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“LO FANNO PASSARE PER DELINQUENTE, MA LUCA È LA VITTIMA” - LO SFOGO DI GIUSEPPE VARANI, IL PADRE DEL GIOVANE MASSACRATO - “HANNO DETTO CHE FOFFO È UN RAGAZZO MODELLO? ANDRA’ A FINIRE CHE IL CRIMINALE È MIO FIGLIO”

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luca varani  luca varani

Lorenzo D’albergo per “la Repubblica - Roma”

 

Hanno fatto il giro dell’etere, rimbalzando di ripetitore in ripetitore. Fino a seguire la strada che da via di Boccea conduce nella campagna della Storta. Le parole del padre di Manuel Foffo, il ragazzo che in un delirio di alcol e cocaina si è improvvisato killer assieme a Marco Prato, hanno bussato anche alla porta di Giuseppe Varani. Il papà di Luca, il 23enne ucciso a coltellate e colpi di martello, stacca gli occhi da terra con difficoltà. È un uomo piccolo, abituato a trattare con i bambini lui che vende dolciumi nelle fiere. Davanti alla tragedia che la sorte gli ha imposto sembra quasi indifeso.

 

Improvvisamente, però, trova la forza di rispondere: «Hanno detto che Foffo è un ragazzo modello? Andrà a finire che in questa storia l’unico delinquente sarà mio figlio ». Lo sfogo è esplosivo, ma prende pochi secondi. Poi lo sguardo torna fisso al suolo: «Non fatemi dire di più ora. Le notizie le conoscono tutti ormai e di questa storia si occuperanno gli avvocati. Basta».

 

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Il cancello della palazzina dei Varani. Si riaprirà solo per accogliere il cugino della vittima e la zia: «Mia sorella è sconvolta, aveva solo questo figlio. Non ci sono parole. Si vedrà dall’autopsia quello che hanno fatto a Luca». A quel ragazzo che tutti conoscevano alla Storta, borgata all’estrema periferia Ovest dove le case sono tutte diverse una dall’altra e ogni bar è un ricettacolo di aneddoti.

 

Il preferito del 23enne era quello all’angolo tra via di Boccea e via della Storta: «Era sempre qui – racconta il ragazzo al banco – a chiedere qualche moneta ai clienti. Una volta un euro, un’altra due. Certe ancora gli bastava una sigaretta. Di solito, però, cercava soldi per l’auto». Ed è proprio per fare un po’ di soldi che Luca potrebbe aver perso la vita. Prato e Foffo lo avrebbero adescato promettendogli 120 euro in cambio della sua compagnia. Una trappola architettata con l’unico scopo di vedere che effetto fa uccidere.

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Una fine orrenda per quel ragazzo che, fino alla scorsa estate, pareva avere come unico problema quello di fare il pieno alla sua Micra bianca. «Sì, è vero – conferma il carrozziere che lavora a pochi passi da casa Varani – l’ho aiutato io lo scorso luglio. Non aveva soldi ed era in panne. Si era formata una fila lunghissima. Io ho sorpassato tutti con la mia moto. Quando ho riconosciuto Luca, ho chiesto se gli servisse una mano. Lui ha tirato fuori una tanichetta.

 

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Non doveva essere la prima volta che si trovava in quella situazione. Ma è stato onesto. Mi ha subito detto di non avere un euro. “Guarda che ho tre figli, magari anche a loro potrebbe servire una mano in futuro. Non ti preoccupare”, gli ho detto. Gli ho riempito quel contenitore e ho lasciato 10 euro dal benzinaio. Era un ragazzo pulito». Ma con qualche difficoltà: «Dicevano che qualche volta era stato fermato mentre guidava senza assicurazione – continua il carrozziere – e che se ne fosse andato via da casa».

 

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