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SESSO E DROGA ON THE ROAD! - A BERGAMO L'IMPRENDITORE 59ENNE VITO PAVONE È ACCUSATO, INSIEME AD ALTRE QUATTRO PERSONE, DI AVER MESSO A DISPOSIZIONE LE MACCHINE DELLA SUA SOCIETÀ DI AUTONOLEGGIO PER TRASPORTARE DROGA ED ESCORT - I VEICOLI ERANO MODIFICATI PER ASSICURARE TUTTI "COMFORT" DEL CASO, COME AMPI SEDILI - DURANTE LE PERQUISIZIONI, LA GUARDIA DI FINANZA HA TROVATO 500 MILA EURO IN CONTANTI E 25 CHILI DI COCAINA - LE TESTIMONIANZE DELLE PROSTITUTE, CHE AVEVANO FINO A 15 CLIENTI AL GIORNO E LE INTERCETTAZIONI: "NON È CHE TI FAI UNA BELLA PUBBLICITÀ PORTANDO IN GIRO QUESTE MIGNOTTE" - LATITANTE IL SOCIO ALBANESE DI PAVONE...
Da www.leggo.it
Un giro di prostituzione di lusso, con spaccio di droga, e un sequestro di beni per 1,2 milioni di euro ritenuti il frutto di estorsione e bancarotta: la Guardia di Finanza di Bergamo ha sequestrato contanti, 25 kg di stupefacenti e persino una limousine nel blitz che ieri, martedì 13 maggio, ha portato a due arresti, un divieto di dimora in Italia e un divieto di esercitare attività d'impresa per 12 mesi.
I militari hanno fatto luce su una presunta organizzazione criminale composta da italiani e albanesi, attiva in Lombardia e in altre regioni italiane. Le accuse comprendono traffico di sostanze stupefacenti, furti e rapine in villa, sfruttamento della prostituzione, estorsione, ricettazione, bancarotta fraudolenta e detenzione illegale di armi.
Il blitz, coordinato dalla Procura di Bergamo, ha portato all'esecuzione delle quattro misure cautelari. Le indagini sono partite dall'analisi di alcune società bergamasche che operano nel settore del noleggio auto e del tuning.
Le vetture, spesso noleggiate senza contratto né tracciabilità, secondo l'accusa venivano modificate con interni rifatti, vetri oscurati e vani nascosti, per trasportare droga, contanti e facilitare reati come estorsioni, rapine e sfruttamento della prostituzione.
Durante le perquisizioni i finanzieri hanno sequestrato oltre 500mila euro in contanti, 25 kg di cocaina e hashish (dal valore stimato di 450 mila euro), e un lussuoso furgone Mercedes Limousine utilizzato per accompagnare le prostitute. Oltre ai reati diretti, l'indagine ha rivelato un passivo fallimentare di circa tre milioni di euro e il drenaggio illecito di fondi societari per oltre un milione di euro. [...]
UNA DELLE MACCHINE AFFITTATE DA VITO PAVONE
Come racconta il Corriere della Sera a finire in carcere è stato un imprenditore bergamasco, Vito Pavone, 59 anni, mentre un albanese (di cui si omette il nome) è latitante. Pavone, mentre portava in aeroporto una donna polacca, le racconta: «Ho fatto un Vito limousine, quello Mercedes, ho speso 200mila euro.
È tutto con il cielo stellato, il televisore della Apple, quattro posti da figo», spiegando le sue doti con il restyling e il tuning. Secondo la Gdf quel Mercedes Vito trasformato in "Limo" veniva utilizzato per trasportare prostitute: Pavone è accusato di associazione per delinquere per una serie di reati, dal traffico di droga alla ricettazione, dall’autoriciclaggio allo sfruttamento della prostituzione. Reati per cui avrebbe messo a disposizione i mezzi e la 'base logistica'.
Quanto al 'socio' albanese, ora latitante, Pavone prima lo denuncia, poi intercettato ammette: «Non lo tradirò mai». Parlando con la moglie racconta di un Rolex che gli aveva dato proprio l'albanese, e che lui vorrebbe portare in oreficeria ma teme che si scopra il numero di matricola.
I contratti di noleggio delle auto non venivano sottoscritti per lasciare l'anonimato ai clienti: negli anni vengono poi accumulate multe stradali per 117mila euro, senza mai comunicare chi fosse alla guida, sempre per tutelare la privacy dei clienti, mentre su un'auto della carrozzeria Colleoni (sempre controllata da Pavone) vennero sequestrati 5 chili di cocaina.
Secondo il gip c'era il 'sistematico' utilizzo del Vito-Limo per il trasporto di prostitute e persone ritenute Vip: «Un conto è portare in giro il personaggio che comunque fa storie, fa pubblicità, ma un conto è portare in giro queste mignotte, non è che ti fai una bella pubblicità», si sente in un'intercettazione.
Al latitante albanese viene anche contestato lo sfruttamento della prostituzione: le ragazze hanno raccontato di aver avuto fino a 15 clienti al giorno, guadagnando fino a 500mila euro l'anno. Ma di quei soldi, vedevano solo qualche centinaio di euro che mandavano alla famiglia. In particolare quattro ragazze straniere si prostituivano in casa e su strada a Bergamo, Lallio, Osio Sotto e Dalmine: guadagni fino a 1.300 euro al giorno, ma il ricavato usciva in fretta dalle loro tasche per finire in quelle del loro protettore. [...]
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