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Giulio De Santis per https://roma.corriere.it
«Abbiamo paura, talvolta anche a uscire di casa. Chi ha marchiato nostra figlia Ai (nome di fantasia) potrebbe essere ovunque. Dobbiamo sapere chi è stato. Vogliamo giustizia per la nostra bambina». I lineamenti dolci del viso celano a fatica il terrore che dimora nello sguardo della mamma di Ai, la piccola di cinque anni sfregiata con parola «Xiu», che significa: «vergogna».
Questo marchio, fatto probabilmente con uno spillo, è scomparso dopo oltre mese. «È successo nella scuola comunale (zona Garbatella, ndr) che nostra figlia ha frequentato fino alla fine dello scorso anno - interviene il papà -. Dopo l’abbiamo trasferita in un istituto femminile: ha paura degli uomini, dei maestri».
I genitori di Ai sono insieme in Italia dal 2018. Fino ad allora il papà aveva vissuto da solo a Roma, dipendente i un’azienda che si occupa di ristorazione. Alla nascita di Ai la moglie l’ha raggiunto nella capitale. Dove, poco dopo, è venuto al mondo il fratellino.
La storia della famiglia è stata sconvolta il mattino del 26 novembre 2021. La piccola chiama la mamma, casalinga, perché le brucia una natica. La madre è agghiacciata quando vede cosa provoca dolore alla figlia: la scritta «Xiu» impressa sulla pelle.
«Per giorni si è chiusa in se stessa. Si vergognava, pensando che fosse stata colpa sua. Le ho insegnato che una donna deve curare se stessa, e lei credeva di non essere stata una brava bambina. L’abbiamo rassicurata e, con molta fatica, si è aperta. È stato terribile ascoltarla».
Ai racconta che qualcuno le ha impresso la scritta in un bagno della scuola materna. «Da quel momento abbiamo perso la tranquillità. Ho paura per lei. Questo mostro potrebbe averla presa di mira. E ho paura anche per me. Sono la mamma. Per settimane ho tenuto lo sguardo basso andando a fare la spesa per il timore che questo mostro si accanisca su me e Ai».
L’avvocato Carmelo Pirrone ha presentato una denuncia in Procura per la famiglia di Ai. È stato indagato un maestro romeno - difeso dall’avvocato Roberto Staro - con l’accusa di lesioni dolose aggravate dall’odio razziale. Tuttavia, il giorno dello sfregio alla piccola, il 25 novembre del 2021, l’insegnante era assente. Poi Ai non l’ha riconosciuto nell’incidente probatorio. Ora il pm Gabriella Fazi è pronta a chiedere l’archiviazione per il maestro.
«Nessuno vuole un colpevole a caso. Però le indagini non devono interrompersi» dice l’avvocato Pirrone, che rappresenta i genitori di Ai. La piccola ha parlato di due episodi. Quello dello sfregio e un altro, che sarebbe avvenuto qualche giorno prima. Sempre a scuola. E insieme a lei, c’era una bimba italiana. A entrambe, come ricorda Ai, sarebbero state abbassate le gonnelline.
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