siria erdogan al jolani

L’OCCIDENTE TENTA IL DIALOGO CON I JIHADISTI “MODERATI” PER NON LASCIARLI TRA LE BRACCIA DI ERDOGAN – IL G7 OFFRE AL GOVERNO TRANSITORIO DELLA SIRIA “PIENO SOSTEGNO” A UN PROCESSO DI RICOSTRUZIONE DEL PAESE. IN CAMBIO CHIEDE DI GARANTIRE I DIRITTI DELLE DONNE E LA DISTRUZIONE DELLE ARMI CHIMICHE USATE DA ASSAD – IL CAPO DEI RIBELLI, AL JOLANI, HA SOSPESO LA COSTITUZIONE IN VIGORE COL REGIME. E HA DISMESSO LA DIVISA MILITARE PER RICEVERE IL MINISTRO DEGLI ESTERI TURCO E IL CAPO DEI SERVIZI DI ANKARA. UN ALTRO PASSO VERSO LA “NORMALIZZAZIONE” DELL’EX QAEDISTA…

1 - G7, SOSTEGNO CONDIZIONATO AL GOVERNO DEI RIBELLI

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

al jolani

Sono i paletti delle democrazie principali dell’Occidente. Paletti minimi, rispondenti agli standard internazionali, che possono portare al riconoscimento di un governo e al suo sostegno.

 

Il G7, in uno degli ultimi atti della presidenza italiana, si rivolge al governo transitorio della Siria per «offrire pieno sostegno» ad un processo di ricostruzione del Paese che però rispetti alcuni principi cardine, dalla distruzione degli arsenali delle armi chimiche usate dal regime di Assad contro il suo stesso popolo all’inclusione delle donne nel ripristino di uno Stato di diritto.

 

RECEP TAYYIP ERDOGAN DONALD TRUMP

Una serie di condizioni che portino a un «governo credibile, inclusivo e non settario», che «garantisca i diritti universali delle persone» e «preservi unità territoriale e sovranità della Siria».

 

Voluta dagli americani, scritta materialmente dalla presidenza italiana del G7, dunque da Palazzo Chigi, negoziata per poco più di 48 ore con gli altri partner, dal Giappone al Canada, dalla Francia alla Germania, sino alla Gran Bretagna, la dichiarazione che ieri è stata diffusa contiene un messaggio chiaro ai ribelli che hanno riconquistato i centri di potere siriani: i 7 Stati che fanno parte del primo forum internazionale per autorevolezza, disponibilità finanziarie e tasso di democrazia, saranno a fianco del nuovo corso politico a precise condizioni.

 

[…]

 

STATUA DI HAFIZ AL ASSAD (PADRE DI BASHAR) PRESA A CALCI DAI RIBELLI SIRIANI A DAMASCO

Oggi i leader del G7 si rivedranno in teleconferenza alle 15.30 per un bilancio della presidenza italiana e per discutere anche degli altri teatri di crisi, dal Medio Oriente all’Ucraina, in quello che sarà l’ultimo appuntamento gestito dal governo di Giorgia Meloni. Intanto hanno messo nero su bianco che sono disposti a fare la loro parte nell’accompagnare il nuovo corso di uno Stato siriano, ma a precise condizioni.

 

Una dichiarazione che fa il paio con le parole del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, per il quale è «necessario» cooperare con l’Unione europea per la ricostruzione della Siria, una posizione espressa al termine di un incontro con il premier ungherese Viktor Orbán. Il leader turco ha aggiunto che la «cooperazione con i Paesi dell’Ue è necessaria nella lotta al terrorismo, nella ricostruzione della Siria e nella riforma delle istituzioni esistenti», ha riferito una nota della presidenza della Repubblica.

siria festeggiamenti per la caduta di assad 3

 

[…] da Bruxelles arrivano segnali che la Commissione potrebbe anche farsi promotrice di un programma di incentivi finanziari per gli esuli siriani: «Se vediamo come la gente festeggia, questo mi dice di puntare sui rimpatri volontari. Possiamo dire loro: tornate e costruite un futuro migliore per la Siria, molti Stati ci danno dicendo che tanti siriani vogliono tornare», dice il commissario europeo agli Affari interni, Magnus Brunner.

 

[…] Intanto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dice: «Spero di parlare di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, ma anche a Gaza e in Libano. Noi siamo disponibili a svolgere questo ruolo».

 

2 - SIRIA, SOSPESA LA COSTITUZIONE ERDOGAN MANDA I SUOI EMISSARI

Estratto dell’articolo di Ga. Col. per “la Repubblica”

 

al jolani

Jolani si è messo la giacca, e non è un modo di dire. Dismessa la mimetica, il leader dei ribelli islamisti ieri si è presentato all’incontro con il ministro degli Esteri e il capo dell’intelligence turche a Damasco in abiti civili, un completo blu con camicia bianca.

 

È un altro passo verso la “normalizzazione” dell’ex qaedista che ha espugnato la capitale siriana con le armi ma senza spargimenti di sangue, e ora vuole dare di sé l’immagine di un leader politico, non più, non solo, militare. L’evento, del resto, è già storia: Hakan Fidan, il capo della diplomazia di Ankara, e il responsabile dei servizi, Ibrahim Kalin, sono i primi leader stranieri a visitare Damasco dalla caduta di Assad.

 

vladimir putin recep tayyip erdogan

[…]  Da ieri la Turchia ha anche un nuovo incaricato d’affari, Burhan Koroglu, che si occuperà delle relazioni diplomatiche con la Siria in attesa di riaprire l’ambasciata, quando ci saranno le condizioni. Una settimana così il Rais non la viveva da tempo. Mentre i suoi emissari entravano trionfali a Damasco, a Raqqa gli arabi protestavano contro quelli che considerano “occupanti”, i curdi delle forze democratiche siriane, nemici giurati del presidente turco: ci sono stati spari, e alcuni feriti.

 

[…] In Turchia è arrivato ieri anche il segretario di stato Blinken per discutere della situazione in Siria, che sarà al centro di un summit internazionale convocato sabato in Giordania.

 

Di tutto questo i nuovi governanti di Damasco si occupano in parte: sanno che il dialogo con l’esterno è fondamentale per conquistare legittimità, ma hanno altre emergenze da gestire, le casse vuote, l’economia ferma, la sicurezza precaria, le armi ancora diffuse in tutto il Paese, la complessa transizione politica.

 

siria festeggiamenti per la caduta di assad

L’esecutivo temporaneo, espressione del gruppo islamista che ha guidato la rivolta contro Assad, Hts, ha annunciato che saranno sospesi il parlamento e l’attuale Costituzione fino al primo marzo prossimo, quando dovrebbe terminare l’incarico del governo provvisorio. Il portavoce Obaida Arnaout ha spiegato che «sarà formato un comitato legale e per i diritti umani» per esaminare la Carta e «apportare emendamenti.

 

La nostra priorità è preservare le istituzioni e proteggerle», ha dichiarato, aggiungendo che sulle libertà religiose e personali la nuova Siria «rispetterà le diversità del Paese, che rimarrà così com’è». Nella defunta Costituzione, che risale al 2012, l’Islam non era indicato come religione di stato. […]

RECEP TAYYIP ERDOGAN E VLADIMIR PUTIN AD ASTANA al jolani bacia la terra davanti alla moschea omayyadi