karina rodini

“NON SMETTONO DI CRESCERE” - LA STORIA DEVASTANTE DI UNA 28ENNE BRASILIANA COSTRETTA A CONVIVERE CON UNA NEUROFIBROMATOSI DA QUANDO HA DUE ANNI: “HO SUBÌTO SETTE OPERAZIONE, MA DALL’ULTIMA VOLTA LA MASSA TUMORALE È RADDOPPIATA. PESA 40 CHILI E NON SO SE QUESTA CRESCITA SI ARRESTERÀ MAI. NON POSSO LAVORARE, LA GENTE MI DERIDE, HO LA SCOLIOSI E PROBLEMI A UN OCCHIO. DEVO ANDARE IN INDIA PER…”

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La gente la guarda per strada e la prende in giro. Non riesce a lavorare e la sua vita sentimentale è completamente arenata.

 

A Karina Rodini, 28 anni, di San Paolo, in Brasile, è stata diagnosticata una neurofibromatosi di  tipo uno quando aveva due anni: il tumore le ha causato la crescita di enormi escrescenze sulle gambe che le impediscono di avere una vita normale e la fanno vivere nella costante paura di un lento e inesorabile peggioramento. A scuola i bulli le hanno dato il tormento e oggi che il tumore pesa 40 chili non è più in grado di lavorare.

 

In Brasile i medici non sono specializzati per curarla e Karina andrà in India per affidarsi alle cure di alcuni dottori che le hanno promesso un ritorno alla vita normale.

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«La mia paura è che queste escrescenze non smettano mai di crescere – ha detto Karina – Ho subito sette interventi chirurgici per rimuovere il tumore, ma in realtà le masse sono ritornate anche più grandi di prima».

 

Durante un’operazione può essere rimosso solo un chilo di carne per volta per evitare un’emorragia che potrebbe rivelarsi fatale, ma da quando si è sottoposta all’ultimo intervento a ottobre dice che le sue gambe sono raddoppiate. «La mia vita è devastata – ha raccontato – Non riesco a trovare vestiti adatti a me, non riesco a dormire, ho problemi di vista e oggi sto affrontando anche una scoliosi.

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Ho imparato come affrontare il pregiudizio. Prima soffrivo di più. Ora lo supero meglio. Il pregiudizio esisterà sempre verso di me o chiunque sia considerato diverso».

 

Karina ha detto che in Brasile non ci sono molti medici specializzati per curarla quindi dovrà volare all’estero. La sua famiglia ha creato una pagina GoFundMe nella speranza di raccogliere fondi per il trattamento che potrebbero cambiarle la vita.

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