa la differenza. Il governo del Regno Unito ha affermato che negli ultimi 10 anni le entrate derivanti dalla Crown Estate sono state pari a 5 miliardi di sterline, utilizzate per la spesa pubblica. Tuttavia nel 2025 grazie a sei nuovi parchi eolici offshore, si è registrato un aumento di 45 milioni di sterline del Sovereign Grant.

il principe william 2

 

Re Carlo e il principe William, oltre a ricevere soldi dal Sovereign Grant, percepiscono anche redditi privati dai profitti dei loro ducati: il Ducato di Lancaster per il re e il Ducato di Cornovaglia per il principe William. […] Da allora, genera un reddito privato per il sovrano, ruolo mantenuto intatto anche da Elisabetta II, convenzionalmente indicata come “Duca” di Lancaster.

 

I profitti del Ducato contribuiscono inoltre al calcolo del Sovereign Grant, tramite una percentuale retroattiva - il 10% - che definisce l’entrata a disposizione del monarca per le sue funzioni. Stiamo parlando di tanti soldi anche se va ricordato che, come confermato anche dalla società di analisi Brand Finance, il “marchio” famiglia reale vale 78 miliardi di euro per l’economia britannica, tra turismo, soft power e attività promozionali.

il banchetto di stato al castello di windsor in onore del presidente tedesco

 

[…] Lo scorso anno il Ducato di Lancaster ha prodotto 27,4 milioni di sterline per Carlo, mentre il Ducato di Cornovaglia ha fruttato 23,6 milioni al principe William.

Pur operando come proprietari commerciali, i reali godono di un accordo speciale con il Tesoro che li esenta dal pagamento delle tasse sui profitti societari. I ducati non sono finanziati direttamente dai contribuenti, ma molti contratti e locazioni intestati a Carlo e William mostrano che guadagnano milioni di sterline ogni anno facendo pagare all’esercito, alla marina, al NHS, ai servizi carcerari e alle scuole statali per utilizzare terreni, fiumi e spiagge.

 

re carlo 1

Padre e figlio pagano volontariamente l’imposta sul reddito al massimo aliquota del 45% sul denaro ricevuto dai ducati. Nel 2021-22, Carlo ha dichiarato un pagamento di 5,9 milioni di sterline, pari al 25% dei 23 milioni di profitto del Ducato di Lancaster, dopo aver detratto spese considerate legate ai suoi doveri ufficiali. William adotta lo stesso approccio, anche se nessuno dei due ha reso noto quanto paghi di tasse dai redditi dei ducati dal 2022. La regina Elisabetta II, invece, non dichiarava i suoi pagamenti fiscali.

[…]

 

fratelli e sorelle tra i reali inglesi

Sempre sul fronte economico c’è poi la questione spinosa delle residenze reali di cui alcuni membri della famiglia reale godono pagando due soldi. Di recente è stato il Royal Lodge di Andrea Mountbatten-Windsor a finire nel mirino ma ora si rischia un effetto domino con il coinvolgimento di altri membri della famiglia reale britannica, inclusi i principi di Galles che da poco si sono trasferiti al Forest Lodge.

 

[…] Fu sempre il Times a scoperchiare poche settimane fa la pentola e a svelare che Andrea Mountbatten-Windsor aveva usufruito del Royal Lodge a un canone irrisorio per oltre vent’anni, dopo una spesa iniziale di 8,5 milioni di sterline. La villa di 30 stanze a Windsor Great Park è stata occupata dal principe senza un affitto “reale”, sebbene lui avesse versato un anticipo di 1 milione e 7,5 milioni per le ristrutturazioni.

ritratto ufficiale famiglia reale inglese

 

La vicenda ha sollevato forti polemiche, soprattutto dopo la perdita dei titoli reali di Andrea nel 2025, a seguito dell’intervista con Newsnight sulla sua amicizia con il pedofilo Jeffrey Epstein (morto suicida in carcere), con considerazioni ritenute non veritiere. Le rivelazioni del Times hanno spinto il Public Accounts Committee ad avviare un’inchiesta dettagliata. Andrea, spogliato di tutti i titoli, dovrà lasciare anche il Royal Lodge su ordine di re Carlo.

 

re carlo

A destare dei sospetti è ora anche il Bagshot Park, la mega villa da 120 stanze nel Surrey, abitata dagli integerrimi duchi di Edimburgo. Pare che anche loro per la mini reggia, paghino da ben venticinque anni, un affitto simbolico rispetto al reale valore della proprietà. Il contratto, prorogato nel 2007, prevedeva un pagamento anticipato di 5 milioni di sterline per 150 anni, mentre l’affitto annuale rimane irrisorio. Edoardo ha contribuito con 1,36 milioni per le ristrutturazioni; la Crown Estate ha coperto la restante parte dei lavori, per un totale di circa 3 milioni.

 

Pur con alcune limitazioni sul trasferimento del contratto, restano potenziali profitti futuri in caso di vendita. Quindi questa situazione solleva interrogativi simili a quelli emersi con il Royal Lodge. Le critiche riguardano soprattutto il fatto che Bagshot Park avrebbe potuto essere affittata a mercato, generando introiti fiscali per i contribuenti, invece di rimanere un “alloggio sovvenzionato” per un membro della famiglia reale.

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