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“L’ARAZZO DI BAYEUX È FORSE IL PRIMO RACCONTO A FUMETTI DELLA STORIA DELL'OCCIDENTE” – ANTONIO RIELLO SULL'OPERA CHE DA PARIGI SARÀ PRESTATA AL BRITISH MUSEUM DI LONDRA: “DESCRIVE L'INVASIONE DELL'INGHILTERRA DA PARTE DELL'ARMATA DI GUGLIEMO II, DUCA DI NORMANDIA (1028-1087). PER GLI INGLESI È IL SIMBOLO DI UNA SCONFITTA E UN MONITO PER GLI INVASORI" - "UNA CURIOSITA': TRA LE IMMAGINI RICAMATE SULLA TELA APPAIONO, SEMINASCOSTI, ANCHE PICCOLI 94 PENI. REALISMO SPINTO O..."
Antonio Riello per Dagospia
La chiamavano la "Tappezzeria della Regina Matilde". Ma oggi è meglio noto come l'"Arazzo di Bayeux". Tecnicamente non è un arazzo - che presuppone una lavorazione a tessitura - ma una lunghissima striscia di stoffa di lino riccamente ricamata (sono stati usati fili di lana di 8 colori diversi).
Misura circa 68 metri di lunghezza, rispetto all'originale sono scomparsi alcuni metri finali. Risale probabilmente intorno al 1080 e pare certo sia stato realizzato in Inghilterra, nel Kent (forse a Canterbury). Molto presto fu mandato a Bayeux per la Cattedrale alla quale era stato destinato (oggi è conservato nella stessa città al Centre Guillaume-le-Conquerant).
Una affascinante opera d'Arte che ha visto il lavoro collettivo di molte abili (e pazienti) donne. Vi compaiono ben 58 diverse scene, 626 personaggi e 202 cavalli. Una nota curiosa: tra le immagini ricamate sulla tela appaiono, seminascosti, anche piccoli 94 peni (in parte sono umani e in parte equini). Realismo spinto? Scherzo? Revenge porn ante-litteram (sono piccolini)? Un maldestro monumento al machismo medievale?
E' forse il primo racconto a fumetti della storia dell'Occidente, ovvero una sintetica - e davvero splendida - narrazione che alterna e combina immagini e testi. Descrive l'invasione dell'Inghilterra da parte dell'armata di Gugliemo II, Duca di Normandia (1028-1087). La faccenda è inequivocabilmente vista dalla parte dei vincitori: si tratta di una celebrazione. Dopo l'impresa questo irascibile e feroce guerriero sarà conosciuto come "William the Conqueror".
Il racconto inizia nel 1064 con alcuni antefatti e la dettagliata preparazione della spedizione militare (ancora sulle coste francesi) a cui segue lo sbarco che avviene nel 1066 (si vedono i cavalli stipati sulle navi normanne). Poco dopo c'è la battaglia furibonda di Hastings (il 14 Ottobre dello stesso anno) tra Gugliemo e il legittimo re anglosassone Harold II. Dopo un lungo combattimento dagli esisti piuttosto incerti, Harold viene ucciso da una freccia nemica che lo colpisce proprio nell'occhio. Alla fine della sanguinosa giornata la vittoria arride agli invasori. La narrazione ricamata si ferma a questo punto.
La Storia dell'Inghilterra cambia per sempre da quel momento fatidico. Dopo l'impresa Guglielmo arriva rapidamente a Londra e si fa incoronare nuovo re. Fa costruire un castello (il nucleo iniziale di quello che oggi conosciamo come "the Tower of London") non per difendere la città ma per difendersi dai suoi abitanti. L'attuale monarca britannico - sebbene in maniera piuttosto contorta - si può considerare geneticamente discendente da Guglielmo.
Alla corte d'Inghilterra per parecchio tempo la lingua ufficiale sarà il francese-normanno. Il popolo parlava un dialetto sassone (quello della Mercia). Solo nel 1362, sotto il re Edoardo III, la lingua dei sudditi venne adottata dalla corte. In pratica (semplificando assai) l'inglese moderno ha una struttura linguistica di marca anglo-sassone arricchita però da numerosissime parole/espressioni di origine francese.
Per la Storia questo manufatto è una testimonianza preziosa. Anzi unica. Tempo fa era stato proposto di far realizzare all'artista francese Hélene Delprat la fine mancante dell'arazzo. Forse meglio di no.
Le autorità di Parigi comunque già nel 2018 avevano discusso con le controparti britanniche la possibilità di un ritorno temporaneo in Inghilterra. Covid e contingenze varie hanno fermato tutto. Nel corso della sua recente visita londinese il Presidente Macron ha finalmente definito con il primo ministro britannico Starmer che l'arazzo sarà presto al British Museum, dove sarà esposto nella Sainsbury Wing da Settembre 2026 a Luglio 2027.
In cambio il BM presterà ai musei francesi due importanti reperti, il tesoro medievale di Sutton Hoo e gli Scacchi di Lewis. Il primo ritrovato nel 1939 nel Suffolk (vi ricordate il film "La Nave Sepolta" del 2021?). I secondi (pezzi di scacchi in avorio di tricheco di origine vichinga) scoperti nell'Isola di Lewis nel 1831. Qualche funzionario francese aveva provato a mettere nel pacchetto anche la Stele di Rosetta (non ha avuto successo).
In Francia, soprattutto dai politici di destra (ma non solo), si sono comunque alzate voci contrarie al prestito. Una petizione popolare ostile, organizzata dallo storico d'Arte Didier Rykner, ha già raggiunto più di 40.000 firme. Intendiamoci, tutte obiezioni di tipo "tecnico" ("è troppo fragile", "è già malridotto", "si potrebbe danneggiare nel trasporto", etc. etc). Ma, sotto sotto, tanti pensano che i britannici potrebbero decidere di tenerselo. In fondo ha più a che fare con il loro paese che con la Francia.
Per gli Inglesi quest'opera è il simbolo (e il ricordo) di una sconfitta e di un nuovo inizio. E la innegabile prova che i destini geopolitici britannici e quelli francesi sono, nel bene e nel male, strettamente interlacciati. Ma per l'immaginario britannico l'arazzo è soprattutto una testimonianza e un monito ai potenziali invasori: dal 1066 in poi tutti gli ulteriori tentativi (Invincible Armada spagnola, Napoleone, Hitler) di invadere l'isola sono stati dei clamorosi fallimenti (prima di Guglielmo solo gli invincibili legionari di Giulio Cesare e dell'Imperatore Claudio ce l'avevano fatta, ma essere stati invasi dall'antica Roma è un onore). Lo stretto della Manica non è proprio così stretto. Questo è il punto.
macron starmer al bm
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scacchi di lewis a
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