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PUTIN E XI JINPING SOGNANO DI CAMPARE FINO A 150 ANNI. MA È POSSIBILE? - “MAD VLAD”, CHIACCHIERANDO CON IL PRESIDENTE CINESE A PECHINO, HA AFFERMATO CHE “GLI ORGANI UMANI POSSONO ESSERE TRAPIANTATI INCESSANTEMENTE. SI PUÒ PERSINO RAGGIUNGERE L'IMMORTALITÀ”. E XI HA REPLICATO CHE “ENTRO QUESTO SECOLO GLI UMANI POTRANNO ARRIVARE A 150 ANNI” - SECONDO I MEDICI “SIAMO NELL’AMBITO DELLA FANTASCIENZA, TEMA SU CUI SI SONO SBIZZARRITI DECINE DI SCRITTORI. SE RAGGIUNGESSIMO LA CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE DELLE CELLULE AVREMMO RAGGIUNTO LA CHIMERA DELL’IMMORTALITÀ" - PER ORA, LA SCIENZA STIMA CHE SIA POSSIBILE ARRIVARE A UN MASSIMO DI 125 ANNI... – VIDEO

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Estratto dell'articolo di Silvia Turin per www.corriere.it

 

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Il sogno dell’immortalità, o perlomeno dell’«ultra longevità», solletica da secoli i potenti della Terra, l’immaginazione degli scrittori e le tasche dei miliardari.

 

Solo ieri un microfono acceso ha colto il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping a discutere di trapianti di organi e della possibilità che gli esseri umani vivano fino a 150 anni.

 

«La biotecnologia si sta sviluppando continuamente, gli organi umani possono essere trapiantati incessantemente – ha detto in cinese la traduttrice di Putin -. Più a lungo si vive, più si diventa giovani e si può persino raggiungere l'immortalità». Ha risposto Xi, fuori campo: «Alcuni prevedono che in questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni. In passato le persone raramente arrivavano a 70 anni, ma oggi a 70 anni sei ancora un bambino».

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Cosa c’è di vero in queste affermazioni secondo le conoscenze scientifiche attuali?  Dividiamo il campo «durata della vita umana» in due ambiti e relative domande:

 

  • L’aspettativa di vita può allungarsi utilizzando i trapianti di organi?
  • L’uomo potrebbe vivere fino a 150 anni? E come?

 

«Nessuno può escludere che l’aspettativa di vita umana possa ulteriormente aumentare, anche se è difficile dire di quanto, ma pensare di affidare questa prospettiva semplicemente o soltanto a un ricambio degli organi no – commenta Piergiorgio Messa, nefrologo, ricercatore, già presidente della Società italiana di nefrologia (Sin) e professore di Nefrologia della Statale di Milano -.

 

xi jinping putin kim jong-un e donald trump - vignetta by ellekappa

Primo punto: fino a oggi i trapianti prevedono organi di altri esseri umani, perché la strada di trapianti con organi da animali o sintetici è ancora molto lunga. Secondo punto: la donazione da altro vivente implica il tema della capacità di sopravvivenza degli organi stessi che è confinata ai limiti biologici attuali.

 

Terzo punto: il trapiantato ha necessità di assumere farmaci che “remano” contro l’obiettivo di prolungare sostanzialmente la vita. Per non parlare poi dell’organismo del ricevente che sarebbe probabilmente quello di un anziano, con tutti i rischi che questo comporta».

 

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Tralasciando il tema etico e delle disuguaglianze sociali che un ampio ricorso ai trapianti non salvavita potrebbe aprire, siamo nell’ambito della fanta-scienza, tema su cui si sono sbizzarriti decine di scrittori, tra i quali il premio Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, che nel romanzo «Non lasciarmi» racconta un mondo in cui cloni umani vengono fatti nascere e cresciuti fino all’età adulta in speciali orfanotrofi e sono destinati a subire l'espianto dei propri organi fino alla morte in favore di persone nate in modo naturale.

 

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«Per pensare a estendere quanto più possibile la durata della vita più che ai trapianti bisognerebbe puntare alla capacità di rigenerare gli organi – ipotizza Messa -, ma se raggiungessimo la capacità di rigenerazione delle cellule avremmo raggiunto la chimera dell’immortalità.

 

Peraltro, la rigenerazione cellulare comporterebbe problematiche che non voglio nemmeno analizzare di tipo etico, sociale, ma anche biologico: un processo di rigenerazione non più tempo-dipendente avrebbe caratteristiche per alcuni aspetti simili a quelle delle cellule tumorali, con implicazioni molto pericolose», conclude lo specialista.

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E toccando il tema della rigenerazione cellulare si arriva alla seconda domanda: l’uomo potrebbe vivere fino a 150 anni? Quali sono le ipotesi di ricerca? «Rigenerazione cellulare» in parole povere significa invertire il processo di invecchiamento: una strada molto ardua, innanzitutto perché i meccanismi del processo di invecchiamento non sono ancora del tutto chiari, poi perché l’eventuale rigenerazione ci porrebbe davanti a un bivio.

 

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Infatti, secondo la tesi che va per la maggiore, l'invecchiamento deriva dall'impatto dell'accumulo di un'ampia varietà di danni molecolari e cellulari nel tempo: la maggior parte delle cellule rallenta le proprie funzioni, che a poco a poco vengono meno, ma un’esigua minoranza di cellule aumenta il proprio tasso di crescita, favorendo la formazione di cellule tumorali (i tumori sono in molti casi una patologia legata all’età).

 

E qui sorge il paradosso. Chi cercasse di frenare il processo di invecchiamento si troverebbe davanti a una scelta ugualmente rischiosa: se ci si sbarazzasse delle cellule malfunzionanti si aprirebbe la strada alla crescita di quelle cancerose, mentre se si eliminassero queste ultime, si accumulerebbero quelle malfunzionanti.

 

 

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Altre ricerche scientifiche sulla durata della vita sono in corso, ma non offrono prospettive immediate. Le ha recentemente riassunte Eric Topol, Professore e vicepresidente esecutivo di Scripps Research e cardiologo presso la Scripps Clinic di La Jolla, in California, che nel libro «Super Agers: An Evidence-Based Approach to Longevity» fa una breve disamina.

 

Si va dalla possibilità di riprogrammazione cellulare di cui abbiamo parlato «che ha dimostrato di invertire i processi di invecchiamento negli animali più anziani», ma anche di indurre il cancro, ai nuovi farmaci «chiamati senolitici», fino al tentativo di trasfusioni di sangue da topi giovani (potenzialmente molto pericolose), alla «rapamicina che aiuta gli animali a vivere più a lungo, ma indebolisce il sistema immunitario».[...]

 

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Anche solo relativamente all’ipotesi puramente teorica della possibilità di una vita umana lunga 150 anni i pareri sono discordi. Dati alla mano, l'ultima ricerca in merito, guidata dall'Università dell'Illinois (a Chicago) e pubblicata sulla rivista Nature Aging, mostra che negli ultimi tre decenni le popolazioni dei Paesi più longevi hanno registrato un tasso di decelerazione nel miglioramento dell'aspettativa di vita media, il che indicherebbe, per gli studiosi, che siamo vicini a un «tetto». L'aspettativa di vita massima finirà a 87 anni, circa 84 per gli uomini e 90 per le donne, età media che molto Paesi del mondo sono vicini a raggiungere, sostiene lo studio.

 

VLADIMIR PUTIN XI JINPING E KIM JONG UN - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO

In passato le stime erano state più ottimiste ed erano arrivate (solo a livello di calcolo probabilistico-matematico) ai fatidici 150 anni: diversi ricercatori tra Singapore, Russia e Stati Uniti avevano calcolato la durata massima della vita umana utilizzando un modello computerizzato.

 

Avevano prelevato campioni di sangue da oltre 70mila persone di età fino a 85 anni e osservato i cambiamenti a breve termine nel numero di cellule del sangue; in seguito, avevano creato un unico parametro chiamato «indicatore dello stato dinamico degli organismi» e in base a questo avevano calcolato la durata della vita.

 

VLADIMIR PUTIN XI JINPING E KIM JONG UN - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO

I loro calcoli prevedevano che in tutti i casi la resilienza del corpo umano avrebbe cessato di funzionare completamente a 150 anni. Tuttavia, l’analisi presupponeva che nulla di nuovo (in positivo o negativo, come progressi scientifici o epidemie sconosciute) potesse avere impatto sulla popolazione, inoltre, il risultato era fortemente dipendente solo dal numero di cellule esaminate.

 

Altri studi erano arrivati a 115 anni, 125 anni. Curiosità: la persona più longeva della storia, secondo le statistiche, è stata una donna francese di nome Jeanne Calment, che visse fino a 122 anni.

 

vladimir putin xi jinping e kim jong un alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse

In attesa dei progressi della scienza (che comunque almeno inizialmente riguarderebbero un numero esiguo di persone ricche e potenti) qualcosa si può fare: a livello delle istituzioni, suggerisce Topol, c’è un ambito «meno appariscente, ma più raggiungibile che mai per prolungare la durata della vita. Ridurre il numero di vittime delle tre principali malattie legate all'età (cancro, malattie cardiache e malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer)». [...]

 

È anche dimostrato che i cambiamenti salutari fanno bene a qualsiasi età. Dieta sana, molto esercizio fisico, un numero adeguato di ore di sonno, abbassare lo stress, tenere il cervello allenato, stare in compagnia, ridere e mantenersi ottimisti faranno guadagnare anni di vita, magari in modo più divertente e da passare in condizioni migliori rispetto alla prospettiva (non realistica) di trascorrere la vecchiaia sottoponendosi continuamente a procedure mediche di dubbio esito.

Putin Kim Xi