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Loredana Tartaglia per la Repubblica - Roma
SI chiamava Idolo Volpetti ma nessuno lo conosceva con questo nome. Per tutti era Baffetto, mitico proprietario della storica pizzeria a via del Governo Vecchio che sta nel cuore di molti romani come la Tour Eiffel ai parigini. Intere generazioni hanno fatto la fila per mangiare una margherita nei piatti di ferro prima o dopo il cinema, perché sì, la pizzeria aveva preso il suo buffo soprannome. Idolo è morto l'altro ieri all'età di 91 anni.
"I baffi li ha sempre portati" dice la figlia Anna che lavorava con il papà insieme ai due fratelli Rosa e Franco. L'altro figlio Roberto è mancato quattro anni fa "e per Baffetto è stato un brutto colpo, un grande cruccio nel cuore" commentava uno dei cugini all'uscita del funerale che ieri mattina in piazza della Cancelleria. Sul feretro i cult inconfondibili del "sor Baffetto": la coppola e il cappellino della Roma perché era tifosissimo "custodiva gelosamente una foto con Totti e una con Spalletti - ricorda la cugina Fabiola - era grande amico pure di Fabio Capello che mangiava sempre la napoletana o la pizza con le patate ".
Originario di Fonte del Campo, frazione di Accumoli, era venuto a Roma con sette fratelli nell'immediato dopoguerra. "Tempi difficili per i nostri zii e nonni - dicono Fabio e Cristiana, i cugini - ma tutti loro hanno lavorato sodo, non conoscevano neanche la parola ferie". L'unico svago di Baffetto era quello di andare al paese dove, nonostante il terremoto avesse distrutto tutto, allevava ancora il bestiame. "Due ictus" aggiunge con un sorriso la figlia Anna con cui abitava visto che la moglie Maria era morta giovanissima quarant'anni fa "ma scendeva ancora in pizzeria, stava sulla sedia a rotelle accanto alla cassa e controllava tutto. E si arrabbiava pure se qualcosa non andava".
La pizzeria in via del Governo Vecchio l'aveva comprata nel 1976 dopo che aveva gestito il bar Domiziano in piazza Navona con i fratelli e 14 anni fa con i figli aveva aperto Baffetto 2 in piazza della Pollarola. Ma per lui la bottega amata era quella di Governo Vecchio dove sono passati negli anni attori come Russel Crowe, Carlo Verdone ma pure Valerio Mastrandrea quando era alle prime armi "perché da noi la pizza costa poco" aggiunge il figlio Franco. "Era burbero - dicono i parenti - ma per lui la famiglia era la vita ed ha aiutato tutti a farsi una posizione". "Avevamo fatto appena la festa dei suoi 91 anni con la famiglia al completo - sottolinea l'altra figlia Rosa l'altra figlia - e ricordava a tutti noi di quando era arrivato a Roma a vendere cipolle e patate. Lui sapeva come si fanno i sacrifici, come si costruisce il lavoro con fatica".
Preparava la cicorietta pulita per Pamela Prati, chiacchierava con De Rossi, il calciatore che è un habitué, e ai tempi del Bagaglino, da Pippo Franco a Lionello, dopo lo spettacolo andavano tutti da lui, li aspettava e restava aperto fino a tardi. "Parlar di te non sarà mai abbastanza, goditi questa ultima transumanza" dice il nipote Fabio davanti alla bara che sarà tumulata nella tomba di famiglia a Accumoli, finalmente accanto all'amata moglie e al figlio.
Sottovoce in piazza dopo il funerale qualcuno sussurra "Accumoli, il suo paese, si è spento per il terremoto e quindi si è spento pure lui".
TOTTI SPALLETTIpamela prati lascia la casa VERDONEvalerio mastandreaRUSSELL CROWE FABIO CAPELLO
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