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Jaime D' Alessandro per “la Repubblica”
«Siamo ancora lontani dall'arrivo di androidi capaci di lavorare con noi». Giorgio Metta, a capo dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e "padre" del robot dalle sembianze di bambino iCub, commenta così la promessa di Elon Musk. All'evento Ai Day 2022, tenutosi a Palo Alto, Musk ha presentato il prototipo Optimus. Punta a farlo diventare in tempi brevi un robot in grado di percepire l'ambiente circostante e le persone, per lavorare al nostro fianco senza far del male a qualcuno o rompere qualcosa. Soprattutto, Musk prevede che il prezzo possa essere inferiore ai 20 mila euro. «Ma c'è ancora molto lavoro da fare», ha ammesso, ipotizzando consegne in tre, cinque anni. «Per ora sembra di livello standard », continua Metta. «Un buon inizio. I problemi che Musk spera di risolvere sono centrali: l'interazione con l'uomo così come quelli legati all'intelligenza artificiale».
Ne sanno qualcosa alla Honda, dove hanno sviluppato l'automa Asimo. L'ultima versione, 2,5 milioni di euro il costo, si esibiva camminando, correndo per brevi tratti e inchinandosi al museo dell'innovazione di Tokyo, il Miraikan. Lo faceva in uno spazio delimitato, privo di ostacoli, dove le persone non erano ammesse. Honda ha fermato il progetto nel 2019. Poi ci sono i video delle acrobazie di Atlas della Boston Dynamics, frutto di montaggi di centinaia di tentativi che nella maggior parte dei casi si risolvono in cadute.
L'unico robot in commercio della compagnia, Spot, non a caso è a quattro zampe e costa oltre 74 mila euro. La stessa Boston Dynamics, nata nel '92 come costola del Mit, è stata acquisita e poi venduta da Google e da Softbank, per finire nelle mani di Hyundai nel 2020. Segno che, per quanto affascinante, la robotica zoomorfa e umanoide non paga.
Softbank nel 2014 presentò Pepper, sviluppato dalla francese Aldebaran. Ha sembianze umane ma è rigido e si muove su rotelle. Ne sono stati realizzati 27 mila esemplari fino a giugno del 2021 quando è stata fermata la produzione per assenza di acquirenti. Di scarsa l'utilità, se escludiamo il fargli dare il benvenuto nelle hall degli alberghi a Tokyo.
«Non hanno l'intelligenza per potersi muovere per proprio conto», ha spiegato Musk. «Sono anche costosi. Ma prodotti in grande quantità, oltre il milione, possono arrivare al prezzo di una macchina».
Lui pensa ad un futuro dove i robot renderanno senza limiti la produzione, portando perfino ad abbattere la povertà. E, immaginiamo, appagare le sue pretese in fatto di orari di lavoro. A maggio ha elogiato gli operai di Shanghai che, al contrario degli americani, restano alla catena di montaggio fino alle tre di notte. «Il livello delle Ai lo conosciamo. Già tre istruzioni in sequenza la mandano in confusione», conferma Giorgio Metta. «Non so quanto in Tesla siano coscienti della difficoltà dei problemi che vogliono risolvere in così poco tempo. Mancano dettagli sul punto al quale sono, sappiamo solo che hanno fatto reclutamento anche qui in Italia e che hanno soldi da investire». Sappiamo anche che Musk di sfide impossibili ne ha affrontate diverse, dalle macchine elettriche alla corsa allo spazio. Alcune, anche se non tutte, le ha vinte.
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