divorzio

I MARITI SEMPRE PUNITI - IL PG DELLA CASSAZIONE SI E’ SCHIERATO CONTRO LA SENTENZA GRILLI NEL CASO DI UNA COPPIA MOLTO BENESTANTE DI REGGIO EMILIA - LUI IMPRENDITORE, LEI LIBERA PROFESSIONISTA: AL MOMENTO DEL DIVORZIO DOPO 30 ANNI DI MATRIMONIO SI SONO DIVISI 7 MILIONI DI EURO E LEI AVEVA MANTENUTO UN ASSEGNO DI 4 MILA EURO MENSILI E…

Sara Menafra per “il Messaggero”

 

divorzio

La decisione arriverà entro trenta giorni e fino ad allora nessun pronostico è possibile. Le sezioni unite della Cassazione sono chiamate a valutare la spinosa questione degli assegni divorzili e in particolare se questi debbano essere, oppure no, parametrati al «tenore di vita» precedente alla fine del matrimonio.

 

IL PROCURATORE

Dopo la decisione della prima sezione civile che lo scorso maggio aveva deciso di eliminare questo criterio quando si fissa l'assegno di mantenimento del coniuge meno abbiente, il caso è passato alle sezioni unite le uniche, su indicazione dell' ex pg Giovanni Canzio. Dice il codice che solo loro possono fissare parametri interpretativi certi.

 

GUERRA DEI ROSES DIVORZIO

E il procuratore generale d'aula, l'avvocato generale Marcello Marra, nel corso della discussione si è schierato contro la cosiddetta sentenza Grilli - dal nome dell' ex ministro che ha ottenuto di non dover pagare più alla moglie l'esoso contributo fissato in passato, ma lo stretto necessario per garantirle l' autosufficienza: «Si può anche convenire sul fatto che il criterio dell' autosufficienza - ha detto Matera in aula - può essere preso come parametro di riferimento, ma non si può escludere di rapportarsi anche agli altri criteri stabiliti dalla legge, quali la durata del matrimonio, l' apporto del coniuge al patrimonio familiare, il tenore di vita durante il matrimonio per valutare il diritto all' assegno di divorzio».

DIVORZIO

 

LA VICENDA

Il caso che si discuteva ieri mattina era quello di una coppia molto benestante di Reggio Emilia. Imprenditore lui, libera professionista lei, al momento del divorzio seguito ad un matrimonio lungo trent' anni, si sono divisi sette milioni di euro. Lucrezia C. aveva però mantenuto anche un assegno mensile di 4mila euro.

 

L'anno scorso, in seguito alla cosiddetta sentenza Grilli, il contributo è stato azzerato e da qui è partito il ricorso ai supremi giudici. E, soprattutto, la richiesta da parte dell' avvocato Bruno Sassano, che il caso fosse affrontato dalle sezioni unite della Cassazione visto che la sentenza di appello che annullava l' assegno era basata su quella decisione.

 

LISA LOWENSTEIN EX MOGLIE DI VITTORIO GRILLI.

Come spiega lo stesso avvocato nel ricorso, il codice di procedura civile stabilisce che quando una singola sezione della Cassazione non condivide un principio di diritto precedentemente enunciato dalle sezioni unite, «rimette a queste ultime, con ordinanza motivata, la decisione del ricorso».

 

La legge che introduce il divorzio in Italia, la 898 del 1970, modificata nel 1987, sul calcolo dell' assegno non è mai stata chiara. Il tribunale, dice solo, «dispone l' obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell' altro un assegno quando quest' ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive». Come si valuti questa «adeguatezza» la legge non lo dice e fino all' anno scorso aveva fatto testo la sentenza del 1990 che soppesava il «pregresso tenore di vita matrimoniale».

GRILLI MONTI

 

A maggio dello scorso anno, la decisione sul caso Grilli ha letteralmente rivoluzionato i criteri interpretativi. Tra le tante conseguenze di quella decisione, anche un certo malumore all' interno del Palazzaccio che male aveva digerito la decisione della Prima sezione di fissare nuovi criteri senza passare dalle Sezioni unite. Altro motivo per attendere la nuova decisione con una certa attenzione.