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Luana De Micco per il “Fatto quotidiano”
Eccola arrivare in abito nero, con i capelli raccolti, spingendo la sedia a rotelle del nonno, l’ex partigiano Alain Gayet, di 92 anni e la Legione d’onore spillata sulla giacca. È così che Julie Gayet ha fatto ieri la sua prima comparsa pubblica accanto al presidente François Hollande. Un’immagine sobria che non ha niente a che vedere con le foto rubate un anno e mezzo fa di Hollande sullo scooter e il casco in testa che andava a incontrare in segreto la compagna.
La coppia ha scelto le commemorazioni dell’appello del 18 giugno 1940 del generale De Gaulle che da Londra incitava i francesi a battersi contro la Germania nazista. Sulle immagini che circolano da ieri lei resta sempre un po’ in secondo piano. Première dame sì, ma con discrezione.
Per molti osservatori è una bella mossa di comunicazione. Dall’Eliseo assicurano che la presenza dell’attrice si spiega solo perché il nonno faceva parte di quei francesi che si sono arruolati in nome della libertà. Forse invece ha ragione Paris Match che sull’ultima copertina scriveva profetico: “Julie Gayet. Alla luce del sole. Come sta entrando poco alla volta nel suo ruolo”.
Se vogliamo la data è scelta bene anche perché l’episodio fa passare un po’ in sordina l’altro 18 giugno che la Francia sta allegramente boicottando per rendere omaggio a De Gaulle. Né il presidente Hollande né il premier Manuel Valls hanno previsto di fare il viaggio in Belgio dove si stanno celebrando in pompa magna i 200 anni della battaglia di Waterloo che, il 18 giugno 1815, segnò la disfatta di Napoleone. Dalla Gran Bretagna sono partiti il principe Carlo e la moglie Camilla. La Francia invia il suo ambasciatore a Bruxelles.
“Ci rimproverano di non andare a versare lacrime per quel temibile momento vissuto dal nostro paese”, ha ironizzato ieri Valls. L’inglese Daily Télégraph ha scritto: “Parigi non ha ancora digerito la sconfitta”. Certo che l’episodio brucia ancora alla fierezza transalpina. A marzo la Francia si era opposta all’iniziativa belga di coniare una moneta di 2 euro e 50 per il bicentenario e davanti al Consiglio d’Europa aveva denunciato “un simbolo negativo per una parte della popolazione europea”.
Il termine Waterloo è diventato sinonimo di disastro. Proprio alcuni giorni fa l’ex ministra ecologista, Cécile Duflot, ha definito la politica sull’immigrazione una “Waterloo morale”. Ma è la figura di Napoleone che mette a disagio la Francia, anche quando si tratta di vittorie. Nel 2005, per i 200 anni della battaglia di Austerlitz, l’allora presidente Jacques Chirac preferì a sua volta boicottare le cerimonie ufficiali.
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