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SO’ CAZZI AMARI IN LIBIA: A BREVE POTREBBE SCOPPIARE UNA NUOVA GUERRA CIVILE! – GLI STATI UNITI HANNO LANCIATO UN ALLARME PER L'EVACUAZIONE DAL TERRITORIO LIBICO, SEGNALANDO IL RISCHIO IMMINENTE DI UNO SCONTRO ARMATO A TRIPOLI TRA IL GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE (GNU) GUIDATO DA ABDULHAMID DBEIBAH E LA POTENTE MILIZIA RADA: IL PRIMO MINISTRO NON HA PIÙ IL CONTROLLO DELL'AEROPORTO DI MITIGA, DA CUI GLI SAREBBE IMPEDITO PERSINO IL DECOLLO – MENTRE LE MILIZIE DI MISURATA TENTENNANO, KHALIFA HAFTAR POTREBBE LANCIARE UNA NUOVA OFFENSIVA VERSO TRIPOLI, ANCHE PERCHE’ LA TURCHIA NON GLI E’ PIU’ COSI’ OSTILE…

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Daniele Ruvinetti per Dagospia

 

daniele ruvinetti

In Libia una nuova guerra civile potrebbe scoppiare a breve. Gli Stati Uniti hanno lanciato un allarme per l'evacuazione dal territorio libico, segnalando il rischio imminente di uno scontro armato a Tripoli tra il governo di unità nazionale (GNU) guidato da Abdulhamid Dbeibah e la potente milizia RADA. La tensione è palpabile: il primo ministro non ha più il controllo dell'aeroporto di Mitiga, da cui gli sarebbe impedito persino il decollo.

 

HAFTAR DBEIBAH

All'interno del GNU si registrano posizioni diverse: il ministro dell'Interno Imad Trabelsi si dice fiducioso sulla rapidità dell'operazione contro RADA, mentre Dbeibah appare più cauto, consapevole che un conflitto prolungato potrebbe aprire la porta a una deriva potenzialmente incontrollabile.

 

A rendere ancora più complesso il quadro è la posizione ambigua di Misurata, profondamente divisa. Solo alcune componenti sembrano pronte a intervenire in difesa del GNU, mentre cresce il rischio che forze locali decidano di defilarsi. Questo indebolisce ulteriormente la posizione di Dbeibah e alimenta lo scenario più temuto: un'avanzata di Khalifa Haftar verso Tripoli.

 

LA SPARTIZIONE DELLA LIBIA

L'eventuale mossa del generale cirenaico potrebbe incontrare meno resistenza del previsto. Contatti con RADA sarebbero in corso, e l'erosione del sostegno al GNU anche tra le milizie della capitale apre spazi di manovra. Haftar gode del supporto russo, che potrebbe sfruttare il caos per guadagnare una nuova sponda nel Mediterraneo dopo le difficoltà in Siria.

 

Al tempo stesso, i rapporti costruiti dal figlio con ambienti economici turchi potrebbero neutralizzare un'opposizione drastica da parte di Ankara. Tuttavia, qualsiasi operazione su Tripoli potrebbe rivelarsi subordinata a un tacito via libera americano, come già accaduto nel 2019, sebbene il contesto attuale sia sensibilmente diverso.

LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR

 

In controluce si intravedono anche dinamiche geopolitiche più ampie. La convergenza tra Washington e Mosca nel contenere un attacco israeliano all'Iran e i segnali di dialogo sull'Ucraina suggeriscono che anche la Libia possa rientrare in una trattativa più estesa.

 

In questo senso, la gestione di dossier come i rifugiati palestinesi e gli immigrati detenuti sul suolo libico potrebbe essere parte di una partita più articolata tra grandi potenze.

Per l'Italia, la posta in gioco è alta. Un'escalation militare a Tripoli destabilizzerebbe una regione strategicamente prossima, e l'eventuale presa della capitale da parte di Haftar significherebbe un'espansione concreta dell'influenza russa in Nord Africa, con potenziali ricadute anche sul fronte migratorio (già usato come fattore di guerra ibrida contro l’Europa).

 

RECEP TAYYIP ERDOGAN E VLADIMIR PUTIN AD ASTANA

Roma ha espresso le sue preoccupazioni direttamente a Washington durante la recente visita del ministro Tajani, e punta ora a esercitare pressioni diplomatiche forti affinché l'ONU, con il sostegno europeo e possibilmente americano, promuova un processo rapido e credibile verso un nuovo governo in grado di unificare il paese, scongiurando così l'ipotesi di una nuova guerra civile nei prossimi giorni.

 

La missione onusiana UNSMIL è molto tesa, giustamente, e pare stia cercando di accelerare il percorso politico con una proposta che potrebbe concretizzarsi già il 5 agosto. Ammesso che non sia troppo tardi.

UN MILIZIANO DELLE TRUPPE DI HAFTAR IN LIBIA

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