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“IO SONO IL BOSS. NON HAI CAPITO CON CHI HAI A CHE FARE. NOI SIAMO DELLA MALAVITA ROMANA. QUESTA COSA LA RISOLVIAMO CON LE PISTOLE” - DAI PARIOLI A CORTINA, GLI AFFARI TRA COCA E PARTY DA SBALLO DI LEOPOLDO COBIANCHI, AMICO DI DIABOLIK, UNO DEI CAPI DELLA CURVA NORD LAZIALE - CON IL FRATELLO ALVISE AVREBBERO CREATO UNA BASE DI SPACCIO PER VIP NELLA LOCALITÀ SCIISTICA – LA SFIDA APERTA AI CARABINIERI QUANDO LO HANNO FERMATO E LE ACCUSE…

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Giuseppe Scarpa per roma.repubblica.it - Estratti

 

«Io sono il boss. Non hai capito con chi hai a che fare. Noi siamo della malavita romana». Leopoldo Cobianchi, 37 anni, non si scompone neanche quando i carabinieri perquisiscono la sua casa a Cortina d’Ampezzo, la località dove, con suo fratello Alvise, 35 anni, aveva trasformato un soggiorno d’élite in un business criminale.

 

 

 

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Il capitano Alessandro Bui lo osserva, lo invita alla calma, ma il giovane pariolino non cede. «Questa cosa la risolviamo con le pistole», dice all’ufficiale. L’atteggiamento spavaldo e le parole minacciose non fanno che confermare la sua posizione: tra le accuse contestate nella chiusura delle indagini figurano resistenza e violenza a pubblico ufficiale, minacce gravi, oltre ai reati legati alla detenzione e spaccio di stupefacenti.

 

Leopoldo e Alvise, figli di un importante immobiliarista romano, hanno sempre vissuto tra lusso e trasgressione. Frequentatori abituali degli ambienti più blasonati della Roma bene, cresciuti tra gli aperitivi ai Parioli e le serate nelle discoteche esclusive, sono conosciuti anche per la loro appartenenza agli Irriducibili, la frangia (adesso ha cambiato nome) più dura della Curva Nord laziale, capeggiata da Diabolik, di cui erano amici.

 

Hanno scelto Cortina d’Ampezzo come loro base operativa per il traffico di droga, sfruttando le loro conoscenze tra i clienti facoltosi della località.

 

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L’indagine dei Carabinieri ha portato alla luce un giro imponente: 468 involucri di cocaina per un totale di 286 grammi, oltre a ingenti quantitativi di hashish e marijuana. Il bilancio è impressionante: oltre 1.400 dosi di cocaina pronte per la vendita, nascoste ovunque, persino nella tasca dello skipass. Ma l’attività dei fratelli non si limitava al traffico di stupefacenti.

 

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A marzo 2022, Leopoldo e Alvise hanno aggredito Gabriele Vitaliano Spiezia, colpendolo con pugni e minacciandolo con una pistola. Non paghi, gli hanno puntato l’arma alla testa: «Tu qui devi fare il bravo, altrimenti continuiamo». Un’intimidazione chiara, che si aggiunge alle accuse di lesioni personali aggravate e porto illegale di armi da fuoco.

 

Il 21 febbraio 2024, Leopoldo torna nuovamente a Cortina, violando il divieto di soggiorno imposto due anni prima. Quando i Carabinieri lo fermano, lui reagisce con arroganza, sfidandoli apertamente. Ma questa volta le parole non bastano: le indagini sono ufficialmente chiuse e la sua posizione è più compromessa che mai. Gli investigatori hanno ricostruito ogni dettaglio delle loro attività illecite, raccogliendo prove che ora finiranno davanti ai giudici.

 

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