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Massimo Massenzio per il "Corriere della Sera"
Aveva messo insieme un po' di bicarbona-to, zucchero, sabbia e alcol. Voleva realizzare il serpente del faraone, un esperimento scientifico per bambini. Lo aveva fat-to altre volte, in compa-gnia della mamma, senza che fosse mai accaduto nulla. E invece la sera dello scorso 28 maggio quella strana mistura ha provoca-to un violento ritorno di fiamma che ha investito in pieno Riccardo Celoria, 10 anni (nella foto sopra con mamma e papà) .
Subito le sue condizioni sono ap-parse gravissime. Richi ha lottato per settimane nel reparto di rianimazione dell'ospedale infantile di Torino Regina Margherita. Ieri è morto. E adesso alla famiglia tornano alla men-te, come in un terribile film, le immagini di quel giorno, quando il fuoco lo raggiunse al volto, al collo, alle braccia e anche al torace. Il 60% del corpo era ustionato. Richi era stato soccorso immediatamente da sua madre Silvia nella villetta di Collegno (Tori-no).
E per cercare di sal-varlo, i medici torinesi lo hanno operato più volte. Le sue condizioni erano gravi, ma stabili. Dopo un mese e sei giorni Richi ha però smesso di lottare. Nella sua cameretta i cara-binieri della compagnia di Rivoli avevano trovato un quaderno con le istruzioni per l'esperimento. Le ave-va copiate da un video tu-torial scovato online. Non sembra che l'esperimento fosse stato assegnato dalle maestre: «La scuola e tutta la comunità di Collegno si stringono virtualmente in-torno alla famiglia di Ric-cardo».
Così Elisa Giovan-netti, la dirigente scola-stica dell'elementare Don Milani: «Vogliamo rispet-tare questo momento, os-servando il silenzio nel ri-spetto della famiglia e so-prattutto di Riccardo». A Collegno hanno fatto tutti il tifo per il piccolo Richi, a cominciare dal sindaco Francesco Casciano: «Abbiamo sperato e pregato, seguito con fiducia tutte le operazioni e le evoluzioni mediche. Ora servono silenzio e vicinanza ai genitori».
L'avvocato Maurizio De Nardo, incaricato dal padre di Riccardo, Pietro Celoria, ha depositato una querela per chiedere accertamenti su eventuali responsabilità. La Procura aveva aperto un fascicolo, assegnato al pm Laura Longo, iscrivendo come «atto dovuto» la madre nel registro degli indagati per lesioni colpose, ora l'iscrizione è per omicidio colposo.
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