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UN GIALLO A REGOLA D’ARTE – SALGONO A 35 I DIPINTI D’AUTORE DELL’EREDITÀ DI GIANNI AGNELLI SPARITI ALL’ESTERO – NELLA FAIDA GIUDIZIARIA TRA MARGHERITA AGNELLI E I SUOI TRE FIGLI JOHN, LAPO E GINEVRA ELKANN, LA PROCURA AVEVA ACCERTATO LA SCOMPARSA DI 13 OPERE D’ARTE CITATE NELL’INVENTARIO DEL TESTAMENTO DELL’AVVOCATO, DA PICASSO A MONET, E DI ALCUNI DI QUESTI QUADRI SONO STATE TROVATE SOLO COPIE. ORA SI AGGIUNGONO ALTRI 22 QUADRI – I MAGISTRATI IPOTIZZANO I REATI DI RICETTAZIONE ED ESPORTAZIONE ILLECITA DI OPERE D’ARTE: I DIPINTI NON SAREBBERO IN ITALIA, FORSE HANNO FATTO UN PASSAGGIO IN SVIZZERA. DI CERTO AL MINISTERO DELLA CULTURA NON NE SANNO NULLA…
Estratto dell’articolo di Giulio De Santis per il “Corriere della Sera”
MARGHERITA AGNELLI IN TRIBUNALE A GINEVRA
RoL’ inchiesta sulla composizione della collezione di opere d’arte della famiglia Agnelli, è a una svolta. Si è infatti accertato che sono trentacinque i quadri d’autore che la Procura di Roma sta cercando. La lista è (in parte) coperta da segreto istruttorio. Per certo si sa che fanno parte di questa «collezione segreta» dipinti di Monet, di Picasso, di De Chirico.
[…] per alcuni di questi quadri si avvierà il procedimento di confisca una volta che sarà individuato il luogo in cui si trovano. Di sicuro, secondo gli inquirenti, non sono più in Italia. Dopo un passaggio sul territorio italiano, gli investigatori ritengono che siano stati trasportati fuori dal Paese, forse in Svizzera, ma senza darne comunicazione al ministero della Cultura.
Va ricordato che gli Agnelli, in quanto proprietari, hanno la libertà di trasferire un’opera d’arte, ovunque vogliano e in qualunque momento lo desiderino. Ma ogni possessore di beni di particolare pregio artistico e patrimoniale e è obbligato a segnalare il trasferimento. […]
Da dove nasce la novità? E’ una domanda cruciale nell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pm Stefano Opilio. L’indagine, per ora senza indagati, ipotizza i reati di ricettazione e esportazione illecita di opere d’arte.
È stata avviata nell’ambito della contesa tra Margherita Agnelli (69 anni) e i tre figli, John (49 anni), Lapo (47) e Ginevra (46) relativa all’eredità dell’avvocato Gianni Agnelli, padre di Margherita, venuto a mancare il 24 gennaio del 2003. Nel corso della querelle, è emerso che di tredici dipinti, elencati nell’inventario allegato al testamento, si sono perse le tracce.
gianni e marella agnelli a villa frescot
Di alcuni sono state trovate delle copie, come per esempio, «La scala degli addii» di Giacomo Balla, il «Mistero e malinconia di una strada» di Giorgio De Chirico, «Glaçons, effet blanc» di Monet.
La questione non ha solo rilevanza nel contenzioso tra Margherita e i figli. I dipinti, avendo un immenso valore artistico e patrimoniale, sono tutelati anche dallo Stato. Per cercare i tredici quadri d’autore è stato necessario acquisire le carte che compongono l’inventario della famiglia Agnelli che riguarda la loro collezione privata.
mistery and melancholy of a street giorgio de chirico
[…] Ma poi è intervenuto un nuovo fattore: la collaborazione di Margherita. L’avvocato Dario Trevisan, storico legale di Margherita, ha messo a disposizione degli inquirenti certificati, liste private, bolle d’accompagnamento, contratti d’assicurazione dei dipinti.
Una mole di materiale fondamentale, perché attraverso l’esame cartaceo è saltata fuori l’esistenza di ventidue dipinti di cui si ignorava che gli Agnelli fossero in possesso. Alcuni di questi sarebbero stati acquistati dall’avvocato Agnelli negli anni ottanta e novanta negli Stati Uniti.
Poi, attraverso una serie di passaggi, sarebbero arrivati in Italia per essere esposti nelle residenze private della famiglia.
In questo caso, secondo una prima sommaria ricostruzione, l’ingresso nel nostro Paese non avrebbe alcun rilievo penale. Avrebbe dovuto essere segnalato l’acquisto, ma tuttavia il tempo trascorso rende irrilevante la questione. Queste opere si troverebbero ancora oggi in Italia. Pertanto non c’è alcun interesse della Procura ad approfondire l’argomento.
john elkann margherita agnelli
Diverso è invece il discorso per quanto concerne il contenzioso tra Margherita e i figli. Materia che, come detto, esula dalle competenze della procura. L’esistenza di una parte dei ventidue quadri di cui la procura è alla ricerca e che non si trova più in Italia, è documentata da atti, allegati alla causa testamentaria e dalle bolle di trasferimento tra le residenza italiane della famiglia. Tuttavia a un certo punto se ne perdono le tracce.
Come se fossero spariti nel nulla. Il sospetto che siano stati portati in Svizzera è fondato sul fatto che per un periodo sarebbero stati conservati nei «porti franchi» elvetici, zone libere da vincoli doganali. Poi sarebbero stati trasferiti nelle residenze svizzere degli Agnelli.
the stairway of farewells giacomo balla
Adesso la Procura ha come obiettivo primario quello di far riemergere opere di valore per il patrimonio italiano.
Nessuno sa per quale motivo si sia deciso di trasferirli all’estero. E le ipotesi sono diverse: sottrarli all’eredità? Motivi fiscali? Gli inquirenti non cercano risposte a queste domande. L’importante adesso è rintracciare i quadri. In un secondo momento, i proprietari potranno regolarizzare la situazione.
margherita agnelli
gianni agnelli e marella caracciolo
study for a pope iii e iv francis bacon
pho xai jean leon gerome
nudo di profilo balthus
glacons, effet blanc claude monet
gianni agnelli con i figli edoardo e margherita.
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