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COCA, SESSO E PEDOFILIA -UNA DONNA COSTRINGE LA FIGLIA 13ENNE AD AVERE RAPPORTI SESSUALI COL PUSHER 60ENNE PER PAGARE LE DOSI DI COCAINA - 14 ARRESTI SULLA COSTA ROMANA - SCOPERTO ANCHE UN PICCOLO ARSENALE

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Emilio Orlando per “la Repubblica - Roma”

 

Cedeva la figlia tredicenne agli spacciatori in cambio di dose di cocaina. Prestazioni sessuali per pagare la droga. Ma anche estorsioni, minacce, incendi e pestaggi per punire chi non voleva piegarsi alla loro volontà.

 

È l’orrore venuto alla luce al termine di una lunga indagine condotta dalla polizia del commissariato di Anzio, insieme alla sezione narcotici della squadra mobile di Roma, che ha portato all’arresto di quattordici persone e al sequestro di svariati chili di cocaina destinata soprattutto al mercato del litorale. Controllate anche alcune cooperative ed associazioni di parcheggiatori dei comuni sulla costa romana e in particolare di Anzio.

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La banda di pusher era senza scrupoli e costringeva una madre tossicodipendente a far prostituire la figlia minorenne con un sessantenne che vendeva alla donna lo stupefacente.

 

Gli investigatori, coordinati dal primo dirigente Anton Giulio Cassandra hanno seguito ed ascoltato mediante le intercettazioni telefoniche, tutte le conversazioni dei malviventi, anche quelle più raccapriccianti dove il pedofilo e spacciatore chiedeva alla trentenne, di potersi appartare in un appartamento di Anzio con l’ adolescente.

 

Le indagini sono iniziate nel del 2015 quando il titolare dello studio di fisioterapia “Clavari” della zona del litorale chiamata lo “Zodiaco” trovò alcuni fori di proiettile sulla saracinesca.

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Le successive indagini hanno consentito di intercettare carichi di droga all’aeroporto di Fiumicino provenienti direttamente da Caracas, città natale della moglie di uno degli spacciatori finiti in manette.

 

Gli inquirenti hanno scoperto anche un piccolo arsenale: tre pistole semiautomatiche e un fucile a canne mozze. Le armi servivano a minacciare chi non pagava i debiti di droga ma anche per costringere gli assegnatari della concessione di un parcheggio di Anzio, a pagare il pizzo all’organizzazione.

 

In caso contrario, la minaccia era l’apertura di un altro parcheggio di scambio per i turisti in partenza per Ponza, a poca distanza da quello storico.

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