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TENSIONE ALLE STELLE TRA INDIA E PAKISTAN - NUOVA DELHI ACCUSA ISLAMABAD DI UNA NUOVA ONDATA DI ATTACCHI NOTTURNI SUL SUO TERRITORIO NONOSTANTE I NUMEROSI APPELLI INTERNAZIONALI - DA QUANDO GLI INGLESI SE NE SONO ANDATI QUEI DUE DISGRAZIATI PAESI IN PACE NON SONO MAI STATI – LA DEMOCRAZIA MUTILATA DI MODI E IL SUO ETNONAZIONALISMO – IL LIBRO
(adnkronos.com) Resta molto alta la tensione tra India e Pakistan, divisi dalla crisi scoppiata il 22 aprile in seguito all'attacco terroristico a Pahalgam, nel Kashmir indiano. Nuova Delhi ha accusato oggi Islamabad di una nuova ondata di attacchi notturni sul suo territorio nonostante i numerosi appelli internazionali ai due paesi per una de-escalation.Le forze armate pachistane rivendicano di aver abbattuto 77 droni indiani in due giorni.
INDIA, UNA DEMOCRAZIA MUTILATA
Stefano Mannoni per Mf – Milano Finanza – Estratti
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA
Tornano a tuonare i cannoni tra India e Pakistan. Non è una grande novità in sé. Da quando gli inglesi se ne sono andati quei due disgraziati Paesi in pace non sono mai stati.
Diciamo che con le tragedie in corso in Ucraina e Palestina, l’ultima notizia di cui avvertivamo il bisogno è quella di un’altra guerra, molto pericolosa per la profonda inimicizia che corre tra i due Stati.
La nostra istintiva simpatia correrebbe all’India che, statistiche alla mano, è la più grande democrazia al mondo. O meglio: era la più grande democrazia al mondo. Perché dai tempi di Gandhi, Nehru e Indira le cose sono molto cambiate. Lo ricorda uno dei più grandi studiosi dell’India, Christophe Jaffrelot, in un libro la cui ristampa non potrebbe essere più tempestiva: Modi’s India. Hindu Nationlism and the Rise of Ethnic Democracy (Princeton, 2021). Modi è un leader di straordinaria intelligenza e di ancor più fenomenale carisma.
Ciò è un’assoluta rarità nel panorama indiano perché, appartenendo a una casta bassa, ha scalato la politica dalla dimensione regionale a quella nazionale, stracciando casati storici come appunto quello dei Nehru.
EMMANUEL MACRON - NARENDRA MODI - SUMMIT PER L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI PARIGI
Purtroppo non ha fatto buon uso di queste eccezionali qualità. La sua operazione si può riassumere così: lasciare intatte le apparenze della costituzione indiana, il voto, lo stato di diritto, la separazione dei poteri svuotandole dall’interno. La sua formula è stata appunto l’etnonazionalismo. Senza alcun imbarazzo ha inculcato nell’opinione pubblica, pesantemente manipolata da media compiacenti, l’idea che l’India appartenga ai soli hindu e che la pur consistente minoranza musulmana, per tacere dell’insignificante presenza di cristiani, sia non solo un intruso ma persino quinta colonna del nemico esterno.
Narendra Modi e Mian Muhammad Shehbaz Sharif - immagine creata con ai
Di qui sistematiche vessazioni, operate dalla un tempo imparziale polizia, ma anche da squadracce che affiancano gli uomini in divisa per rendere la vita impossibile ai musulmani, di fatto declassati a cittadini di seconda classe. Il ricorso ai tribunali, che rappresentavano un tempo l’orgoglio del sistema costituzionale indiano, si è rivelato sempre più inutile non perché Modi abbia depotenziato i poteri della Corte suprema: se vogliamo ha fatto di peggio, blandendo i giudici con la corruzione e intimidendo quelli più riottosi con le minacce. Il parlamento, quanto a lui, è stato gradualmente svuotato di poteri attraverso un ricorso sempre più massiccio a ordinanze del potere esecutivo.
Ma come è riuscito un parvenu sociale ad acquisire tanto potere? La risposta è intrigante: attraverso una possente retorica che ha enfatizzato oltre ogni misura la dignità e l’orgoglio degli hindu, nel momento stesso in cui continuava a consegnare le leve del comando alle caste superiori, i cui magnati si sono precipitati ad inginocchiarsi davanti al suo trono.
attacco dell india al pakistan 48
Dove il paradosso? È che le condizioni economiche delle caste più povere non hanno compiuto progressi significativi perché è bastato che Modi costruisse una onnipresente narrazione della supremazia della etnia hindu, additando i musulmani a nemici storici della nazione, perché l’elettorato si sentisse pienamente gratificato, all’unisono con un capo che finalmente interpretava i suoi bisogni di riscatto, non materiale (badate bene), ma morale e spirituale.
La tecnica è quella che noi conosciamo: additare un nemico, arrivando persino a riscrivere i libri di storia. È un film già visto. Avremmo fatto volentieri a meno della sua ennesima replica.
attacco dell india al pakistan 60
Christophe Jaffrelot MODI COVER
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