DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Claudia Voltattorni per corriere.it
Migliaia di disdette in pochissime ore, «ne contiamo una al minuto», dice la presidente di Federturismo Marina Lalli. Cancellati viaggi (8 milioni in 3 settimane), cenoni, vacanze. Nelle città d’arte chiuso un albergo su 3. Duecentomila lavoratori che potrebbero perdere il posto. Quella del turismo rischia di diventare una crisi senza precedenti. Le associazioni di settore parlano di «débacle» e chiedono aiuto. «La pandemia sta bloccando di nuovo turismo e ristorazione — lancia l’allarme Confesercenti —: senza una proroga degli ammortizzatori sociali Covid stimiamo che dal primo gennaio almeno 200mila lavoratori possano rimanere senza copertura».
Dopo il tracollo del 2020 con perdite complessive per 63 miliardi di euro rispetto al 2019, la mini ripresa del 2021 aveva fatto sperare che il peggio fosse alle spalle. Ma ora, dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, «la situazione è in netto peggioramento: c’è un’inchiodata di prenotazioni con cancellazioni soprattutto nelle città d’arte dove il 30% degli alberghi è chiuso: non c’è più tempo da perdere». Peggio ancora per bar e ristoranti, dove «è crisi nera: la gente ha paura — dice Paolo Bianchini dell’associazione di categoria Mio Italia —: il Natale è andato deserto e per Capodanno il telefono squilla solo per le disdette». Da tutte le associazioni arriva la richiesta di ulteriori sostegni per il settore «che è il più colpito» ricorda Bocca, e l’appello al governo per interventi su ammortizzatori sociali (proroga della cassa integrazione), ristori e fisco.
Dice la presidente Fiavet, Ivana Jelinic, che con il 95% delle agenzie di viaggio ferme e tre quarti dei lavoratori in cassa integrazione «non sappiamo dire loro se a gennaio avranno ancora un sostegno o saranno licenziati». Anche la politica chiede un intervento immediato. Dal Pd a Leu a Forza Italia il coro è unanime: «Il turismo è un settore essenziale che ha sofferto e sta soffrendo in modo drammatico — dice Debora Serracchiani (Pd) — presenteremo un ordine del giorno che impegni il governo a sostenerlo». Stefano Fassina (Leu) chiede di «recuperare le risorse nelle pieghe della legge di Bilancio» e propone «uno scostamento di deficit di almeno mezzo punto di Pil rispetto all’obiettivo programmato per il 2022».
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