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Estratto dell’articolo di Grazia Longo per "La Stampa"
Il racconto sulle torture subìte da Giulio Regeni è così straziante che i suoi genitori, Claudio e Paola, escono dall'aula. Molto intense e a tratti drammatiche le quattro ore di testimonianza dell'ex ambasciatore al Cairo Maurizio Massari, ieri mattina davanti alla prima Corte d'assise della capitale.
Interrogato dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ripercorre quei drammatici giorni intercorsi tra la scomparsa, il 25 gennaio 2016 e il ritrovamento del corpo, il 3 febbraio 2016 sulla strada che unisce la capitale con Alessandria d'Egitto.
sit-in per giulio regeni davanti al tribunale di roma di piazzale clodio
La notizia del rinvenimento gli fu comunicata la sera del 3 febbraio dal viceministro degli esteri egiziano, nonostante in realtà la scoperta fosse avvenuta al mattino. Ma durante l'esposizione di Massari, oggi ambasciatore all'Onu a New York, emerge un elemento interessante che riguarda Maha Abdelrahman, la professoressa egiziana di Cambridge che assisteva Giulio al Cairo.
«Ricordo che ho ricevuto alcuni messaggi dalla tutor di Regeni presso l'Università americana al Cairo. Fu lei a dirmi dove si trovava il corpo, mi consigliò di recarmi lì e di insistere affinché l'autopsia non venisse effettuata in Egitto».
Una domanda a questo punto si impone: come faceva la professoressa a sapere che i poveri resti di Giulio si trovavano all'obitorio? Se lo domandano anche gli avvocati difensori degli imputati che chiedono se la tutor collaborasse con l'intelligence inglese.
Questa eventualità non è nota al diplomatico e l'aggiunto Colaiocco si augura di poter ricevere una riposta direttamente dall'interessata. Maha Abdelrahmanse è stata infatti inserita nella lista dei testi da interrogare durante il processo in corso a Roma contro i quattro agenti della National Security egiziana.
Tra le altre informazioni importanti fornite ieri dall'ambasciatore ci sono quelle relative al suo impegno di trovare notizie su Giulio, considerato che le autorità egiziane non collaboravano: «Contattammo anche persone della società civile egiziana in particolare quelle legate alla difesa dei diritti umani. Ci parlarono della ricerca di Giulio sui venditori ambulanti. Ci dissero che era "attenzionato" da tempo, che era stato fotografato.
Legavano la sparizione all'attività di ricerca di Giulio. Tutto induceva a ritenere che Giulio fosse stato in qualche modo fermato dalle autorità egiziane, che ci fosse qualcosa legato alla sua attività di ricerca che poteva aver dato fastidio». […]
PATRICK ZAKI GIULIO REGENI MURALE MURALESGIULIO REGENI E AMICIGiulio Regenigiulio regeni paola regeni
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