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A TIKTOK È PARTITA LA “GRANDE SOSTITUZIONE” – IL SOCIAL NETWORK CINESE HA LICENZIATO 150 ADDETTI ALLA MODERAZIONE DI CONTENUTI: AL POSTO LORO CI SARÀ UN SOFTWARE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE – I DIPENDENTI, CHE LAVORAVANO NELLA SEDE BERLINESE DELLA PIATTAFORMA, CANCELLAVANO VIDEO VIOLENTI: “IL PEGGIORE È STATO IL VIDEO DI UN UOMO A CUI VENIVA STRAPPATO L’INTESTINO DA VIVO. SONO URLA CHE NON DIMENTICHERÒ MAI PIÙ” – IL PROGRAMMA È IN GRADO DI RIMUOVERE PIÙ DI MILLE FILMATI AL GIORNO E NON RIPORTA DANNI ALLA SALUTE MENTALE…
Estratto dell’articolo di Irene Soave per il “Corriere della Sera”
Hanno contribuito ad addestrare l’intelligenza artificiale che «ruberà» loro il lavoro: eppure, nonostante il loro impiego sia tra i più usuranti dell’epoca, con alti tassi di burnout , depressioni e suicidi, i 150 dipendenti di TikTok addetti alla moderazione dei contenuti che la piattaforma cinese ha annunciato di voler licenziare in favore di un maggior uso dell’intelligenza artificiale, protestano per tenersi il lavoro.
Accade a Berlino, dove TikTok ha una sede con 400 dipendenti. Di questi, 150 si sono occupati della «moderazione dei contenuti»: di lavoro, cioè, hanno rimosso per anni da TikTok video abietti e terribili, a base di torture su animali o esseri umani, aggressioni sessuali, abusi di ogni tipo. Il peggiore «è stato il video di un uomo a cui veniva strappato l’intestino da vivo», racconta un moderatore anonimamente allo Spiegel . «Sono urla che non dimenticherò mai più». Il tutto per una paga appena superiore al salario minimo.
[…] Un bot può guardare anche mille video violenti al giorno e non riportare danni alla salute mentale. Mille video al giorno, peraltro — con l’aiuto di un software che ne accelera al massimo la riproduzione — è anche il numero di contenuti che ciascuno dei moderatori attivi finora è arrivato a poter vedere. Un lavoro, per ogni verso, usurante. Ma la disputa tra TikTok e la sua forza lavoro è più sottile, e forse è un assaggio delle lotte sindacali del futuro. […]
La sede berlinese di TikTok era un’eccezione finora: normalmente i moderatori sono assunti con contratti subappaltati ad aziende terze, e zero tutele, mentre questi 150 sono (costosi) dipendenti della piattaforma. Che per questo non vuole convertirli ad altre mansioni, ma licenziarli e basta: per risparmiare, e fare sì che semmai li riassuma qualche azienda esterna che poi li faccia rilavorare per TikTok, ma con contratti di grado più basso, ipotizza lo Spiegel .
A risarcimento di questo addestramento cioè il sindacato chiede un’indennità di tre anni di stipendio, per dare loro il tempo di formarsi per un nuovo lavoro, e 12 mesi di congedo. La vertenza va avanti da inizio estate.
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