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MISTERO D’ITALIA O SEGRETO DI STATO? – IL PODCAST “IL CIELO SOPRA USTICA” RICOSTRUISCE IL DISASTRO DEL DC9 ITAVIA, PRECIPITATO IL 27 GIUGNO 1980 – NESSUN GOVERNO, NEGLI ANNI SUCCESSIVI, VOLLE INVESTIRE SUL RECUPERO DEL VELIVOLO, CHE SAREBBE RIMASTO A 3500 METRI DI PROFONDITA’ SE LA SORELLA DI UNA DELLE VITTIME NON AVESSE DECISO DI LOTTARE – LE ISTITUZIONI SI RIVOLSERO A UNA SOCIETÀ AMERICANA CHE, A SUA VOLTA, DIROTTO’ I PERITI VERSO LA FRANCESE IFREMER, SPECIALIZZATA IN RICERCHE SUBACQUEE (E VICINA AI SERVIZI SEGRETI FRANCESI, SECONDO IL GIUDICE PRIORE) - MA CHE RISPOSTE HA DATO, IL RELITTO? ESCLUSA L'IPOTESI DELLA BOMBA NE RIMANGONO SOLO DUE: UN MISSILE E LA QUASI COLLISIONE CON UN ALTRO AEREO…

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Estratto dell’articolo di Antonio Iovane per “la Repubblica”

 

1980 strage ustica

È il maggio del 1987, il professor Leonardo Lecce si trova a bordo di una nave francese, il Nadir, nel mar Tirreno. Sotto di lui, a oltre 3500 metri di profondità, il sonar ha rilevato quelli che potrebbero essere i resti del Dc9 Itavia precipitato il 27 giugno 1980. Lecce insegna "Strutture areospaziali avanzate" all'Università Federico II di Napoli ed è membro della commissione Blasi nominata dal magistrato Vittorio Bucarelli per rispondere alla domanda: perché è precipitato l'aereo di Ustica?

 

STRAGE DI USTICA - ITAVIA

È un'impresa difficile e incerta, quella dell'individuazione dei resti di un aereo in fondo al mare ma la commissione ci crede. Lecce osserva le immagini che un robot all'avanguardia, l'Epaulard, sta scattando e restituendo su un monitor e, tra le foto che scorrono sul monitor, vede qualcosa. La storia è raccontata nel podcast "Il cielo sopra Ustica" (OnePodcast) che ricostruisce la cronaca e le indagini relative al disastro del Dc9.

 

STRAGE DI USTICA - ITAVIA

Solo due anni prima l'indagine su Ustica si trovava su un binario morto tanto che Bucarelli era in procinto di archiviare. I periti della commissione Blasi erano stati chiari: se si voleva continuare a indagare occorreva recuperare il relitto sul fondo del Tirreno. Nessun governo prima di allora aveva voluto investire nelle costosissime operazioni di recupero, data la sfavorevole congiuntura economica e la storia di Ustica avrebbe rischiato di rimanere congelata a 3500 metri di profondità se, a questo punto, la sorella di una delle vittime non avesse deciso di reagire, brigare, lottare.

 

STRAGE DI USTICA

Daria Bonfietti, sorella di Alberto, si mobilita per coinvolgere le istituzioni. Nasce il Comitato per la verità su Ustica, formato tra gli altri dal giurista Francesco Paolo Bonifacio, Antonio Giolitti, Pietro Ingrao, Stefano Rodotà e Franco Ferrarotti. Il Comitato, e siamo già nel 1986, fa pressioni sul presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che sollecita il governo. E il governo risponde: il recupero si farà, con una previsione di spesa di 15 miliardi di lire.

 

La commissione Blasi si rivolge a una società americana che, a sua volta, dirotta i periti verso la francese Ifremer, specializzata in ricerche subacquee (e vicina ai servizi segreti francesi, sosterrà più tardi il giudice Priore).

STRAGE DI USTICA - LA DINAMICA DELL INCIDENTE

 

Si può partire: nel maggio del 1987 Lecce si imbarca da Napoli su una motovedetta che lo dovrà portare sulla nave Nadir, di proprietà della Ifremer, e ora è davanti a un monitor, a osservare le profondità marine. «A un certo punto ci fecero vedere le immagini di una porta — dice il perito — e io dissi subito che apparteneva ad un aereo».

 

[…] Ci siamo, quello individuato dovrebbe essere l'aereo di Ustica. Una speranza che si fa certezza qualche tempo dopo, quando sullo schermo compare un'altra immagine: «Vedemmo una parte di fusoliera con la scritta "Itavia", non c'erano più dubbi, era il Dc9 di Ustica».

 

IL RECUPERO DEI RESTI DELL AEREO DC9 DI ITAVIA

[…] viene calato un piccolo sommergibile, il Nautile, con due uomini a bordo che fotografano i resti, dopodiché si valuta come tirare su i pezzi dell'aereo. […] Il primo oggetto recuperato è la scatola nera con le ultime conversazioni avvenute nella cabina di pilotaggio. Le missioni si susseguiranno fino al 1992 […] Alla fine il Dc9 verrà ricostruito quasi per intero, trasportato prima in un hangar a Pratica di Mare e poi il 25 giugno 2006, impacchettato nel cellophane e trasportato su 18 tir a Bologna. Oggi si trova al Museo per la Memoria di Ustica. Ma che risposte ha dato, il relitto ricomposto? «Lo stato e la posizione in cui abbiamo trovato l'aereo esclude l'ipotesi della bomba — suggerisce Lecce — Ne rimangono solo due: un missile e la quasi collisione con un altro aereo».