cafaro coda

COLPO DI CODA - DOPO ESSERE STATO LICENZIATO UN 45ENNE SI REINVENTA CON UNA PROFESSIONE DEL TUTTO NUOVA: IL CODISTA - IL SUO RUOLO CONSISTE NEL FARE LE FILE PER CONTO DEGLI ALTRI - HA LANCIATO IL CONTRATTO DI CATEGORIA, TIENE CORSI DI FORMAZIONE - LA SUA CODA PIU’ LUNGA E’ DURATA 8 ORE QUANDO E’ USCITO L’IPHONE 6S - “LE CODE PEGGIORI? QUELLE DI EQUITALIA E AGENZIA DELLE ENTRATE”

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Pietro Vernizzi per “la Verità”

 

GIOVANNI CAFAROGIOVANNI CAFARO

Tre anni fa è stato licenziato dall' azienda di abbigliamento per la quale lavorava come responsabile marketing a seguito di una delocalizzazione. Invece di perdersi d' animo Giovanni Cafaro, 45 anni, ha deciso di reinventarsi con una professione del tutto nuova, quella di codista.

 

Il suo ruolo consiste nel fare le code per conto di chi non ha tempo. Nonostante si parli tanto di digitalizzazione della pubblica amministrazione, secondo la Cgia di Mestre dal 1995 a oggi agli sportelli dei Comuni italiani le code superiori ai 20 minuti sono aumentate del 104,6 per cento. E così Cafaro, nato a Salerno ma trapiantato a Milano, si è trovato con un business in forte crescita.

 

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La mia coda più lunga risale al settembre 2015, quando è uscito l' iPhone 6S e un ragazzo mi ha chiesto di fare di tutto per procurarglielo. Sono rimasto in fila 8 ore ma alla fi ne l' ho spuntata, racconta orgoglioso Cafaro. Sul suo profilo Linkedin si definisce il primo codista italiano, un titolo che si è guadagnato macinando ore di attesa alle prevendite di cd e libri dei cantanti, dei biglietti per le mostre a Palazzo Reale, nonché agli sportelli di uffici pubblici come Inps, Poste e Comune.

 

Le code in assoluto peggiori sono quelle di Equitalia e Agenzia delle entrate, confida il codista. Una volta sono rimasto per 3 ore e mezza in attesa ai loro sportelli. Il fatto più spiacevole però non è dover aspettare, ma non sapere mai se hai con te i documenti necessari, perché spesso le procedure cambiano senza che agli utenti sia comunicato nulla.

 

Anche se spesso ha dovuto rifare la stessa fila più volte perché mancava un timbro o un pezzo di carta, Cafaro confessa: Io adoro qualsiasi tipo di coda e non mi faccio mai mancare nulla. È proprio qualcosa di innato: più è lunga la fila che ho davanti e più sto bene. Non tutti però possono svolgere questa professione. Quello di codista è un lavoro che non si può improvvisare. Innanzitutto servono doti caratteriali che non tutti hanno come calma e pazienza. Ma occorre anche la capacità di capire a fondo le procedure dell' amministrazione e l' abilità nelle pubbliche relazioni.

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Proprio per insegnare l' esperienza acquisita Cafaro ha avviato dei corsi di formazione per codisti, preparando più di 300 persone provenienti da tutte le regioni italiane.

 

Al termine rilascio l' attestato che certifica la professio nalità e la preparazione necessarie per svolgere l' attività di codista, sottolinea. La mia soddisfazione più grande è il fatto che alcuni dei miei "studenti" sono stati assunti dalle imprese per migliorare il welfare aziendale. Garantire questo servizio ai dipendenti, infatti, riduce la richiesta di permessi e aumenta la produttività.

 

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Cafaro ha anche lanciato il primo contratto nazionale di lavoro dei codisti, che consente di inserire questa figura nel mondo lavorativo in modo flessibile. Il codista può essere occupato in un' azienda per la durata di un giorno, una settimana o un mese, ma può anche essere assunto a tempo determinato, spiega l' ex manager. In questo periodo di tempo ha diritto a busta paga, permessi, ferie nonché ai contributi previdenziali e assicurativi. Il lavoratore riceve 10 euro lordi l' ora, di cui 7,50 euro come salario netto mentre 2,50 vanno a Inps e Inail.

 

GIOVANNI CAFARO PROFESSIONE CODISTAGIOVANNI CAFARO PROFESSIONE CODISTA

Ora Cafaro intende anche chiedere alla Camera di commercio di riconoscere alla professione di codista un apposito codice Ateco, cioè la combinazione alfanumerica che identifica le varie attività economiche. Regolare la professione di codista è fondamentale, assicura il quarantacinquenne. Spesso con il nostro lavoro dobbiamo risolvere problematiche molto serie e delicate, instaurando un rapporto di fiducia con i clienti. Tra questi ultimi ci sono banche, professionisti, commercianti, dipendenti delle aziende, ma anche cittadini privati e disabili. Il nostro è un vero e proprio servizio dal punto di vista sociale.

 

E aggiunge Cafaro: Negli uffici dove mi reco più di frequente ormai mi conoscono tutti e a volte mi propongono di saltare la coda. Ma io mi rifiuto sempre, perché ne va della mia deontologia professionale.

 

L' ex manager ha anche provato a elaborare una teoria scientifica della coda. Per sperimentarla ho provato in primo luogo a svegliarmi all' alba per arrivare per primo allo sportello, ma in più casi trovavo comunque una fila molto lunga. Ho spostato quindi l' orario di arrivo a mezzogiorno o poco prima della chiusura, quando la coda si era già smaltita.

 

E ho anche cercato di selezionare il giorno della settimana migliore: per esempio il venerdì una parte delle persone parte per il weekend lungo. Alla fine però mi sono arreso perché le variabili in gioco sono troppe e quando meno te lo aspetti ti trovi di fronte una coda chilometrica.

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