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UNA SPY STORY ALL’OMBRA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE – SECONDO IL “GUARDIAN”, IL QATAR HA ASSOLDATO 007 PRIVATI PER SCREDITARE L’AVVOCATA CHE HA ACCUSATO DI MOLESTIE SESSUALI KARIM KHAN, IL PROCURATORE CAPO DELLA CPI – DOHA, GRANDE FINANZIATRICE DI HAMAS, È CONVINTA CHE DIETRO ALLE DENUNCE DELLA DONNA CI SIA UN COMPLOTTO ORDITO DAL MOSSAD ISRAELIANO, CHE HA VOLUTO GETTARE FANGO SUL GIUDICE “COLPEVOLE” DI AVERE CHIESTO E OTTENUTO IL MANDATO DI ARRESTO PER NETANYHAU – MA L’AGENZIA PRIVATA INGAGGIATA DAL QATAR NON AVREBBE TROVATO PROVE…

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Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

KARIM KHAN

Accusare l'accusatore per indebolire l'accusa. Strategia vecchia quanto il mondo ma che non va mai fuori moda, come racconta quel che sta accadendo dentro e fuori gli uffici della Corte penale internazionale (Cpi), dove si è scatenata la caccia, segreta e forsennata, alle magagne altrui, nel tentativo di screditare con i fatti personali i fatti ufficiali: il mandato di arresto per Netanyahu da una parte, dall'altra le denunce per molestie sessuali a carico di Karim Khan, il procuratore capo che quel mandato ha chiesto e ottenuto. […]

 

benjamin netanyahu - assemblea generale onu - spilla con il qrcode

L'ultima spy story coinvolge un Paese, il Qatar, e due agenzie londinesi di investigazioni private. Secondo quanto scrive il Guardian che ha avuto accesso alle carte di una delle due agenzie, la Highgate di Mayfair, all'inizio di quest'anno «un'unità diplomatica qatariota di alto livello» ha assoldato gli 007 privati per scavare nel passato e nel presente dell'avvocata trentenne che ha accusato Khan di molestie sessuali e abusi di autorità «nel suo ufficio», dove lei era impiegata, «e anche a casa».

 

Obiettivo della Highgate era, tra le altre cose, trovare tracce, contatti, pagamenti che potessero collegare la donna a Israele. Il sottotesto è di facile lettura: sin da quando l'avvocata ha denunciato Khan (e non è stata l'unica: a lei si è aggiunta una seconda donna, più giovane, che dice di essere stata molestata dal giurista inglese già nel 2009, quando era stagista nel suo studio), persone vicine al procuratore, ora sospeso e in attesa dell'esito dell'indagine del comitato esterno, hanno indicato più o meno esplicitamente il governo israeliano come possibile mandante, alludendo a una manovra del Mossad per screditare chi ha chiesto di incarcerare Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Gallant per crimini di guerra e contro l'umanità a Gaza.

 

mossad israele

Il Qatar, l'emirato che per anni ha finanziato Hamas, in questa cornice sarebbe l'interessato a trovare la prova del complotto, per consolidare l'inchiesta di Khan contro Netanyahu.

 

Prova che, stando alla documentazione, non è stata trovata, nonostante la Highgate si sia servita degli specialisti di un'altra agenzia di Londra, Elicius Intelligence, riuscendo così a mettere insieme un dossier zeppo di informazioni sensibili sulla donna, sulla sua famiglia, sulle sue entrate finanziarie, sulle password per l'account email, e persino sui vecchi fidanzati. Contatti con funzionari israeliani non sono emersi.

 

Karim Ahmad Khan

Sono venuti fuori invece dettagli anche comici: gli investigatori privati erano istruiti a coprire il committente, perciò nei documenti interni non ne fanno il nome ma si riferiscono a esso con la formula «Q country», Paese Q, ignorando che il Qatar è l'unico Paese al mondo che comincia con la lettera Q. Un po' come scegliere «Louvre» come password per la videosorveglianza del Louvre.

 

[…]  Il Qatar nega ogni coinvolgimento evocando, appunto, il gioco di specchi. «Sono accuse infondate», si legge in una nota dell'International media office di Doha. «Fanno parte di una campagna coordinata da certi pessimi soggetti per diffondere disinformazione ed evitare le conseguenze delle loro riprovevoli azioni sviando l'attenzione su altro». Pur senza citarlo, paiono riferirsi a Israele.

 

netanyahu alle nazioni unite 1

Lo Stato ebraico non riconosce la giurisdizione della Cpi ma è tutt'altro che disinteressato alle sue attività, soprattutto dal 2015, anno in cui la procuratrice capo di allora Fatou Bensouda, gambiana, ha aperto l'istruttoria preliminare sui territori occupati della Palestina.

 

Alcune inchieste giornalistiche inglesi e israeliane hanno raccontato dell'ossessione di Netanyahu per la Cpi, al limite della paranoia, tanto che avrebbe ordinato al Mossad di spiare i giudici, intercettarne le comunicazioni, far loro pressioni, avvicinarli.

 

corte penale internazionale

Circostanze che Israele ha sempre rigettato e riaffiorate, seppur in forma criptica, nelle parole di Khan dopo la richiesta di arresto per Netanyahu. «I tentativi di intralciare, intimidire e influenzare gli ufficiali della Corte devono cessare», ha detto. […]

Mossad

KARIM KHAN