DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DANIELE "GASTONE" DE SANTIS ALL UDIENZA DAVANTI AL GUP
Rory Cappelli e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”
Quando arriva sdraiato come un attore consumato su una specie di lettiga per i «postumi delle ferite riportate quel giorno maledetto, fuori dallo stadio» — dopo aver per mesi «pubblicato foto su Facebook in cui stava in piedi» dice l’avvocato Angelo Pisani — Daniele De Santis viene accolto da uno sguaiato coro di «Forza Gasto’, daje!» «Evvai Daniele, semo tutti co’ tte!», pollici alzati e qualche applauso.
La gup Maria Paola Tomaselli dovrà infatti esaminare la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio proprio nei confronti dell’ex ultrà romanista, noto alle curve con il soprannome di “Gastone”, che il 3 maggio dello scorso anno, durante alcuni incidenti avvenuti in viale Tor di Quinto a poche ore dalla finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, sparò diversi colpi di pistola contro un gruppo di supporter partenopei provocando la morte di Ciro Esposito (deceduto dopo 53 giorni di ricovero in ospedale), e il ferimento di Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito. Anche per loro i pm hanno richiesto il rinvio a giudizio per rissa aggravata.
gastone daniele de santis facebook
Poi polizia e carabinieri zittiscono parenti, amici e sostenitori di “Gastone”, e le porte dell’aula si aprono e si richiudono inghiottendo indagati, avvocati, genitori di Gastone e madre di Ciro Esposito. «Ma la storia dei cori per Daniele — proveranno poi a negare i genitori — è falsa. Oltre agli avvocati, per nostro figlio c’eravamo solo noi due e i parenti più stretti, tra cui diverse donne».
Eppure chi c’era sa cos’è successo: incitamenti, e grida di incoraggiamento. «Antonella Leardi, la mamma di Ciro, ad aprile dopo gli insultanti striscioni durante una partita » dice per esempio un’amica della donna, scuotendo la testa e quasi in lacrime, «doveva subire anche questo».
Passano pochi minuti e Antonella Leardi esce dall’aula. È in lacrime. Per la prima volta «ho guardato negli occhi l’assassino di mio figlio: uno sguardo che non dimenticherò facilmente». Rientra e poi esce di nuovo, durante le lunghe ore del dibattimento: non ce la farà a sentire De Santis dire che ha sparato per «legittima difesa».
Anche gli altri due imputati si difenderanno nello stesso modo: «legittima difesa». Saranno tutti rinviati a giudizio, tranne, per un banale difetto di notifica Alfonso Esposito: invece delle cinque pagine di atti che doveva ricevere a Napoli, ne ha ricevuti soltanto quattro. E così la sua posizione viene stralciata. In una ventina di giorni, però, assicurano gli inquirenti, l’errore sarà corretto e la sua posizione nuovamente associata a quella degli altri.
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ANTONELLA LEARDI CON CIRO ESPOSITO
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