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Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Le forze tunisine, in teoria, dovevano essere pronte. Anche l'intelligence occidentale che tiene d' occhio i movimenti jihadisti in Nord Africa. Ma i terroristi li hanno aggirati riuscendo a infiltrarsi ed attaccare Ben Guerdane, cittadina non lontano dal confine libico. Un colpo attribuito all' Isis con risultati letali. Sono morti oltre 35 criminali, 11 civili e 11 agenti, compreso un alto grado. Dunque più di 50 le vittime dopo scontri durati ore in una regione estremamente «sensibile» proprio per le infiltrazioni dei militanti.
Gli assalitori, contando su complicità locali, hanno preparato minuziosamente il piano. Prima hanno evitato la sorveglianza comunque massiccia visto che già pochi giorni fa c' era stata una battaglia sempre in zona. Quindi sono entrati nel centro abitato prendendo di mira installazioni militari e le abitazioni di alcuni ufficiali. Una missione probabilmente agevolata dalla presenza tra i mujaheddin di molti tunisini, una piccola parte di quei tremila arruolatisi con il Califfato. Uomini (e donne) andati in Siria, Iraq e Libia dove si sono trasformati in una componente importante.
Gli apparati di sicurezza, superato il momento di sorpresa, hanno fatto affluire rinforzi mentre sono state aumentate le contromisure fino alla nota località turistica di Djerba e a Zarzis. Imposto il coprifuoco, grande movimento di blindati e elicotteri per stroncare un attacco che forse non doveva solo fare strage ma dare modo agli islamisti di proclamare «la liberazione» della cittadina.
Un luogo simbolico, Ben Guerdane è stata letteralmente la culla di molti mujaheddin , qui sono nati e cresciuti rafforzando le idee radicali. E non da oggi. Abu Musab al Zarkawi, il fondatore di al Qaeda in Iraq, la citava come modello. Il testimone «rivoluzionario» è passato ad altri, ai suoi eredi, oggi al servizio di Abu Bakr al Baghdadi.
Gli esperti sono convinti che lo Stato Islamico presente in Libia abbia voluto «smarcarsi» con un' iniziativa spettacolare quanto attesa. Bombardato da americani, francesi e milizie libiche ha portato la guerra in un Paese fragile contando sulle ampie connessioni. In qualche modo è come se ripetesse in piccolo quanto fatto in Siria e in Iraq, dove i due schieramenti del Califfato si aiutano a vicenda. Infine è un evidente il salto di qualità dopo gli attentati del Bardo e sulla spiaggia di Sousse. Allora furono azioni quasi individuali, isolate e contro obiettivi indifesi. Dei turisti inermi. Adesso è arrivata la sfida con tattiche da guerriglia.
isis attacco a ben guerdane
isis attacco a ben guerdane
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