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“QUELLI CHE VOI CHIAMATE FEMMINICIDI SONO OMICIDI, PERCHÉ MASCHI E FEMMINE SONO UGUALI” – È SCOPPIATA LA POLEMICA PER LE PAROLE DELLA CONSIGLIERA COMUNALE DI ANCONA DI FDI, MARIA GRAZIA DE ANGELIS, PRONUNCIATE DURANTE LA DISCUSSIONE PER LA MOZIONE DEL PD SULLA “DIFESA DELL'EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE NELLE SCUOLE ITALIANE” – LA PROTESTA DELLA CGIL, CHE NON PERDE OCCASIONE PER RIFILARE UN PIPPOTTO SUL PATRIARCATO, ANCHE SE A PARLARE È UNA DONNA...

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Maria Grazia De Angelis

(ANSA) - ANCONA, 18 NOV - "Quelli che voi chiamate femminicidi sono soltanto omicidi perché per me maschi e femmine sono uguali". Fanno discutere le parole della consigliera comunale di Ancona di Fratelli d'Italia, riportate dal Carlino, pronunciate ieri durante la seduta del Consiglio. Il contesto era quello di una mozione dem sulla "difesa dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole italiane" che è stata infine bocciata in aula in particolare con presa di posizione di FdI.  

 

 "In alcuni Paesi europei dove l'educazione sessuale è prevista come materia di studio nelle scuole - ha detto la consigliera di FdI in merito al no alla mozione -, il tasso di quelli che voi chiamate femminicidi non è calato in questi anni, addirittura in alcuni casi è aumentato. L'asse portante - ha sostenuto De Angelis - deve restare la famiglia che educa e deve vigilare sui programmi scolastici; troppo spesso nelle nostre scuole ci sono abusi ideologici di tipo gender".   

 

FEMMINICIDIO

La Cgil Marche e la Cgil Ancona esprimono la propria "indignazione rispetto alla dichiarazione della Consigliera di FdI che nega i femminicidi e sostiene che si tratti di omicidi e basta". "E tutto - sottolinea il sindacato - a pochi giorni dall'approvazione del disegno di legge sui femminicidi e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime che, va ricordato, è proprio un disegno di legge di iniziativa governativa".

 

"La consigliera dovrebbe sapere che il femminicidio non si riferisce esclusivamente al sesso della vittima ma alla causa per cui è stata uccisa - dichiarano Eleonora Fontana (Cgil Marche) e Stefania Ragnetti (Cgil Ancona) -. Il termine femminicidio esprime compiutamente la violenza e la sopraffazione subita dalle donne e la volontà di denunciare e combattere il fenomeno, anche da parte delle Istituzioni".

 

Maria Grazia De Angelis

Nel suo intervento la consigliera comunale FdI di Ancona Maria Grazia De Angelis ha fatto riferimento alla situazione "nell'Europa dove si insegna quello che il consigliere (Pd, ndr) richiede. In Francia dove l'educazione sessuale è dal 2001 obbligatoria - ha affermato - non si è registrato nessun calo di omicidi femminili, che io chiamo omicidi e non femminicidio perché maschio e femmina sono uguali.

 

Anzi nel 2024 c'è stato incremento del 10%. In Spagna - ha proseguito - non sono scesi i tassi di omicidi femminili e lo stesso nel Regno Unito; i Paesi Bassi dove è obbligatoria, sono il settimo paese per tasso di delitti in famiglia, sia maschi che femmine, in Lettonia dove l'educazione sessuale è propinata dai Comuni è il primo paese per tassi di omicidi contro le donne; in Germania dove è obbligatoria ci sono 360 omicidi l'anno e andiamo avanti così. Quindi di che cosa stiamo parlando, non sono queste le cose". 

 

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Argomentazioni che Cgil Marche e Cgil Ancona contestano, così come l'iniziativa del Comune di Senigallia in occasione del 25 novembre con una "singolare tavola rotonda dal titolo 'La violenza oltre il genere, la discriminazione verso le donne non si combatte discriminando gli uomini'".

 

I sindacati "condannano con forza tutti i tentativi di minimizzare gli atti di violenza che le donne sono costrette a subire e che troppo spesso si traducono in femminicidi. "I dati sulla violenza di genere - ricordano Fontana (Cgil Marche) e Ragnetti (Cgil Ancona) - collocano le Marche al 5/o posto in Italia per violenza in contesti non lavorativi e, nel 2025, la regione è già stato teatro di due femminicidi. Dovrebbe essere interesse comune fermare il massacro ai danni delle donne".   

 

"Da anni - proseguono le sindacaliste Cgil - sosteniamo che occorre un cambio di paradigma, anche culturale, che non si avverte nella regione. È necessario cambiare la cultura patriarcale che fa sì che molti uomini considerino le donne una proprietà di cui disporre.

 

Maria Grazia De Angelis

Per farlo servono azioni che prevedano un approccio integrato, a partire dall'educazione alla affettività, al rispetto e alle differenze in tutti i cicli di istruzione, finanziamenti adeguati per i centri antiviolenza e più posti nelle case rifugio. Il ruolo del lavoro per contrastare tutte le forme di violenza di genere è fondamentale. Il lavoro, stabile e di qualità, è lo strumento essenziale - concludono - che permette alle donne di autodeterminarsi e contribuisce a liberarsi da relazioni violente".

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