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Dario Del Porto per “la Repubblica”
Alfredo Romeo esce dal carcere
Un imprenditore a caccia di appalti che parla con il suo consulente senza sapere di essere imbottito di microspie. E un giovane, intraprendente, "facilitatore" toscano molto legato a una famiglia che conta. Comincia da qui, l' inchiesta che fa tremare i palazzi e dove dove ora, dopo mesi di rumors e indiscrezioni, è entrato ufficialmente anche Tiziano Renzi.
Il nome del papà dell'ex premier era stato accostato all'indagine già prima che i pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano, titolari della maxi indagine condotta dai carabinieri del Noe sui rapporti fra l'imprenditore Alfredo Romeo e la pubblica amministrazione, trasmettessero a Roma il filone sugli appalti Consip.
Negli atti dei magistrati campani comparivano infatti numerosi riferimenti al ruolo di un imprenditore farmaceutico toscano, Carlo Russo, risultato quasi subito molto legato alla famiglia Renzi, e soprattutto a Tiziano con il quale condivide pellegrinaggi a Medjugore.
Secondo i magistrati, Russo sarebbe un "facilitatore", che si propone di mediare per gli appalti.
Di lui si parla nei "colloqui fluviali", così li definiscono i pm napoletani, in cui Romeo, ora sotto inchiesta per corruzione e altri reati, discuteva con il suo consulente, l' ex parlamentare di An Italo Bocchino, delle strategie da mettere in campo per aggiudicarsi affari in tutta Italia. I due sono stati intercettati fino alla fine di gennaio, sia con il virus spia trojan, sia con metodi tradizionali.
I due si confrontavano su tutto. Anzi, scrive il pm Woodcock nel decreto di perquisizione notificato a Romeo sette giorni fa, "descrivono con dovizia di particolari le modalità con le quali hanno gestito gare in tutta Italia facendo nomi e cognomi dei soggetti espressione della cosa pubblica con i quali hanno intrattenuto rapporti".
Nei dialoghi, si farebbe "espresso riferimento alla prospettiva di stipulare fittizi contratti di consulenza, pianificando l' emissione di fatture relative a prestazioni inesistenti da utilizzare per mascherare il pagamento di vere e proprie tangenti".
Fra gli altri appalti, Romeo puntava a uno dei lotti del facility management (Fm4) indetto da Consip nel 2014 e riguardante l' affidamento di servizi gestionali di uffici pubblici. Quando i due alludono a Carlo Russo, lo definiscono "l' omino" oppure il "ragazzo", in alcuni momenti sembrano dubitare della sua affidabilità.
Ora il pm Mario Palazzi, che coordina le indagini con il procuratore aggiunto Paolo Ielo, dovrà approfondire questi rapporti e questi dialoghi. A dicembre i magistrati campani avevano trasmesso a Roma il capitolo riguardante i presunti tentativi di condizionare le gare Consip. Si tratta dello stesso troncone dove sono indagati per rivelazione del segreto d' ufficio il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, e il ministro dello Sport Luca Lotti, il braccio destro di Matteo Renzi, entrambi già interrogati alla fine del 2016, quando hanno respinto tutte le accuse, e il dirigente della Consip Mario Gasparri, accusato di corruzione. Le Procure ora indagano in coordinamento, con un continuo scambio di documenti e informazioni. E con mesi di intercettazioni ancora da rileggere, sono molti i palazzi che continuano a tremare.
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