anziani al mare

CHI TROVA UN AMICO TROVA…L’ELISIR DI LUNGA VITA – TUTTI I SEGRETI DEI "SUPERAGER", GLI OVER 80 CHE RIFIUTANO DI ENTRARE NEL RECINTO DELL’ETÀ ANZIANA: ALCUNI DI LORO HANNO ABITUDINI TUTT’ALTRO CHE SANE, HANNO MALATTIE CARDIACHE, SOFFRONO DI DIABETE, NON SONO ATTIVI, MA TUTTI HANNO IN COMUNE UNA QUANTITÀ DI MATERIA GRIGIA SIMILE A QUELLA DEGLI ADULTI DI 20-30 ANNI PIÙ GIOVANI – A CONTARE PER LORO NON È TANTO LA VITA SALUTARE CHE FAI, MA GLI AMICI CHE HAI: CHI È PIÙ ATTIVO SOCIALMENTE RIESCE A…

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Estratto dell’articolo di Maria Corbi per “La Stampa”

 

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[…] Li chiamano i "superager", uomini e donne (Over 80) che sembrano avere firmato "un patto con il diavolo" e che si rifiutano di entrare nel recinto dell'età anziana, con tutti i limiti che comporta.

 

Lamberto Boranga, arruolato come portiere in una squadra di calcio di Prima Categoria, docet, ma non solo lui. Jane Fonda continua a percorrere su tacco 12 i red carpet di mezzo mondo, Clint Eastwood è ancora lì a 95 anni dietro la macchina da presa e per rimanere in Italia come non citare Gianni Morandi e la sua vita a 100 all'ora.

 

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Qui non è una questione solo di longevità, il tema è arrivare a quelle età sani e con la mente attiva. Non conta quanto vivi ma come, il mantra della ricerca scientifica sul tema.

 

[…] Un super potere studiato da 25 anni alla Northwestern University di Chicago che ha pubblicato un report in cui si evidenzia come i superager abbiano «particolari caratteristiche psicologiche, ma anche neurobiologiche, diverse rispetto a quelle dei coetanei con capacità cognitive nella media». Tra queste peculiarità il fatto di avere una quantità di materia grigia presente nella corteccia cerebrale simile a quella degli adulti di 20-30 anni più giovani.

 

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E secondo questo studio, a contare non è tanto la vita salutare che fai ma gli amici che hai. Una caratteristica fondamentale dei superanziani è l'esser molto attivi socialmente. «Sappiamo che l'isolamento è un fattore di rischio per lo sviluppo della demenza, scrivono i ricercatori, quindi rimanere socialmente attivi è una caratteristica protettiva. Un altro tratto comune è il senso di autonomia, libertà e indipendenza: prendono decisioni e vivono la vita nel modo che desiderano».

 

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Peraltro, continuano i ricercatori, «non tutti seguono comportamenti salutari: abbiamo superager con malattie cardiache, diabete, che non sono fisicamente attivi, che non mangiano in modo particolarmente sano». I super-anziani sono insomma un gruppo eterogeneo, non esisterebbe una dieta "magica", un regime di allenamento perfetto o farmaci miracolosi. Il minimo comune denominatore che è alla base della loro equazione di benessere è «il modo in cui concepiscono l'importanza delle relazioni sociali», conferma Sandra Weintraub, professoressa di Psichiatria e scienze comportamentali presso la Northwestern Feinberg School of Medicine, coinvolta nella ricerca fin dall'inizio. «E dal punto di vista della personalità, tendono ad essere estroversi».

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[…] Fisico attivo, ma soprattutto mente in salute visto che il problema oltre una certa età è la memoria e si calcola che la demenza senile colpirà 139 milioni di persone nel 2050.

[…] Silvio Garattini, 97 anni oncologo, scienziato, è più preciso nell'elencare quali siano le abitudini di vita utili per non cedere all'età: non fumare, non bere alcolici, né fare uso di droghe, camminare, mangiare poco e bene, socializzare, dormire almeno 7 ore a notte. «Tutte cose che sappiamo ma non facciamo». E questo, forse, è il problema.

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