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Alberto Simoni per “La Stampa”
Una pillola avvelenata per fermare Musk. Nessuna ipotesi di attentato al patron di Tesla, piuttosto la strategia che il board di Twitter ha ufficializzato ieri per impedire all'eccentrico miliardario la scalata al social.
Giovedì Musk aveva presentato un'offerta di 43 miliardi di dollari, corrispondente al pagamento di 54,20 dollari per azione. L'obiettivo era quello di acquisire tutta la società, di cui oggi è azionista per una quota del 9,1%. Sabato Musk aveva rifiutato di entrare nel direttivo della compagnia per tenersi le mani libere.
Il Cda di Twitter si è riunito a San Francisco e ha respinto all'unanimità l'offerta come «inadeguata» per poi elaborare la strategia per resistere. Nota appunto come «pillola avvelenata». E funziona così: in caso un acquirente provasse a salire oltre il 15% delle quote, il mercato verrebbe inondato di azioni della società a prezzi ribassati. In questo modo - pur calando il valore del titolo - verrebbe ridotta anche la possibilità per Musk (o un altro acquirente) di accaparrarsi una fetta consistente di azioni.
L'obiettivo è quello di evitare scalate ostili facendo incetta sul mercato di quote.
Chiunque volesse comprare Twitter dovrà quindi negoziare direttamente con il board.
Una mossa che parrebbe mettere all'angolo Musk: giovedì pomeriggio in un'intervista alla Ted Conference aveva ribadito che quella dei 54,20 dollari per azione era la sua ultima offerta e che toccava «gli azionisti e non al board» decidere il futuro di Twitter.
Ora non sarà più così. La «pillola avvelenata» resterà attiva per 364 giorni. Non esclude tuttavia che una trattativa possa imbastirsi.
Musk a questo punto potrebbe anche sfidare in tribunale la misura, ma le probabilità di successo sono basse, ha detto al New York Times Edward Rock, professore di diritto societario alla New York University.
Fra i 7500 dipendenti di Twitter c'è apprensione per le sorti della società. L'amministratore delegato Parag Agrawal ha detto in un'assemblea che «Twitter non sarebbe finita sotto il ricatto di un solo uomo».
Non c'è solo Musk ad aver messo nel mirino però Twitter. Il fondo di private equity Thoma Bravo, che gestisce oltre 103 miliardi di dollari, avrebbe espresso al management della società il suo interessamento a mettere insieme un'offerta di acquisizione per contrastare quella di Musk.
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