FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Tommaso Fregatti Marco Grasso per “la Stampa”
Le accuse messe per la prima volta nero su bianco dalla Procura sono pesantissime.
Ed evidenziano come agli occhi dei pm Autostrade per l' Italia abbia violato il patto con lo Stato. «Da Aspi - scrivono - assistiamo a una strategia complessiva volta alla realizzazione di comportamenti di sistematica falsificazione finalizzata al mascheramento di gravissime inadempienze agli obblighi di legge e della convenzione tra Autostrade e lo Stato».
Il passaggio, tecnicamente, è contenuto nella richiesta di misure cautelari, variamente eseguite nelle scorse settimane, per 9 tra dirigenti e ingegneri della stessa Aspi e della controllata Spea Engineering, accusati di aver compilato falsi report sulla sicurezza di alcuni viadotti.
L' atto d' accusa, scritto dal pm Walter Cotugno e depositato negli ultimi giorni al tribunale del Riesame, dipinge un inquietante quadro «sistemico», come mai si era visto in precedenza. «Dalle carte dell' inchiesta - precisa il magistrato - emergono reiterati e organizzati comportamenti di falsificazione di numerosi atti pubblici, tutti caratterizzati dalla finalità di occultare il reale stato di ammaloramento di svariate opere della rete autostradale».
La sistematicità Soprattutto, i pm rimarcano come certi comportamenti, molto diffusi, siano stati sia «antecedenti» che «successivi» al crollo del Ponte Morandi. «Vengono tuttora falsificati (il documento risale alla seconda parte dell' estate, ndr)- aggiunge Cotugno - con pari sistematicità gli atti pubblici relativi agli accertamenti e alle verifiche circa la sicurezza della circolazione su una serie di ulteriori opere d' arte della rete autostradale». Sempre a parere di chi indaga, la morte di 43 persone e il crollo del viadotto non hanno rappresentato uno spartiacque e dietro le relazioni truccate c' è una regia precisa.
«Tale sistematica falsificazione - evidenziano gli inquirenti - lungi dall' essere espressione di comportamenti isolati di un singolo indagato, risulta invece legata ad un preciso modus operandi. Emerge, infatti, il coinvolgimento diffuso di svariate articolazioni della società Spea e di Autostrade per l' Italia, con i loro rispettivi responsabili al più alto livello».
Qual era l' obiettivo, secondo gli investigatori?
«Risulta dalle indagini - si sottolinea nel dossier - che il concessionario e per esso alcuni indagati ai massimi livelli di responsabilità, richiedano costantemente a Spea e a volte per il tramite dell' amministratore delegato Antonino Galatà (sottoposto mercoledì mattina a una lunga perquisizione della Finanza sia nella sua abitazione sia nel suo ufficio, ndr) la falsificazione di atti e documenti. Al fine di mantenere occulto, anche nei confronti delle specifiche attività d' ispezione ministeriale, il grave stato di ammaloramento delle rete autostradale».
La "contro indagine" Nel documento si evidenzia infine come lo spirito generale non sia stato collaborativo verso i magistrati. «Gli indagati interni a Spea - conclude il pm - non solo si coordinano tra di loro nell' esecuzione dell' attività criminosa, ma si sono organizzati per sviare ed eludere le indagini, che sanno essere in corso, ostacolando sia l' acquisizione delle prove sia la genuinità delle stesse.
Anche tale attività di inquinamento probatorio viene svolta ai massimi livelli dirigenziali. Risulta infatti che il direttore responsabile dell' ufficio legale di Spea abbia posto in essere con l' aiuto di numerosi collaboratori indagati una sistematica attività di "contro indagine" e d' inquinamento probatorio, anche mediante comportamenti penalmente rilevanti. Tra questi la preparazione degli interrogatori dei testimoni e il posizionamento di jammer per disturbare le intercettazioni. Le indagini hanno inoltre consentito di accertare che i testimoni vengono convocati per essere preparati alle indagini e sono poi ri-convocati per riferire in ordine alle dichiarazioni rese».
Aspi precisa che ha avviato da tempo monitoraggi sui viadotti attraverso società esterne specializzate, che verificano a loro volta i monitoraggi eseguiti da Spea.
Entro la fine dell' anno tutte le 1943 opere della rete autostradale saranno state verificate anche da queste società esterne.
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