don graziano maccarone e don nicola de luca

LO FAMO STRANO CON DON GRAZIANO – RINVIATI A GIUDIZIO DUE PRETI SICILIANI CHE MINACCIAVANO LA FIGLIA DI UN LORO DEBITORE E LE INVIAVANO MESSAGGI A SFONDO SESSUALE – LA DIOCESI LI DIFENDE: “È UNA MACCHINAZIONE PER NON RESTITUIRE IL DENARO…" – DON GRAZIANO MACCARONE HA INVIATO PIÙ DI 3000 SMS HOT ALLA RAGAZZA E SI ERA FATTO MANDARE DEGLI INDUMENTI INTIMI, MENTRE L’ALTRO SACERDOTE, DON NICOLA DE LUCA...

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Fabio Amendolara per “la Verità”

 

Al centro della storia c' è un debito non onorato, che si è trasformato in una tentata estorsione. Sullo sfondo ci sono la 'ndrangheta, con il coinvolgimento del clan Mancuso, e uno scenario hot ai limiti del fetish. Le carte che secondo la Procura antimafia di Catanzaro inchiodano Graziano Maccarone, 41 anni, segretario particolare del vescovo di Mileto, e Nicola De Luca, 40 anni, di Rombiolo, reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea, sembrano un vaso di Pandora.

DON GRAZIANO MACCARONE E DON NICOLA DE LUCA

 

Da un' informativa dell' inchiesta, insieme alle prove della richiesta estorsiva, è saltato fuori uno scenario hot, con una valanga di messaggi (la Procura ne ha contati circa 3.000) che don Graziano avrebbe mandato alla figlia disabile della vittima. E nonostante la disabilità al cento per cento della ragazza di 31 anni, si era fatto addirittura mandare degli indumenti intimi tramite dei conoscenti e l' aveva invitata a incontrarsi in un albergo di Pizzo Calabro.

 

E quando il papà ha deciso di andare dai magistrati, comunicando che aveva visto le foto contenute in una pennetta, don Nicola, l' altro sacerdote, ha tentato una mediazione finalizzata alla soluzione bonaria della vicenda. I messaggi sono stati cancellati, perché, a dire della vittima, sua figlia «era terrorizzata dalle continue minacce di ritorsioni proferite da don Graziano, con espliciti riferimenti a suoi parenti provenienti da San Calogero e da Nicotera, dotati di bazooka». Per entrambi i preti è stato chiesto il rinvio a giudizio. Don Maccarone è accusato anche di aver inviato in due mesi migliaia di sms a sfondo sessuale alla disabile, figlia del debitore.

nicola gratteri

 

L' accusa: i due preti avrebbero costretto, con violenza o minaccia, una persona del Vibonese, alla quale avevano prestato del denaro, a restituire loro quasi 9.000 euro. Il debito era stato contratto dalla vittima e dalla figlia con una terza persona. Per evitare il pignoramento dei beni della figlia, l' uomo si era quindi rivolto ai sacerdoti. Don Maccarone, secondo l' accusa (le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Vibo Valentia e coordinate dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal pm della Procura antimafia Annamaria Frustaci), avrebbe quindi cominciato a inviare messaggi a sfondo sessuale alla ragazza.

 

Ma quando il padre è venuto a conoscenza della questione, don Maccarone avrebbe cambiato radicalmente atteggiamento, chiedendo al debitore l' immediata restituzione delle somme di denaro per sé e per don De Luca.

 

DON NICOLA DE LUCA

Il sacerdote invitò anche il debitore in uno studio legale per chiarire quanto accaduto con la ragazza, usando come leva le foto che lei gli aveva mandato. E siccome l' uomo non onorava il debito, secondo l' accusa, don Maccarone, nel corso di un incontro, avrebbe specificato che «mio cugino è Luigi, il capo dei capi». Che poi avrebbe contattato. L' uomo, stando alla ricostruzione della Procura, è ritenuto legato al boss Pantaleone Mancuso detto Scarpuni. E poco dopo al debitore arrivò la comunicazione di stare attento perché «avrebbe fatto una brutta fine».

 

La diocesi, però, ha difeso i due sacerdoti. In un comunicato stampa ha sostenuto che si sarebbe trattato di una macchinazione «finalizzata chiaramente a trovare una scusa per non restituire il denaro». E ha fatto anche la morale al denunciante: «È grave e immorale da parte di un padre giocare con la onorabilità di una figlia per soldi». E il debito? La curia fa sapere che i due sacerdoti, a questo punto, hanno deciso di tagliare i ponti con la vittima e di rinunciare al gruzzoletto. L' udienza preliminare è stata fissata per il 3 ottobre. Lì i due sacerdoti dovranno difendersi.