FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"
[…] Nel grande e continuo processo di mitizzazione e riscrittura della propria storia, in atto da molto prima dell’epoca putiniana, Vladimiro il Grande (circa 960-1015), considerato il costruttore del primo nucleo dell’Impero russo, ha un posto d’onore. E lo ha avuto anche ieri sera, quando è andata in scena la prima nazionale de «Il principe Vladimir», la cosiddetta etno-opera a lui dedicata, con le porte del Palazzo di Stato del Cremlino, l’ex Palazzo dei congressi, che si sono aperte in via del tutto eccezionale e anche qui non casuale. Una sola replica prevista, oggi, nella sala concertistica più grande ed esclusiva del Paese, capace di ospitare seimila spettatori, e tutto esaurito annunciato da giorni.
Non è soltanto uno spettacolo teatrale, è anche un groviglio di simboli e allusioni storico-politiche, raccontare il passato per celebrare il presente, e con esso l’altro Vladimir, quello contemporaneo.
L’intero progetto, benedetto anche dalla Chiesa ortodossa russa, è finanziato dal Fondo presidenziale per le iniziative culturali, ed è stato curato dall’amministrazione del Cremlino, nella persona del capo Dipartimento dei progetti pubblici Sergey Novikov, considerato dall’opposizione come il compilatore delle liste nere degli artisti indesiderati o non allineati.
[…] Tra gli oltre centocinquanta attori figurano ovviamente cantanti lirici scelti dai teatri moscoviti. Ma le parti principali sono state affidate a personaggi di primo piano nel panorama della musica pop «nazionalista». Il ruolo del Principe è stato assegnato al nuovo idolo dei giovani Shaman, al secolo Yaroslav Dronov, 33 anni, che nel luglio del 2022 è diventato ancora più famoso grazie al singolo Sono russo : «Sono russo, vado fino in fondo/Sono russo malgrado tutto il mondo».
[…] L’opera, accompagnata dal prefisso «etno» perché oltre ai canti tradizionali contiene motivi folk e musiche pop e rock compreso il rap, ha trovato un certo spazio, diciamo così, tra i media russi. […]
Lo scrittore, poeta e dal 2022 «agente straniero» Dmitrij Bykov considera l’opera come un tentativo del presidente di tracciare la propria genealogia storico-politica. «Nel Principe Vladimir», scrive su Telegram, «vengono attualizzate le qualità che incarna Putin.
Ogni governante cerca di farsi ascendere a Noè, Mosè o ai santi locali: è una normale fase di sviluppo del totalitarismo». […]
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