DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Valentina Arcovio per “il Messaggero”
Sarà per gli sbalzi termici dovuti all' abuso dei condizionatori. O per il footing «a rotta di collo», dopo un inverno trascorso facendo la spola tra la scrivania e il divano. Saranno anche le valigie troppo cariche o i cambi di letto. Ma una cosa è sicura: il mal di schiena è il nemico numero uno in estate e può rovinare le vacanze tanto agognate.
Per qualcuno, però, l' estate può essere sinonimo di mal di schiena. Potremmo addirittura chiamarlo mal di schiena da relax.
I GIOCHI «In questa stagione non si contano gli italiani che rischiano di rovinarsi le ferie per colpa del mal di schiena», conferma Pier Vittorio Nardi presidente del Cismer, Associazione di Chirurgia Italiana Spinale Mini-invasiva e Robotica, e responsabile della Chirurgia Vertebrale dell' ospedale Cristo Re di Roma.
Colpa, oltre che dell' alternanza freddo-caldo, anche di una improvvisata attività sportiva. Pensiamo solo ai giochi di squadra. Che possono nascondere diverse insidie. In linea di massima sono circa 6 italiani su 10 che si improvvisano sportivi e che vanno incontro al rischio lombalgia.
«In effetti, gli sport più rischiosi sono quelli di gruppo precisa il medico perché spesso prevedono variazioni di intensità improvvise, vedi calcetto, basket, pallanuoto o beach volley ma anche paddle e tennis. Le conseguenze negative, a livello del rachide e delle articolazioni di caviglia e ginocchio si possono avere se impreparati atleticamente o in sovrappeso.
Per gli stessi identici motivi è vivamente sconsigliato il body building che, senza adeguata preparazione e in assenza di un professionista che ci consigli e ci segua, può creare diversi problemi a tutte le strutture muscolo-tendinee».
Nella stagione delle vacanze aumentano anche i casi di sciatalgia, quel terribile dolore che parte dalla schiena e si irradia verso i glutei e le gambe. «È una problematica che si sviluppa - spiega Nardi all' interno della colonna quando colpisce la radice nervosa. Una lombalgia trascurata può aggravarsi e trasformarsi in sciatalgia».
Questo non significa dover rinunciare alle vacanze. Anzi, si possono sfruttare al meglio, proprio per migliorare le condizioni della propria schiena. L' importante è non strafare. Trascorrere alcuni giorni al mare o in montagna può essere un toccasana per la salute della colonna.
LE OSSA «Mare e montagna vanno benissimo ma per chi soffre di mal di schiena o vuole prevenirlo è necessario seguire alcune raccomandazioni», conferma Nardi.
«Il sole fa molto bene, irrobustisce le ossa - continua - ma, in particolare per gli anziani, è deleteria l' umidità, quindi in luoghi estivi e balneari molto umidi l' invito è a coprirsi per evitare reumatismi o artrosi. Per il resto le passeggiate sono consigliate così come gli esercizi in acqua, alleata per chi soffre di mal di schiena». In montagna bisogna evitare le scalate, così come il sovraccarico dello zaino perché possono provocare danni alla schiena. Al mare o in piscina, sì al nuoto.
«L' acqua fa bene alla schiena - dice Nardi - quindi il consiglio è nuotare molto, in particolare fare molto dorso, pochissimo stile libero e niente rana. Nuotare a stile rana manda infatti in iperlordosi la colonna ed accentua le erniazioni». Assolutamente vietato fare i tuffi. «Niente salti in acqua dalle rocce. I tuffi sono dei microtraumi di colonna», conferma Nardi. «Sono anche sconsigliate - aggiunge - le passeggiate sul bagnasciuga in pendenza perché squilibra la colonna.
Anche camminare sulla sabbia è molto faticoso e non rilassante per la schiena». Sotto l' ombrellone, invece, meglio il lettino rispetto alla sdraio. «Non bisogna però passare molto tempo sdraiati, al massimo 30 minuti, poi muoversi e passeggiare. Evitare anche di stare anche troppo seduti», sottolinea Nardi. Se il mal di schiena arriva lo stesso, occhio a non trascurarlo. Anche se si è in vacanza.
«Per una settimana - dice l' esperto - va bene la terapia farmacologica, quella che può essere prescritta anche dal medico di famiglia. Ma se il dolore persiste non bisogna indugiare troppo».
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