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MELANIA RIZZOLI per Libero Quotidiano
Insieme ai comuni raffreddori le otiti, ovvero le infezioni dell' orecchio, sono le malattie pediatriche più comuni e diagnosticate con maggior frequenza nei Paesi occidentali.
L' otite media è un' infiammazione che si verifica tra la membrana del timpano e l' orecchio interno, ed è in genere causata da batteri che provocano un accumulo di liquido sieroso dietro il timpano.
I bambini sono più suscettibili degli adulti a contrarla, e cinque su sei la sviluppano almeno una volta entro il terzo anno di vita, tanto che questa patologia è uno dei principali motivi di ricorso al pediatra. La maggior parte di queste infezioni otorine si verificano prima che il bambino sappia parlare o riferire i sintomi caratteristici, e solitamente il medico specialista non ha difficoltà a riconoscerle basandosi su alcuni segni, come il dolore attorno alla zona auricolare, la presenza di febbre, la fuoriuscita di liquido dall' orecchio, la mancanza di reazione ai suoni, o la presenza di problemi di equilibrio.
L' otite in genere inizia in seguito ad un mail di gola, un raffreddore o una allergia che colpisca le vie aeree superiori, e se l' infezione è di origine batterica si diffonde spesso all' orecchio medio, e se non curata a dovere quella stessa infezione prolifera indisturbata, e le complicanze possono essere particolarmente gravi, perché dall' orecchio l' infiammazione può divenire purulenta ed infiltrarsi nell' osso circostante (mastoidite), nell' orecchio interno (labirintite) ed arrivare fino alle membrane protettive che circondano il cervello e il midollo spinale (meningite).
Fortunatamente la maggior parte dei casi di otite media guariscono nel giro di pochi giorni, ma se i sintomi non scompaiono o si aggravano, il bambino va sottoposto ad esami strumentali specifici per evitare le complicanze più probabili e temibili, va coperto da terapia antibiotica combinata, e se necessario va ricoverato per monitorare quotidianamente il decorso della patologia. Molti pediatri nel dubbio prescrivono quasi sempre un antibiotico, proprio per evitare peggioramenti della situazione clinica e calcolando i fattori di rischio, poiché anche se il bambino sembra migliorare dopo pochi giorni, l' infezione non sempre risulta debellata e può recidivare con più aggressività, soprattutto in coloro che hanno altri problemi del sistema immunitario, o che sono soggetti ad otiti recidivanti.
MALATTIA ACUTA Questo è quello che deve essere accaduto alla bambina morta a Brescia, Nicole di Gottolengo, la quale era stata accompagnata in un mese per ben due volte in ospedale, e per due volte non è stato ritenuto opportuno un suo ricovero, perché sicuramente non è stata sospettata la diffusione della sua malattia, che invece era rimasta acuta, proseguiva il suo decorso ed era particolarmente aggressiva. La piccola vittima in pratica non era mai migliorata completamente, e quando le sue condizioni si sono aggravate, al terzo accesso in ospedale lei non è sopravvissuta alla grave infezione che non le ha lasciato scampo.
Al Civile di Brescia i sanitari hanno tentato l' impossibile per rianimarla, certamente memori di un tragico precedente accaduto lo scorso anno, quando un bimbo di 6 anni è deceduto tra le loro mani sempre a causa di un' otite purulenta che era stata trattata con rimedi omeopatici. Quel caso però non è paragonabile a quello di Nicole, anche se lei, esattamente come l' altro sfortunato bambino, aveva sviluppato un ascesso nella fossa cranica posteriore, ovvero un accumulo di pus e batteri attivi che hanno invaso il piccolo cervello, che è stato operato, senza la possibilità di eradicarlo completamente perché ormai diffuso a tutte le meningi e al cervello stesso.
Le linee guida della American Academy of Pediatrics raccomandano ai medici un attento monitoraggio e controllo dei bambini con infezioni dell' orecchio, e nei casi di diagnosi incerta consigliano di iniziare da subito la terapia antibiotica, assicurandosi che il piccolo paziente assuma la dose farmacologica per la durata prescritta. Negli Usa le otiti purulente sono drasticamente crollate dopo una campagna di vaccinazione contro l' influenza consigliata ed attuata in età pediatrica, proprio per evitare tragiche conseguenze mortali come quella della piccola Nicole.
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