umorismo

UN RIDERE CANE (ANDREA) - LE MILLE DECLINAZIONI E LE MILLE LATITUDINI DELLA RISATA - A LIVORNO IL FESTIVAL DELL’UMORISMO - TEMPO DI BREXIT, TEMPO DI HUMOR BRITANNICO - L’IRONIA COME ARMA D’OFFESA - SHAKESPEARE E ARIOSTO SI CONOSCEVANO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Ida Bozzi per il “Corriere della Sera”

Stefano Bartezzaghi Stefano Bartezzaghi

 

Sono tante le declinazioni diverse dell' umorismo di cui si parlerà alla seconda edizione del festival Il senso del ridicolo , che si svolgerà da venerdì 23 settembre a domenica 25 a Livorno. Humour inglese, satira, commedia all' italiana, comicità televisiva, situation comedy all' americana, i diversi modi (o mondi) dell' umorismo saranno al centro delle analisi e dei dibattiti con filosofi, letterati, giornalisti e scrittori.

 

«Per la nostra impostazione culturale - spiega il direttore del festival, lo scrittore Stefano Bartezzaghi - si tenderebbe a fare inevitabilmente una storia della comicità, invece a me interessa la geografia culturale dell' umorismo. Così, l' anno scorso abbiamo parlato ad esempio dell' umorismo ebraico e yiddish, quest' anno porteremo quello dello humour inglese. Ma con distinguo e differenze. Anche quando parliamo di comicità all' italiana bisogna fare distinzioni: si ride un po' come si mangia, e quindi ci sono caratteristiche regionali diverse, se non addirittura provinciali».

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA OTTAVIA PICCOLO BOLLE DI SAPONE MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA OTTAVIA PICCOLO BOLLE DI SAPONE

 

Lo humour inglese sta talvolta nelle situazioni paradossali rivelate dall' estrema finezza della scrittura e di una lingua, come nelle commedie del drammaturgo Alan Bennett, cui Ottavia Piccolo dedicherà un pomeriggio di letture domenica 25; oppure si trova sintetizzata nello spirito di un personaggio come Amleto, sul quale verte lo spettacolo del Collettivo Cinetico che sarà in scena sabato 24. O, infine, sta in un atteggiamento culturale, come spiegherà Andrea Cane, letterato e direttore editoriale di Utet, nell' intervento English humour for beginners di domenica 25.

 

«L' umorismo inglese non è fatto di una singola battuta fulminante - spiega lo studioso - ma è di natura completamente diversa. Si tratta di un atteggiamento culturale complessivo che lì, in Inghilterra, è più diffuso che in altri Paesi; e cioè una forma di understatement che pervade tutti i momenti della vita comune. Una sorta di "sdrammatizzazione", che è d' obbligo in contesti sociali impensabili, basti pensare a situazioni come quelle del film Quattro matrimoni e un funerale ».

luigi comenciniluigi comencini

 

E questo perché la tendenza, continua Cane, è quella di sminuirsi, di umiliarsi, di vedere il proprio lato ridicolo prima che a farlo sia il mondo esterno, vedersi buffi da sé prima che il mondo ci rida in faccia.

 

Un tratto assai diverso da molta comicità all' italiana, dove invece la battuta è spesso più simile allo sberleffo carnevalesco, anche aggressivo. «In Italia e non solo in Italia - chiude Andrea Cane - non si tratta di humour ma di ironia, che diventa quasi subito satira o sarcasmo, e va per così dire "in attacco", mentre lo humour è in difesa. Si potrebbe dire che mentre la comicità in genere è una spada, nel mondo anglosassone è uno scudo e serve in sostanza per difendersi».

 

ZELIGZELIG

Alla comicità italiana sono dedicati molti degli appuntamenti del festival: a cominciare dai tre film di Luigi Comencini che incorniciano la rassegna, Tutti a casa , Lo scopone scientifico e Signore e signori, buonanotte, uno per ciascuna giornata . Per continuare con l' incontro «Comici, Commedianti & Cozzaloni. Italia da ridere per il grande ScherNo», domenica 25, con il dialogo tra il critico Gianni Canova e il regista Davide Ferrario, che metteranno a confronto la nuova comicità italiana, ad esempio quella di Checco Zalone, con la commedia dei tempi d' oro.

 

E a proposito di tv, «le trasmissioni sono piene di comici - spiega Aldo Grasso, che parlerà di sit-com americane nell' incontro di sabato - e ci sono programmi che tentano di lanciarne di nuovi, sullo stile di "Zelig", ma sono in crisi.

 

checco zalone salone del librochecco zalone salone del libro

L' unica eccezione è Zalone, con il suo stile diverso dalla comicità tradizionale, o Crozza, che funziona bene nel contesto straniante di un talk show. Insomma, i comici sono come il vino: si va ad annate».

 

Si parlerà di comicità di campanile, quella del vernacolo, anzi, del «Vernacoliere», con il direttore ed editore dello storico mensile satirico di Livorno, Mario Cardinali (domenica 25). E sarà di scena anche la comicità stralunata di Geppi Cucciari, che interverrà venerdì 23. Sul «Ridicolo italiano» interverranno anche i conduttori radiofonici Laura Piazzi, alias LaLaura, e Fabio Canino.

 

Ludovico AriostoLudovico Ariosto

«Noi in trasmissione - spiega LaLaura - usiamo l' atteggiamento del sorriso: un punto di vista leggero, con cui abbiamo fatto parlare per radio di cose profonde ospiti come i fisici Carlo Rovelli o Guido Tonelli, o filosofi come Maurizio Ferraris. Che però si sono anche molto divertiti».

 

A proposito di radici italiane del comico, a Livorno ci sarà spazio anche per l 'Orlando furioso , di cui ricorrono i 500 anni: al capolavoro di Ludovico Ariosto saranno dedicate letture e l' incontro con Fabrizio Bondi su «Come rideva l' Ariosto (e perché dovrebbe far ridere noi)» (sabato 24).

 

«Perché l' Orlando furioso è un' opera-mondo - spiega il letterato - in cui si rappresenta la globalità delle situazioni, e in tale globalità c' è anche il comico, dalla sottile ironia fino alla risata aperta».

 

SHAKESPEARESHAKESPEARE

E il comico ariostesco ha eredi impensabili: «L' ironia ariostesca è la consapevolezza che i confini tra realtà e finzione sono labili. La sua eredità non è solo italiana: tutte le letterature circolano, Shakespeare certo conosceva Ariosto, e il suo "comico" è passato nell' immaginario di molte arti visive, ad esempio nell' ironia romantica». E forse, un po' di humour inglese lo dobbiamo a lui.