stefano vitelli alberto stasi

“CON GLI ELEMENTI CHE AVEVO, ERA SACROSANTO ASSOLVERE ALBERTO STASI” – PARLA STEFANO VITELLI, IL GIUDICE CHE ASSOLSE IN PRIMO GRADO IL FIDANZATO DI CHIARA POGGI: “C’ERA QUALCOSA CHE PUZZAVA, MANCAVA QUALCOSA CHE LO INCASTRASSE. PIÙ SI ANDAVA AVANTI, PIÙ I DUBBI AUMENTAVANO. E POI MANCAVA IL MOVENTE. ALLA FINE ARRIVAVI SEMPRE ALLA DOMANDA: È STATO DAVVERO LUI? ANDREA SEMPIO? MI VIENE IN MENTE UN'INFORMATIVA DI POCHE RIGHE, DALLA QUALE RISULTAVA UN FATTO UN PO’ CURIOSO, UNO SCONTRINO CONSERVATO, COME SE FOSSE UN ALIBI…”

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Estratto del'articolo di Massimiliano Nerozzi per www.corriere.it 

 

stefano vitelli 1

Da trentacinquenne gup di Vigevano fu il primo a processare (in abbreviato) e assolvere Alberto Stasi — il 17 dicembre 2009 — diventando «il giudice di Garlasco», racconta Stefano Vitelli, ora alla sezione Riesame del tribunale di Torino. 

[…]

 

ragionevole dubbio per il quale assolse Stasi?

«Per il quadro dell’accusa, e parlo ovviamente del primo grado, su Stasi c’era qualcosa che puzzava, detto con orribile termine da film poliziesco, ma sembrava mancare qualcosa che lo incastrasse».

 

alberto stasi copia

Che non saltò fuori.

«Di più, l’esatto contrario: tutto ciò che veniva fatto, aumentava i dubbi».

Per esempio?

«Furono fatte simulazioni della camminata e a volte le scarpe si sporcavano altre no, e poi quella bicicletta, e la testimone che ne indicava una diversa, niente tracce di sangue nel lavabo. Alla fine arrivavi sempre alla domanda: è stato davvero lui? C’erano indizi, ma contraddittori e insufficienti. Per non parlare della perizia informatica».

 

Ovvero?

stefano vitelli 3

«Era una sera d’estate, lo ricordo ancora. Mi telefona l’ingegnere, bravissimo, e mi fa: “Dottore è sul divano? Ci resti. Stasi stava lavorando al pc, alla sua tesi”. Si poteva pensare avesse fatto finta e invece, risulta che scrisse correzioni congrue, con un lavoro intellettualmente impegnativo».

Morale?

«Erano pezzetti di puzzle che non si incastravano. E guardi, facemmo di tutto».

 

Cioè?

«Furono ascoltati i vicini di casa, per chiedere se avessero sentito rumori o movimenti in bagno. Niente. Dunque, Stasi avrebbe commesso il delitto e si sarebbe messo a lavorare alla tesi, nel modo che abbiamo detto prima. Idem le tracce sul dispenser del bagno: la sera prima aveva mangiato la pizza, che si fosse lavato era un’alternativa lecita».

 

Che cosa si ricorda di Andrea Sempio?

«Mi viene in mente una sit (sommarie informazioni testimoniali, ndr) di poche righe, dalla quale risultava un fatto un po’ curioso, di uno scontrino conservato».

Curioso?

alberto stasi

«Come fosse un alibi».

[…]

 

Che idea s’è fatto, a distanza di ormai 16 anni?

«Che, con gli elementi che avevo, era sacrosanto assolvere Stasi. E quel che penso io nell’intimo poco importa, il nostro deve essere un lavoro laico. E poi, c’era il movente».

 

In che senso?

«Nell’ambito di un quadro incerto, che aveva dei punti oscuri ed equivoci, il movente sarebbe stato un elemento importante: e qui, il movente, non c’era».

andrea sempio chiara poggi alberto stasialberto stasiSTASI - MEME BY EMILIANO CARLI stefano vitelli 2