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Mario Longo per "il Messaggero"
Il primo ministro della Norvegia Erna Solberg ha rivolto le scuse ufficiali del governo a tutte le donne norvegesi che durante la Seconda guerra mondiale ebbero rapporti con i soldati tedeschi e che per questo furono punite anche duramente al termine del conflitto.
Lo riporta la Bbc. La Norvegia fu invasa dalle forze naziste nell'aprile del 1940 e si ritiene che circa 50.000 donne norvegesi ebbero rapporti intimi con i soldati tedeschi, incoraggiati in questo dal capo delle Ss Heinrich Himmler, che sperava così di 'migliorare' la razza ariana.
Le donne furono ribattezzate le 'ragazze tedesche' e furono in seguito prese di mira con l'accusa di avere tradito il Paese. Tra le conseguenze cui andarono incontro, la privazione dei diritti civili, la detenzione o addirittura l' espulsione dal Paese verso la Germania, insieme ai loro figli.
LE SCUSE «Le autorità norvegesi - ha sottolineato Solberg - violarono la regola fondamentale secondo cui nessun cittadino può essere punito senza processo o condannato. Per molte, fu solo un amore adolescenziale, per alcune l'amore della loro vita con un soldato nemico o un flirt innocente che le segnò per sempre».
Poche delle 'ragazze tedesche' sono ancora in vita per poter apprezzare le scuse, ma lo sono tanti dei loro figli. Si pensa che circa 12.000 bambini siano nati da queste relazioni. Alcuni dei bambini furono presi di mira a loro volta con atti di vendetta, affidati a altre famiglie o collocati in istituti.
Nel 2007 un gruppo di loro si appellò alla Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere giustizia, ma il loro caso fu dichiarato inammissibile per il tanto tempo trascorso dai fatti.
GLI EPISODI ANALOGHI Quella dei maltrattamenti nei confronti delle donne dei nazisti è una storia che non riguarda solo la Norvegia. In tutti i paesi invasi dalla Germania nazista le donne che ebbero relazioni con i soldati tedeschi vennero emarginate e costrette a subire umiliazioni dopo la fine della guerra.
Gli episodi più cruenti si verificarono in Francia, Olanda, Belgio e nei Paesi balcanici, ma anche nel nord Italia molte testimonianze riportano di vendette da parte della popolazione sulle donne accusate di collaborare con il nemico.
Oltre alle fotografie festose che riprendono i momenti successivi alla liberazione, gli archivi di mezza Europa sono pieni anche di immagini che ritraggono le punizioni inflitte ai collaborazionisti, particolarmente cruente per le donne: rasate, spesso ricoperte di catrame e piume di uccello, spogliate e costrette a sfilare tra la folla facendo il saluto nazista e con al collo cartelli su cui erano riportate frasi ingiuriose.
I vantaggi di dormire con gli uomini delle Ss consistevano nell' avere accesso a migliori condizioni di vita, maggiori razioni di cibo, beni di consumo che erano preclusi alla popolazione, come profumi e calze, e spesso prendere parte ai banchetti con gli ufficiali.
Colpe che per i loro connazionali, che le ostracizzarono, e spesso le linciarono, equivalevano alla complicità con il nemico, un marchio d' infamia che per anni ricadde anche sui figli nati dalle relazioni con i soldati tedeschi.
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