sarkozy cella

A SARKOZY SONO BASTATI 20 GIORNI DI CARCERE PER SFORNARE UN LIBRO LACRIMOSO SULLA SUA CONDIZIONE DI DETENUTO - L’EX PRESIDENTE HA SCRITTO UN TESTO DI 230 PAGINE IN CUI FRIGNA PER IL CIBO E RACCONTA LA RISCOPERTA DELLA FEDE: “IL GRIGIO DOMINAVA TUTTO, DIVORAVA TUTTO. MI SONO INGINOCCHIATO, E SONO RIMASTO COSÌ PER LUNGHI MINUTI, PER AVERE LA FORZA DI PORTARE LA CROCE DI QUESTA INGIUSTIZIA” - POI IL FREDDO INCONTRO CON MACRON E LA TELEFONATA DALLA QUALE EMERGE L’APERTURA POLITICA A LE PEN: “AUSPICO UN PERCORSO DI RICOSTRUZIONE DELLA DESTRA SENZA ESCLUSIONI E SENZA ANATEMI…”

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Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

nicolas sarkozy cella

Alla vigilia dell’importante voto parlamentare di stasera, e della tournée nelle librerie di Francia che Nicolas Sarkozy comincia domani a Parigi, il Diario di un prigioniero, scritto in carcere dal presidente emerito, diventa un elemento importante della politica francese.

 

Le condanne giudiziarie e i 20 giorni passati in prigione riportano paradossalmente nel cuore della destra l’uomo che ne era uscito nove anni fa, quando venne seccamente eliminato alle primarie.

 

la prigione di sarkozy

Nel libro di 230 pagine scritto «con una penna Bic su un tavolino di compensato» ed edito da Fayard, casa editrice del gruppo Bolloré, il numero di matricola 320535 racconta la sua vita nel carcere della Santé, i pasti a base di «latticini, barrette di cereali, acqua minerale, succo di mela e qualche dolcetto» e la riscoperta della fede: «Mi sono inginocchiato, e sono rimasto così per lunghi minuti, per avere la forza di portare la croce di questa ingiustizia. E se la preghiera fosse la via per resistere? Decisi di percorrerla tutte le volte che fosse stato necessario».

 

Il presidente emerito riferisce poi del freddo incontro con Emmanuel Macron quattro giorni prima di entrare in prigione. «Il presidente aveva appena realizzato che sarei andato in carcere quattro giorni dopo. Mi è sembrato sinceramente turbato, persino scioccato da questa prospettiva.

carla bruni nicolas sarkozy 2

 

Ha reagito con un’energia impressionante, che mi ha fatto piacere ma che mi è sembrata anche troppo tardiva e soprattutto confusa. La sua preoccupazione riguardava soprattutto la mia sicurezza.

 

Era ora! Mi ha richiamato il giorno dopo per dirmi che dovevo cambiare istituto. Gli ho risposto che non avrei accettato alcun trattamento di favore, qualsiasi cambiamento avrebbe provocato polemiche».

 

In carcere Sarkozy rimane colpito da un universo senza colori: «Il grigio dominava tutto, divorava tutto, ricopriva tutte le superfici». Dalla cella non vede fuori, «avrei dato molto per poter guardare dalla finestra, per il piacere di vedere passare le auto». È la moglie Carla Bruni a dargli allora notizie sul tempo. È preoccupata che dimagrisca troppo, e non è l’unica. Una delle dottoresse della prigione va a trovarlo per pesarlo: «Un’ossessione, forse non volevano rimettere in libertà un uomo troppo indebolito».

nicolas sarkozy cella

 

Ma al di là del racconto personale, ci sono poi passaggi importanti dal punto di vista politico  […]

 

Sarkozy dice di avere apprezzato la solidarietà ricevuta da Marine Le Pen […] gli chiede se «si unirà al fronte repubblicano», cioè al tradizionale cordone sanitario anti-Le Pen. «La mia risposta è stata inequivocabile: “No, e lo rivendicherò in pubblico”».

 

NICOLAS SARKOZY IN CARCERE

Poi Sarkozy auspica un «percorso di ricostruzione della destra senza esclusioni e senza anatemi». In questo modo apre la strada a una unione delle destre che vada dai suoi gollisti a Le Pen, fino al partito di Zemmour. Una presa di posizione di peso, a poche ore dal voto sulla previdenza sociale che potrebbe fare vacillare il governo.

 

[…] Poi, Sarkozy e la moglie sono andati a Lourdes. Si è immerso nelle piscine, ha assistito alla messa, è stato applaudito, e nessuna immagine è finita sui social media: «Un altro mondo». Come scrive alla fine del libro, «alla Santé ho ricominciato la mia vita».

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