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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Caterina Pasolini per “la Repubblica”
Dopo il terremoto e la neve adesso arriva l’incubo dighe, lo spettro di un nuovo Vajont. A paventare il ripetersi della tragedia del ’63 quando una frana caduta nel bacino idrolettrico provocò 1.910 morti, è il presidente della commissione Grandi rischi, Sergio Bertolucci. E scoppiano polemiche, proteste, annunci di scuole chiuse ad oltranza, sindaci in rivolta e una riunione d’urgenza convocata dal governo per vederci chiaro sulla situazione degli invasi nelle regioni terremotate.
Bertolucci nei giorni scorsi aveva annunciato la possibilità di danni agli invasi vista la previsione di scosse sui 7 gradi di magnitudine. Ieri al tg3 rincara la dose: «Nella zona di Campotosto c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è “l’effetto Vajont”».
Qualche ora dopo, ridimensiona: «Il pericolo non è imminente, basta monitorare l’attività sismica». Anche l’Enel, che gestisce l’infrastruttura, afferma dopo accurati controlli che è assolutamente sicura, ma la gente ormai ha paura e la reazione dei sindaci della zona è immediata. A Leonessa per precauzione le scuole verranno chiuse sine die, mentre altri comuni protestano per non essere stati avvertiti direttamente del possibile pericolo. «Farò un esposto in procura. Trovo tutta questa cosa paradossale, non possiamo apprendere da Facebook se ci sono dei rischi» dice Paolo Trancassini sindaco di Leonessa.
Alla fine interviene il governo. Per valutare la situazione delle grandi dighe del centro Italia colpite da sisma e maltempo oggi ci sarà una riunione indetta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Non solo, ci si muove subito per Campotosto. È solo per precauzione, insistono all’Enel, ma la certezza è che nei prossimi giorni parte dell’invaso, pieno ora al 40%, verrà ulteriormente svuotato di acqua per alleggerire la pressione sulle strutture.
È una vecchia conoscenza di sismologi e ingegneri, Campotosto, venti chilometri da Amatrice e cinquanta dall’Aquila. Secondo lago artificiale più grande d’Europa (1.400 ettari) con le sue tre dighe, si trova nella zona più sismica del continente. A costruirlo furono gli uomini del Duce negli anni 30. Serviva energia per alimentare l’industria bellica e Campotosto, 1.420 metri sul livello del mare, sembrava il luogo ideale.
Alla riunione del ministero sulle dighe, oggi, parteciperanno uomini della Protezione civile, del Consiglio superiore dei lavori pubblici, le Regioni e i gestori. Il summit è stato convocato dal ministro Graziano Delrio. Dopo aver ricevuto un quadro della situazione nei mesi scorsi, ha convinto il governo a stanziato 300 milioni per intervenire sulle 101 dighe più a rischio tra le 541 con almeno un milione di metri cubi d’acqua. In serata il premier Paolo Gentiloni ha annunciato poteri straordinari a chi si occupa di ricostruzione. «Protezione civile e commissario hanno bisogno di maggiori poteri per lavorare più velocemente, perché nelle zone colpite dal sisma non si diffonda la disperazione ».
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