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FONSAI COME VANNO QUESTE COSE - LA PROCURA DI MILANO CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE DELL’ACCUSA DI OSTACOLO ALLA VIGILANZA CONSOB PER NAGEL E LIGRESTI - TUTTO INIZIO' CON IL “PAPELLO” DI RICHIESTE DEI LIGRESTO'S PER USCIRE DA PREMAFIN-FONSAI

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IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI

(ANSA) - La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'accusa di ostacolo all'attività di vigilanza della Consob contestata all'ad di Mediobanca Alberto Nagel e a Salvatore Ligresti in relazione alla vicenda del cosiddetto 'papello'. Sulla richiesta dovrà decidere il gip Roberto Arnaldi. Da quanto si è saputo, il pm di Milano Luigi Orsi ha inoltrato al gip Arnaldi la richiesta di archiviazione su cui ora dovrà esprimersi il giudice.

 

Lo scorso novembre, il pm aveva chiuso le indagini nei confronti di Nagel, difeso dal legale Mario Zanchetti, e di Ligresti, assistito dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni, ipotizzando che ci fosse stata "una trattativa" tra Mediobanca e la "famiglia Ligresti" per far ottenere benefici economici, tra cui 45 milioni di euro e una lunga lista di benefit, al costruttore siciliano e ai suoi tre figli, Paolo, Jonella e Giulia, in cambio della loro "uscita" dalla gestione del gruppo Premafin-Fonsai. Trattativa che, come risultava dall'avviso di conclusione indagini, si sarebbe conclusa con un "accordo" che venne "tenuto nascosto", custodito in una cassaforte, all'organismo di vigilanza del mercato, la Consob.

ALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTI

 

Il cosiddetto 'papello' sarebbe stato consegnato all'avvocato Cristina Rossello, "segretario del patto di sindacato di Mediobanca". Il filone di indagine era nato nell'estate 2012 nell'ambito della più ampia inchiesta del pm Orsi sul gruppo assicurativo dell'immobiliarista di Paternò. E vedeva al centro proprio quel presunto patto segreto che sarebbe stato siglato il 17 maggio 2012 tra Nagel e Salvatore Ligresti.

LIGRESTI CON LE FIGLIELIGRESTI CON LE FIGLIE

 

Da Mediobanca, però, avevano fatto presente che il 'papello' non riguardava l'istituto, non era un accordo e l'ad lo siglò come presa d'atto per poter andare avanti nell'operazione. E che né Nagel né la banca potevano impegnarsi a fornire quanto scritto nel foglio perché non erano asset a disposizione di Mediobanca, ma di Unicredit o di Unipol.

 

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Peraltro tutte le richieste contenute nel 'papello' non solo non erano attuali, avevano chiarito ancore da Mediobanca, ma non hanno nemmeno avuto seguito. Il pm, nel chiedere l'archiviazione dell'accusa contestata, ha ricostruito, in ogni caso, la vicenda del cosiddetto 'papello' e il ruolo dei 'protagonisti', non ravvisando tuttavia elementi per chiedere il processo. Ora nelle prossime settimane dovrà decidere il gip.