IL SOGNO AMERICANO…E RITORNO – LA STORIA DI MARIO DI BARTOLOMEO, PUGILE ITALIANO CHE È ANDATO A CERCARE FORTUNA A NEW YORK, E POI E' TORNATO NELLA SUA TERRA PER LAVORARE DA CASARO NELL’AZIENDA AGRICOLA DI FAMIGLIA, IN CILENTO – E’ ARRIVATO AD ALLENARSI NELLA LEGGENDARIA “GLEASON’S GYM”, DOVE È STATO GIRATO “TORO SCATENATO” E DOVE SI SONO ALLENATI LEGGENDE COME MUHAMMAD ALI E MIKE TYSON. POI UNA CARRIERA NEL PUGILATO, PRIMA DI TORNARE NELLA SUA TERRA A PRODURRE CACIOCAVALLO...

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Estratto dell’articolo di Sabrina Quartieri per www.leggo.it

 

mario di bartolomeo 2

Quando, mesi fa, a Roma nel member club di creativi “Soho House”, Mario Di Bartolomeo si era raccontato nello spazio “Fast & Curious” dedicato agli iscritti, il suo pubblico era rimasto a bocca aperta.

 

Nella carrellata di foto che aveva scelto per il talk, era apparso prima sul ring della palestra di pugilato più famosa del mondo, la Gleason’s Gym di New York - quella in cui è stato girato il film “Toro Scatenato” e si sono allenati ben 136 campioni planetari, Muhammad Ali e Mike Tyson compresi.

 

Poi era comparso accanto a un’antica razza di capre autoctone cilentane in via di estinzione ma da lui recuperate; o, ancora, vicino al curioso “caciocavallo dell’emigrante”, un insolito formaggio prodotto dal 36enne, con un cuore di salame all’interno, nato lo scorso secolo, ai tempi in cui tanti italiani raggiungevano

 

mario di bartolomeo alla gleason’s gym

Ellis Island in cerca di una nuova occasione. Dalla boxe oltreoceano alla gastronomia nostrana, due mondi che sembrano inconciliabili, se non fosse per la storia familiare di Mario, che, da generazioni, tiene unite le due estremità dell’Atlantico.

 

Nato a Salerno, a 22 anni, dopo la laurea in Economia all’università La Sapienza di Roma, il giovane decide di andare a fare un’esperienza nella Grande Mela, più lunga delle tante vacanze trascorse nella metropoli americana a casa dei parenti di sua mamma, i cui antenati si erano trasferiti negli Usa nella prima metà del ’900.

 

LA CASA A BROOKLYN

[…] Siccome le stanze costano molto, Mario cerca aiuto in una chiesa, dove si rivolge a un prete, che subito gli presenta tre sorelle ultra 80enni in preghiera. Erano originarie di Teggiano, un paesino di 7mila anime nella provincia di Salerno. Le devote lo prendono a cuore e iniziano a contattare alcune delle persone più “influenti” del posto.

 

«Ricordo che quando chi non faceva in tempo a rispondere le richiamava, partiva come suoneria dei cellulari la colonna sonora del film “Il Padrino”. Nel giro di poco, grazie a questa mobilitazione, trovo un alloggio a un prezzo di favore e pure col bidet in una di quelle casette basse della zona, dove tutto ricordava l’Italia». […]

il “caciocavallo dell’emigrante” prodotto da mario di bartolomeo

 

IL SOGNO AMERICANO

A New York Mario fa diverse cose per arrotondare, come «il cameriere e il personal trainer - racconta il cilentano - Una volta ad Arthur Avenue, la Little Italy nel Bronx, mentre cercavo lavoro come lavapiatti, vedo un grande ristorante ed entro.

 

Mi accolgono due signori eleganti e mi fanno accomodare. Poco dopo si presenta l’anziano proprietario, mi si siede vicino e inizia a parlare di filosofia, di poesia. Poi dice ai suoi ragazzi di prendere tutti i miei riferimenti, compreso il telefono della mia famiglia americana. Non ho fatto il lavapiatti e nemmeno quello che aveva in mente. Quando sono tornato a casa, i miei parenti mi hanno spiegato che quella persona era un boss».

 

mario di bartolomeo

Tra frequentazioni di ogni genere, dai ragazzi di strada dei distretti periferici all’élite dell’Upper East Side, Mario vive il suo sogno americano soprattutto in palestra a Dumbo, sotto il ponte di Brooklyn. […] «Lì, nel tempio della boxe mondiale, potevo allenarmi assieme ai migliori del mondo. Un luogo fondato nel Bronx, tra l’altro, da un connazionale, Peter Gagliardi, che poi aveva cambiato il cognome con Gleason perché verso gli italiani c’era molto razzismo».

 

DALLA BOXE AL CILENTO

Mario ha anche vinto degli incontri. Come al B.B. King di Times Square, dove con l’occasione sono anche stati raccolti 70mila dollari. Soldi destinati alla fondazione “Give a kid a dream” legata alla palestra.

 

«Un progetto che mi ha cambiato molto e in meglio. Nel 2016 sono stato costretto a lasciare gli Stati Uniti, e i miei sogni, per ragioni personali, dopo aver commesso degli errori a causa di alcune scelte sbagliate. Collaborando attivamente a quegli eventi con cui finanziavamo borse di studio e programmi di formazione per ragazzi provenienti da contesti difficili, ho avuto poi il desiderio di fare lo stesso in Italia, quando sono rientrato a casa», spiega il pugile.

 

mario di bartolomeo

Ad aspettarlo c’era l’azienda agricola di famiglia “Le Starze” in Cilento: «È lì che oggi vivono le mie capre presentate al talk, e non solo. Grazie ai libri di nutrizione che avevo letto, facendo sport da agonista, mi sono potuto dedicare al progetto. Gli animali si nutrono al pascolo e seguo una produzione naturale, ispirata ai principi della sostenibilità, pure per realizzare un olio biologico e DOP o per la coltura di una antica specie di miei grani autoctoni. Col tempo sono entrato nel circuito Slow Food ed è stata la svolta». Nella natura Mario ha ritrovato stimoli forti come quelli che gli dava la giungla metropolitana underground, ma al posto del ring ora ci sono le foreste, i pascoli e i ruscelli.

 

[…] il prodotto più caro a cui dà vita è quel “caciocavallo dell’emigrante” legato alla sua storia familiare: «Fu inventato per eludere i controlli agli ingressi in America, quando si potevano sbarcare i formaggi ma, per ragioni sanitarie, non i salumi». Nella nuova vita italiana del pugile, c’è spazio anche per onorare ciò che si era ripromesso di fare: «Restituire un po’ del buono ricevuto dalla boxe, in particolare gli insegnamenti come la disciplina, la lucidità, l’ordine, la capacità di non mollare».

mario di bartolomeo nella sua azienda agricola in cilento

 

A Salerno, nei palazzi popolari attorno al vecchio stadio Donato Vestuti, dove si trova la casa di famiglia di Mario, il “fighter” ha contribuito alla rinascita della storica Pugilistica Salernitana: «In pochi anni sono nati sia campioni regionali che europei. Ma, soprattutto, offriamo un’occasione ai giovani provenienti da contesti difficili. Come gli immigrati delle case famiglia vicine, che attraverso il pugilato hanno una possibilità di riscatto. E, a volte, anche con un orizzonte lontano, al di là dell’oceano: alcuni atleti li ho già accompagnati personalmente sul ring della mia Gleason’s».

mario di bartolomeo con il suo trainer don saxbymario di bartolomeo 1