SESSO EX CATHEDRA - IL PROF. DI SALUZZO DISPERATO: “HO TRADITO LA FIDUCIA DEI RAGAZZI” (NON FIDATEVI MAI DI CHI SI METTE LA POLO SOTTO IL MAGLIONE)

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Vera Schiavazzi per "La Repubblica"

Dal suo letto di ospedale, nel reparto psichiatria di Savigliano dopo aver tentato il suicidio, il professore Valter Giordano ammise le sue responsabilità anche alla preside del suo liceo: «Ho fatto un grave errore. Ho tradito la fiducia dei ragazzi». La dirigente scolastica, Alessandra Tugnoli, non riusciva a immaginare esattamente a che cosa il docente, ora agli arresti domiciliari per le sue relazioni sessuali con due allieve, potesse riferirsi. E lo invitò, genericamente, a rasserenarsi e prendere cura di sé.

È un altro pezzo del puzzle che va ad aggiungersi a parole simili dette alla fidanzata, una donna adulta che frequentava da due anni. E alle lettere scritte a mano che rivelano una personalità puntigliosa, ossessiva forse, ed estremamente espansiva, come quella scritta al collega Paolo Burzio la primavera scorsa, al momento del suo pensionamento: «Hai la mia stima, il mio affetto, le mie "carezze". Quelle vanno tutte al tuo cuore».

Il professor Giordano scriveva su carta bianca con una penna nera, poi però sottolineava e circondava in rosso le parole più importanti, e annotava postille con un asterisco, proprio come quando correggeva i compiti dei suoi studenti e vicino a un 8 aggiungeva «sei speciale». Burzio ora ammette: «Anch'io sono stato, come la preside e molti altri al Soleri, tra quelli che non ci potevano credere, che immaginavano un terribile errore giudiziario.

Ora capisco che è meglio tacere. Valter è un amico, una persona colta e piacevole, un bravissimo professore. Non so e non posso sapere cosa accadesse a casa sua».
Scherzando, a scuola, lo chiamavano «il francescano scalzo", per la sua dedizione al lavoro, per quel suo andare sempre di corsa nei corridoi e vestirsi quasi come un sacerdote, sempre in maglione scuro col collettino della polo ripiegato sotto.

Per Giordano, la scuola era tutto: «Quelle di professore - scriverà al collega - per te sono delle stimmate (la parola è in stampatello, ndr), tu non andrai mai in pensione. Sei stato, sei e sarai per sarai un prof per sempre». Proprio quello che pensava di se stesso, al punto da ripetere di frequente «il giorno che andrò in pensione, forse morirò».

Ora, nella comunità dov'è agli arresti, e dove riceve sostegno e cure farmacologiche, Giordano è protetto dal figlio e dalle ex moglie che pure gli è vicina. «Meglio che non legga i giornali, che si riposi e raccolga le idee», dicono gli amici più stretti.

 

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